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La Cascina del Sole e il Viceré botanico


La Cascina del Sole

Oggi una cartolina di architettura minore ma comunque significativa, come ogni presenza nel Parco : La Cascina del Sole, posta in bella vista e posizione poco fuori dalle mura dei Giardini della Villa, a est.
La cartolina, non viaggiata, mostra la facciata sud, appunto al sole, con tanto di meridiana centrale sul timpano.
Un percorso carrabile portava diritto all'ingresso principale. Ingresso oggi interrotto da una grande tettoia “ambientata” ma che copre la facciata e ne riduce la vista e la presenza nel paesaggio. L'edificio è adibito a bar con alloggio del gestore. La ristrutturazione eseguita qualche tempo fa sembra avere, per materiali, finiture e colori, banalizzato questa presenza minore nel Parco così come la tettoia appare eccessiva per la vicinanza all'edificio. Forse il suo posizionamento laterale e una tecnologia  ed architettura moderna sarebbero stati più adeguati e nella tradizione distributiva, come corpi accessori alla costruzione principale.

La Cascina del Sole fu costruita nei primi decenni dell''800, in un grande campo assolato  ed era in origine abitata da una famiglia di contadini come bene appare, ancora nel suo funzionamento originario,  da una fotografia dell'Ottocento tratta  da “Il Parco e la Villa reale di Monza”  (Silvana editoriale, 1999, a cura dei Musei Civici di Monza, Roberto  Cassanelli e Ruggero Pini). Nella mappa o meglio “topografia” del Brenna del 1825 questa piccola cascina appare splendidamente isolata in un vasto prato. Questa bella, famosa e precisa mappa era stata dedicata al Serenissimo Principe Ranieri, Viceré del Regno Lombardo Veneto.

La Cascina del Sole

Nel 1815, con la “restaurazione” vi fu una complessa riorganizzazione territoriale in Europa, conseguente di fatto anche ai mutamenti promossi a seguito della Rivoluzione francese e dell'Impero napoleonico. In particolare nel 1815 nacque il Regno Lombardo Veneto con a capo il Principe Ranieri, Viceré, fratello dell'Imperatore d'Austria.
Leggo ne “Le vicende politiche” della storia di Monza  e Brianza (Vol.II di Bonomi e Superti-Furga,  Il Polifilo 1979) che “… il Governo austriaco cercò di rassicurare anche le insistenti istanze costituzionali promettendo ai Lombardi, con l'istituzione del Regno Lombardo-Veneto, una organizzazione “conforme all'indole ed alle abitudini degli Italiani” (Atto costitutivo del Regno del 7 aprile 1815). Molti Lombardi nutrirono allora grandi speranze, dato che la nomina interessava direttamente una figura importante della casa imperiale, ma in realtà il Principe Ranieri, che governò sino al 1848, era solo una figura di rappresentanza che, forse per fortuna del Parco di Monza, concentrava le sue attenzioni sulla botanica e passava lunghe ore nei Giardini della Villa e nel Parco, raccogliendo e catalogando essenze in apposite cassettine di legno a forma di libro, fatte con le diverse specie di piante. Raccolta che ancora oggi forma un interessante e raro patrimonio storico - culturale. Mi piace pensare a questo colto Viceré che nelle sue passeggiate nei Giardini e nel Parco sosta, per tornare alla Villa con la sua raccolta giornaliera, alla Cascina del Sole, per riposare agli ultimi raggi e rinfrescarsi con acqua fresca.   

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Bisogna riconoscere che il ritorno degli austriaci comportò anche il ritorno nel 1816 di gran parte del Tesoro del Duomo, tesoro che era stato “portato” a Parigi dai Francesi. Non a caso circola ancor oggi il detto che Napoleone chiese a Melzi D'Eril “se era vero che tutti gli Italiani erano ladri”. Melzi, senza scomporsi rispose,  “tutti no ma Bonaparte si”.
Fu in quegli anni che Monza cambiò ruolo, in una certa misura fu sminuita entrando a fare parte della Provincia di Milano anche se le venne riconosciuto il titolo di Città Regia in virtù della sua storia e della presenza della Corona del Ferro. Dovevano passare quasi duecento anni perché Monza assumesse ancora il ruolo di Capoluogo.
 
Alfredo Viganò


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  22 ottobre 2006