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San Gerardo de' Tintori, salvaci tu
L'ospedale e le esondazioni del Lambro




La prima cartolina di oggi mostra l'effige di San Gerardo de' Tintori  che attraversa il fiume in piena per raggiungere il suo Ospedale . Sul mantello steso sull'acqua trasporta i viveri per i poveri malati ricoverati. Sembra quasi che i flutti si infrangano a contato del mantello. Dietro l'acqua appare calma. Credo sia tratta da una Litografia di Giosuè Bianchi.
San Gerardo dei Tintori  è un santo anomalo. Lui, laico, contratta con la Chiesa e il Comune del tempo la nascita di un Ospedale per tutti ma in particolare per i poveri.

San Gerardo ai nostri giorni
San Gerardo ai nostri giorni - foto Franco Isman
Era l'anno 1174 e nasceva coi suoi beni (la famiglia era ricca e della forte corporazione dei tintori), si pensa nella casa di famiglia, questa istituzione che contrariamente alla generalità dell'epoca, in Italia come nel resto d'Europa, nasceva “laica”, per contratto, col controllo sia dei canonici della basilica si San Giovanni che del Comune e cioè della municipalità. Lo stesso personale dell'ospedale era in prevalenza laico. L'Ospedale di Monza porta il suo nome. La sede originaria sorgeva in prossimità del Lambro, vicino al ponte di San Gerardino, dove ancora oggi, sotto la chiusa, durante la festa del Santo del 6 giugno, con la fiera delle ciliegie,  la sua immagine viene posta nell'acqua  a ricordare il Miracolo, già descritto all'inizio: Gerardo chre, durante una inondazione, fermò la piena e portò ugualmente cibo ai poveri e malati dell'ospedale traversando il fiume galleggiando sul proprio mantello.
Il suo nome è legato anche ad una leggenda popolare quando, dopo una preghiera notturna in Duomo, dona al mattino cesti di ciliegie in pieno dicembre. Un uomo ricordato come capace di grande semplicità e mitezza e molto popolare non solo a Monza. La devozione della Città e nel territorio per Gerardo nacque subito, molto prima che venisse dichiarato formalmente Santo alla fine del '500. Leggo che quando fu fatto Santo gli furono ufficialmente riconosciuti  20 miracoli.
Dopo un lungo peregrinare di sedi (ed anche di nomi)  e dopo che i vari ospedali sorti a Monza (leggo: San Gerardo, San Bernardo e Santa Marta) furono  raccolti in unica istituzione nella seconda metà del '700, l'allora San Bernardo e Luoghi Pii Uniti diventa il nuovo e grande Ospedale di via Solferino (vedi cartolina ). Grande impianto a “padiglioni” come allora si usava per ospedali moderni, sorto anche grazie ad un lascito di Umberto I,  e che oggi è pressoché interamente trasferito nel nuovo ospedale a “monoblocco” per la parte principale e che sempre porta il nome del Santo Gerardo. Pochi sanno che il nome di San Gerardo, per l'ospedale viene dato nel 1946, con la repubblica,  per volontà del Comune sostituendo quello di Umberto I.

Molte cose ricordano il Santo Gerardo in Città: la Chiesa originariamente dell'antico Sant'Ambrogio (La grande costruzione contiene in una cappella laterale anche l'abside della chiesa originaria). Qui è venerato il corpo di Gerardo in una urna di cristallo. Il Santo è rappresentato, nella effige posta nell'acqua,  col bastone e la ciotola con le vivande. All'interno della Chiesa  in particolare un affresco di Gaetano Barbini, datato 1859, ritrae il Santo coi suoi malati. Celebre in Duomo il dipinto di Bernardino Luini che lo ricorda per il miracolo delle Ciliegie. Anche un'altra chiesetta lo ricorda, detta San Gerardino per le sue dimensioni, vicino all'omonimo ponte. Questa era la cappella dell'Ospedale e presenta begli affreschi e merita sempre una visita (devo dire che in gioventù, con l'amico De Giacomi, ottenemmo il permesso per riportare in luce, con lavoro volontario, gli affreschi coperti da varie croste, con gli ospedalieri San Rocco e San Sebastiano. Conservo ancora una foto del tempo e la documentazione sulla rivista la Città di Monza).


La seconda cartolina è spedita nel 1906  da un signore francese, in visita a Monza, alla Gentile Madmoiselle Louise… in un paese della Loire Inferiour. Essa dà una panoramica completa della facciata del Tempio che allora sorgeva con ampi spazi verdi attorno.
Riporto dal bel volume “Monza nelle sue Stampa”  edito nel 1985 con un saggio di Mulazzani, che la chiesa parrocchiale di San Gerardo al Corpo è una costruzione a croce latina, progettata dall'arch. Giacomo Muraglia, costruita inglobando l'abside della Cappella preesistente di Sant'Ambrogio . Fu realizzata tra il 1837 e il 1842, anno di inaugurazione.


Da questo volume, che riporta anche una acquaforte della Chiesa disegnata da Rivolta e incisa da Falkeisen, traggo una interessante acquaforte, “di popolo” e di costume, della cerimonia di posa della prima pietra, il 30 ottobre 1936, alla presenza dell'arciduca Ranieri di Austria, viceré del Regno Lombardo veneto. Viene riportato che G.Elena ritrasse dal vero.
Sul palco il Viceré e la moglie Elisabetta di Savoia. Sotto un ricco baldacchino la prima pietra da posare. Una tribuna sul fondo con gente anche sul tetto , una gran folla attorno con anche le guardie.
La terza cartolina è viaggiata nel 1905. Un signore scrive in tedesco alla signora Maria Müller in Germania.. La cartolina rappresenta la Cappella, riccamente decorata e affrescata, con l'urna del Santo.


Questo Santo ci ricorda l'antico legame della Città con scelte di solidarietà umana e civile e ci ricorda il legame profondo e talvolta drammatico tra la Città e il suo fiume, il Lambro.
Da sempre, come  è stato anche ricordato in Consiglio regionale quando si è discussa la legge regionale urbanistica che mette in difficoltà la Città, San Gerardo ci protegge quando il fiume esonda, o almeno fa la sua parte contro chi abusa della natura del fiume. Credo che anche per la Cascinazza abbia dato una mano e speriamo continui a farlo, per il bene della Città e del territorio impedendo lo scempio del Parco Storico (progetto di costruzione di un  Canale scolmatore da parte della Autorità del Bacino del Po) e dell'Area della Cascinazza  (piano di lottizzazione privato di edificazione di decine di condomini in area dove il fiume esonda naturalmente da sempre).

Andrò anch'io ad accendere un cero. Fatelo anche Voi con un bigliettino accluso: “Salviamo la Cascinazza”. Sono certo che il Santo ci ascolterà.

Alfredo Viganò


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  13 gennaio 2007