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Il ponticello di Salice - 1902
Una passerella sul Lambro, nel Parco


Il ponticello di Salice - 1902

La cartolina del 1902 riprende la passerella lontana nel paesaggio. Un signore e una signora (se si osserva con la lente), nel mezzo della passerella sul Lambro, che scorre lentamente, guardano il fotografo. Una signorina Giulia saluta l'amica Maria: “Saluti carissimi” scrive con minuta calligrafia.
 
Questa passerella sembra essere quella detta “di Salice” (ma non ne sono sicuro), che prendeva il nome dai vicini Mulini (che erano di Val Negra) in prossimità di quelli detti Asciutti, o dal fatto che sopra il Mulino del Cantone vi era il confine col Comune del Salice (poi Vedano e Uniti) o, come appare più semplice, in zona e presso il ponticello, c'erano dei salici lungo il fiume e il legno venne usato per lo stesso.

Il ponticello di Salice - 1915

Nella seconda cartolina, “viaggiata” nel 1915, impettita come una regina ma vestita come una contadina, con una grande e lunga gonna, una signora passa lo stesso ponticello. 

Siamo sempre in inverno, la stagione preferita dai fotografi del tempo forse per “il bianco e nero” e la maggior trasparenza della vista del paesaggio.
La passerella è tutta realizzata in legno, penso ancora originaria di quelle messe in essere sin dalle sistemazioni dei primi anni dell'800 e probabilmente a sostituzione o rinforzo di un percorso esistente.
Importante infatti, più di ora, erano i collegamenti e i percorsi a piedi ed in particolare il superamento del fiume. A cavallo si guadava ma a piedi no, soprattutto quando il fiume non era in secca.

Il ponticello di Salice - 1915 - verso

La cartolina è spedita al sergente Ettore... (si precisa “automobilista”) presso la "Commissione Incetta Rovini", che non sappiamo cosa fosse, a Pordenone, poi cancellato e cambiato con altra scrittura in Portogruaro. Forse i  movimenti delle truppe verso il confine (Portogruaro era proprio sul primo fronte di guerra) avevano comportato una deviazione non prevista della cartolina. I soldati si sa, sono agli ordini e in movimento.

La data è del 2 novembre 1915. Pochi mesi prima, il 24 maggio, l'Italia aveva dichiarato guerra all'Austria. Come ho già detto per altra cartolina,  l'Italia  in un mese:  disdice gli impegni di neutralità, gira le spalle alla Triplice, si allea all'Intesa e entra impreparata in guerra.
Chissà dove è finito Ettore, morto sulle montagne nella neve? Mutilato e disperato in qualche ospedale di fortuna? Tornato con una medaglia? Per cosa e perché? Mi torna alla mente la canzone di  Fabrizio De André: “Ma la divisa di un altro colore” e il film con Gassman e Sordi, di Monicelli ” La grande guerra”, eroi contro voglia e contro la retorica della guerra, ma ancora di più Jean Gabin  nella “Grande Illusione” di Renoir.
Forse la sua condizione di “automobilista” gli ha consentito un servizio di retrovia o di accompagnamento di qualche generale. Magari per anni poi ha raccontato ai nipotini le sue grandi avventure o, spero, la disperazione e tragedia della guerra.

“Caro Ettore” , gli scrive un collega, o forse il principale, o un conoscente di famiglia,  “ho esaminato quanto mi hai esposto e mi risulta  che Albini ha già spedito al tuo indirizzo quanto a te interessa… Se altro ti occorresse scrivimi e sarò a tua disposizione. Saluti cordiali  ed una stretta…”

mappa del '700

In generale, tranne quello delle Grazie, i ponti collegati al Parco erano in legno (vi sono bei disegni di progetto, in particolare del Tazzini) ma furono presto (nella prima metà dell''800) sostituiti da quelli in muratura e pietra.
Nella mappa del '700 e poi in quelle di elaborazione dei progetti del Parco, compaiono più attraversamenti. In particolare nella zona dei Molini Asciutti, nella mappa del catasto teresiano, compare il “ Ponte di Val Negra”, che in realtà era una passerella in legno, che congiungeva la “Latteria”, (edificio alla destra) poi demolita, ai mulini stessi e, dall'altra parte, alla attuale via Boccaccio che allora usciva da Porta Carrobiolo (attuale via Frisi).

mappa del 1857

Nella mappa del 1857 è visibile la passerella nella stessa posizione del '700, Posizione che penso poi rispettata negli interventi del Parco. Chiaramente leggibile a fianco “Ponticello di Salice”

progetto del Tazzini

Spesso, di fianco al ponte viene comunque rappresentata, nei disegni di progetto, anche la passerella o ponticello in legno. Molto bello, come appare in un disegno del Tazzini, è il ponticello pedonale che affiancava civilmente quello antico della Madonna delle Grazie, dove passavano anche i carri. Esso consentiva un passaggio diretto tra il monastero dei Francescani (impropriamente, come in altre, chiamato ex-Convento della Signora) e il Parco.

Il ponticello pedonale delle

Poi fu sostituito da una brutta passerella in ferro e anche di questa allego una cartolina.
Del Tazzini si conosce anche un progetto del 1830 di un bellissimo ponte in legno, coperto con un semplice ma raffinato disegno. Ponte che non fu realizzato o forse, provvisorio, fu poi sostituito con quello in mattoni e pietra: il ponte dei Bertoli, oggi in disuso, che sta per essere risanato e riutilizzato. Ma di questo parleṛ in una prossima "cartolina".

Alfredo Vigaṇ

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  5 marzo 2006