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In barca sul Lambro - 1911



in barca sul Lambro

La cartolina ci mostra una immagine inusuale. In barca in centro a Monza, sullo sfondo il Ponte dei Leoni. Siamo poco prima della chiusa, oggi scomparsa, che deviava le acque all'Isolino e alimentava i mulini di questa parte della Città. La barca è interessante perchè è per trasportare
passeggeri con due file da più posti ciascuna, quasi una piccola folla, una intera famiglia, ma probabilmente veniva utilizzata per pescare. Due signori sono in posa per la foto. Sul lato sinistro non c'è ancora il percorso pedonale. Le pedane di pietra lungo le mura servivano per accedere al fiume e all'uso dell'acqua.
La cartolina è viaggiata nel 1911. Un signore dal nome illeggibile manda i Saluti da Monza a Ottaviano (Napoli), a Luigi e Signora.

la situazione odierna - foto Franco Isman l'Arengario
la situazione odierna - foto Franco Isman l'Arengario

Ed ecco la situazione attuale, ripresa dallo stesso punto di vista. C'è il percorso pedonale, recentemente rifatto parzialmente a sbalzo sul fiume, mentre il muro del giardino Pigazzini, il giardino delle rose, è sempre quello. La casa in fondo al giardino è ancora la stessa come pure quella in piazza Garibaldi, l'ex Mauro pizzeria per intenderci, in eterna ristrutturazione. Sul lato destro la seconda casetta è la vecchia cascina ristrutturata mentre l'ultima ha avuto notevoli rmodifiche soprattutto nei piani superiori.

quasi in secca

La seconda cartolina, quasi dallo stesso punto, ci mostra un fiume quasi in secca dove un bambino si diverte a tirar sassi alle oche.
In questi giorni si parla molto del Lambro, delle sue esondazioni, a cui è legata la Città. Nel fiume stanno molte delle ragioni della sua nascita, con insediamenti palafitticoli sulle piccole isole che ancora due secoli fa caratterizzavano il suo percorso nel centro storico e al suo ingresso.
Il passaggio dalla collina alla pianura con i primi meandri, quasi un segno di discontinuità colto dai primitivi che vi si insediarono per le caratteristiche dei luoghi e che generarono, più tardi, l'insediamento urbano ed i ricchi mulini che caratterizzarono anche il percorso interno alle mura.

germani reali
femmine e pulcini di germano reale
foto Fr.I. - l'Arengario
airone cinerino
airone cinerino
foto Fr.I. - l'Arengario
La difesa dai rischi naturali e umani con la realizzazione dei fossi e del Lambretto lungo le Mura e al Castello Visconteo. I ponti che consentivano la centralità della Città anche di transito, di commercio e di controllo nel territorio.
L'acqua è nella storia dei Tintori, per i quali era energia e materia prima per la lavorazione e la tintura dei panni. La storia San Gerardo dei Tintori, il popolare santo di Monza, è legata al fiume ed alla festa delle ciliege: Gerardo, che apparteneva alla potente corporazione, a seguito di una inondazione portò aiuto, anche alimentare con le ciliege, galleggiando sul suo mantello, ai malati dell'Ospedale che stava sulle rive del fiume.
Ancora oggi l'Ospedale di Monza è intestato a questo santo, e per San Giovanni la statua di San Gerardo viene posta nel Lambro con una cesta di ciliege.

Ma poi, oltre alla tintura delle stoffe, numerose altre attività: l'economia dei Mulini, della pesca, l'irrigazione dei campi e degli orti, l'artigianato e l'industria che dell'acqua hanno sempre avuto bisogno.
Già coi Longobardi vi furono i primi decreti per non inquinare il fiume da parte dei Tintori mettendo una tassa, vi erano anche i diritti di pesca per tratti di fiume. La stessa De Lejva (La Monaca di Monza), quando svolse il ruolo di "Sindaco" della Città rinnovò dei diritti di pesca per il tratto
davanti al Carrobiolo.
Ancora l'acqua come partecipe di parchi e giardini e di quelli imperiali in modo particolare, ne segnano il paesaggio, lo nutrono per molti aspetti naturali e paesaggistici.
Oggi per pescare acqua potabile scendiamo molto sotto i nostri piedi, troppo. Anche questo è segno dei nostri tempi. Da anni, nuove leggi sulla gestione e tutela delle acque, il controllo degli scarichi e dei processi produttivi, la depurazione delle fognature, sembrano aver interrotto e invertito un processo distruttivo.
Il ritorno dei pesci e degli uccelli acquatici (anatre ma, qualche volta anche un airone), dei tavolini di bar e ristoranti sulle sponde, il rialzamento della falda in alcune zone, ci dicono che la situazione della gestione delle acque è migliorata, ma ci vorrà ancora molto perchè sotto i nostri piedi e nei nostri fiumi scorra acqua pulita e libera da inquinanti in maggiore o minore misura.
L'aver ridotto e anche costruito nell'alveo del fiume, la situazione climatica e le forti piogge che scaricano velocemente sin dalle colline e le prime montagne nel lago di Pusiano e poi nel Lambro ripropongono lo storico problema della esondazione del fiume, anche qui in Città, dove pure il Lambretto svolge un ruolo di espansione e sopportazione delle onde di piena.
Per questo aspetto sono in corso studi, ricerche, valutazione di scelte. C'è chi ritiene che bisogna riorganizzare il bacino del Lambro con attenzione alla "naturalità" delle scelte (vedi anche l'appello Salviamo la Cascinazza in Arengario). C'è chi propone complesse e impattanti opere idrauliche e canali scolmatori che devastano anche il Parco Storico (vedi Uno sfregio nel Parco Reale di Monza ). Le comunità, tramite i propri rappresentanti della valle del Lambro si sono espressi per privilegiare l'organizzazione naturale del fiume ricercando punti di esondazione controllata. Il PAI (Piano di assetto idrogeologico) invece, non accettando le osservazioni dei Comuni interessati, ha progettato un mega canale scolmatore (by pass) attorno al centro di Monza, di grave impatto ambientale anche nel Parco Storico e che pone a maggior rischio le comunità a sud di Monza.
Inaccettabile!

inondazione della Cascinazza inondazione della Cascinazza inondazione della Cascinazza

Ma in realtà è puro fumo negli occhi e non si farà mai (vedi Il Canale Truffa ).
Aggiungiamo qualche foto inedita dell'esondazione del fiume alla Cascinazza dove il PAI ha ridotto, contro il parere dei Comuni, la fascia di rispetto del fiume e dove si vede come l'esondazione (qui ormai in fase di ritiro delle acque), abbia superato anche la "Strada Romana".

Alfredo Viganò


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  9 luglio 2006