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Il Canale Truffa
di Franco Isman


il canale truffa

Ci riferiamo, naturalmente, al salvifico canale scolmatore il cui solo progetto ha miracolosamente messo l'area della Cascinazza al riparo da qualsiasi pericolo di inondazione causata dalle acque del Lambro.
Infatti il PAI, Piano di assetto idrogeologico, predisposto dalla “Autorità di bacino del fiume Po”, approvato con decreto del presidente del Consiglio del 24 maggio 2001 (Giuliano Amato), classificava il corso del Lambro nella zona Sud di Monza nella categoria R4, “zona ad altissimo rischio di esondazione ove sono possibili la perdita di vite umane oltre che danni gravi agli edifici e alle strutture”, con conseguente divieto assoluto di costruzione. Il terreno era agricolo e tale avrebbe dovuto rimanere.
Addio alle speranze della IEI di Paolo Berlusconi di realizzare sull'area della Cascinazza ben 388.000 metri cubi di fabbricati. Ma l'amministrazione Colombo, evidentemente più sensibile agli interessi del Berlusconi minor che a quelli della Città, faceva ricorso al Tribunale delle Acque.

Contemporaneamente, in tutta fretta, veniva messa allo studio un'opera idraulica addirittura imponente: un canale scolmatore che, in caso di piena del Lambro, capterebbe una parte delle sue acque nel Parco, immediatamente a monte del Ponte delle Catene, e attraversando mezza Monza, le convoglierebbe immediatamente a valle della Cascinazza, subito prima di San Maurizio al Lambro, con grande gioia degli abitanti di quel paese.

Il costo dell'opera, secondo la relazione di progetto, “ascende” a 168 milioni di euro (325 miliardi di vecchie lire) tanto da farla scherzosamente paragonare dall'assessore Alfredo Viganò in un suo intervento su questo giornale al… ponte di Messina. Ma il costo reale sarebbe certamente ancora superiore, basti pensare alle opere di viabilità interessate dal progetto, allo spostamento delle reti impiantistiche, al “sottopasso” del canale Villoresi.
Di più, le opere di presa d'acqua del canale, immediatamente a monte del Ponte delle Catene, andrebbero a sconciare irrimediabilmente il famoso “cannocchiale” visivo della Villa Reale.

Insomma, un'opera totalmente assurda che non sarà mai realizzata.
Eppure è bastata la redazione di questo progetto che non si farà mai, e di cui, anche se si dovesse fare, si parlerebbe fra moltissimi anni, per far modificare da subito il Piano di assetto idrogeologico che, in un decreto del 2004, firmato da presidente del Consiglio (Berlusconi Silvio) ha considerato eliminato l'altissimo rischio di esondazione con conseguenti possibili perdite di vite umane preesistente e reso di conseguenza edificabile l'area della Cascinazza (Berlusconi Paolo).

Un vero Canale Truffa ed un provvedimento truffaldino quello che considera come realizzato quanto è soltanto un progetto. E nella sciagurata ipotesi di ulteriori esondazioni sull'area e di perdita di vite umane, non si tratterebbe di omicidio colposo ma di un reato molto più grave.
Il comune di Monza assieme ad altri comuni limitrofi ha fatto ricorso contro il nuovo PAI al Tribunale delle Acque, competente in materia (con un unico grado di giudizio); la causa sarà chiamata questo mese e non dubitiamo proprio di quale possa essere la sentenza.

Nella conferenza stampa di ieri “NO al canale scolmatore truffa”, indetta dalle associazioni ambientaliste monzesi, con la partecipazione degli assessori all'Urbanistica ed al Parco, si è parlato appunto di questo, oltre che più in generale del problema delle esondazioni del Lambro e di possibili e realistiche misure di salvaguardia.

Franco Isman

E sulla salvaguardia della Cascinazza si veda anche l'appello
Salviamo la Cascinazza
una presenza insostituibile e rara per la vita del fiume, la sicurezza degli abitanti, la qualità del paesaggio e l'equilibrio ecologico di una parte di Lombardia.
sottoscrizione dell'appello


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  2 luglio 2006