L'Ospedale dei Cavalli
La cartolina è molto bella. Come in altre della stessa serie, la composizione sembra quella di un quadro bucolico. Al centro l'edificio destinato ad ospedale dei cavalli, in primo piano, al bordo della strada sterrata, all'ombra del bosco, tre persone indicano e rimirano l'ampio paesaggio. In fondo la catena montuosa ed innevata con le Grigne ed il Resegone.
Da poco un filare di giovani piante segue la strada. Non è viaggiata.
La Costa o Ospedale dei Cavalli fu progettata dall'architetto Tazzini nel 1825. L'impianto si rifà a schemi classici ma il tutto con materiali e finiture rustiche . Ne Le Architetture nel Parco Bagatti e Suss ci dicono: La Costa o Ospedale dei cavalli, in base alla sua funzione originale, è risolta difatti in un blocco compatto a pianta centrale
dal grande vano centrale quadrato colonnato, in origine scuderia,
tutto in forme auliche sobriamente imponenti
. Il portico ad est è ... un vero pronao porticato con colonne tuscaniche massicce di ordine gigante, completate da una classica trabeazione e da timpano.
I materiali sono : ... diversi, taluni anche poveri, come i ciotoli di fiume, usati con molta eleganza nei paramenti delle facciate
. In contrasto con le grandi colonne esterne in grandi blocchi di ceppo, le quattro alte colonne interne della scuderia
sono in granito rosa (addirittura monolitiche!), con capitello tuscanico sormontato da un dado in granito bianco
La foto allegata, tratta dal saggio sopra citato (contenuto in Il Parco Reale di Monza1989, Pro Monza) evidenzia i raffinati particolari ottenuti anche con materiali non particolarmente nobili.
L'importanza dell'architettura dell'edificio ci parlano dello stretto legame operativo ma anche culturale che legava il Parco alla presenza dei cavalli.
La cartolina pone in evidenza la cura del rapporto tra bosco, prati, architettura e paesaggio, dando pratica conferma della qualità del grande progetto del Parco dove un complesso insieme di fattori naturali e artificiali trovano composizione a grande scala.
Alfredo Viganò
8 gennaio 2006
|