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L'Autodromo e le corse della Matta Tapina


sopraelevata

Due cartoline riprendono il discorso dopo il Bosco Bello.
La prima cartolina è stata spedita “soltanto” una cinquantina di anni fa, nel 1958 e mostra una bella foto della curva sopraelevata. La folla di spettatori è interna alla curva. All'esterno non vi è pubblico ma solo militari che controllano. La nipote Bianca scrive alla zia Marta di Como mandando un “bacione da tutti” e per avere un “bigliettino di delega” per poter ritirare il passaporto.

traguardo - 1922

La seconda è più antica e mostra il traguardo della pista. E' viaggiata nel '39 (XVII E.F.), 17 anni dopo la prima gara. Vittorio manda un “Vi saluta e Vi ricorda sempre” al proprio Ill.mo Capitano… a Milano. Non so se aveva colto che l'Autodromo era nato col Regime che aveva anch'esso 17 anni.

Nel lontano 1922 nasce l'idea di mettere un autodromo nel Parco. In quell'anno si discuteva di usi del Parco sia agricoli che per le corse dei cavalli. Poi seguirà anche il golf.
Devo dire che altri parchi d'Europa, ma non storici, videro in quegli anni fiorire grandi attrezzature sportive e di spettacolo come ippodromi e spesso grandi vasche d'acqua, circuiti ciclistici etc.

Ho già raccontato che l'arch. Antonio Bellini, qualche anno fa, raccolse una rassegna stampa del tempo e dice:
“ Allora come oggi il dibattito fu animato e ricco di spunti polemici.
Oltre alla rapidità con cui furono prese le decisioni e realizzati i progetti, colpisce anche come - una volta inaugurati gli impianti – le opinioni, inizialmente pressoché unanimemente sfavorevoli, si fanno orgogliose e ammirate. Ora e allora come oggi.”
Rimando ad alcuni titoli significativi e scopriamo così che al posto dell'ippodromo potevano esserci allevamenti, orti e stalle di bestiame in buona parte del Parco.

- “Per il Parco di Monza” sottotitolo: “Bel Parco, Addio!...” Tratto dal Corriere di Monza e della Brianza del 4 gennaio 1922. Questo articolo è molto critico con la proposta del Consorzio Milano-Monza-Umanitaria di dare la parte centrale del parco in concessione per le corse dei cavalli. L'articolista parla della proposta alternativa e di fare allevamenti di bestiame, latterie e orti per primizie, soprattutto in una situazione economica difficile e di disoccupazione. Si citano anche le motivazioni del Consorzio per aver preferito le corse e, tra le altre si dice: “In via pregiudiziale il Consorzio ha ritenuto di dover svolgere anzitutto il suo programma sportivo fedelmente all'impegno preso di offrire nel Parco di Monza un lungo divertimento e di svago alle popolazioni di Milano e di Monza e nella considerazione che un programma agrario… (si parla dell'Opera nazionale dei combattenti che aveva in gestione le aree e che lo cedeva per le corse)…non ritenne di poterlo adattare a scopi agricoli senza offenderne la tradizione e la storia.”… “Ma la cosa senza dubbio più strana in tutta questa faccenda si è che il Consorzio Milano-Monza-Umanitaria, costituito cioè da tre enti di pura marca socialista… non abbia trovato destinazione per l'area oltre a quella di cederlo… alle corse di cavalli, vale a dire allo sport meno popolare in Italia e soprattutto più aristocratico.”

Le proposte e le decisioni si rincorrono velocemente. Sempre sul Corriere di Monza e della Brianza, dopo poche settimane, il 25 gennaio 1922, si da già atto dell'accordo intervenuto con l'Automobile Club di Milano per realizzare e fare già correre nel '22 il GRAN PREMIO D'ITALIA.

progetto iniziale
- “Un colossale autodromo nazionale nel parco di Monza” sottotitolo : “Vi si correrà il gran premio d'Italia del 1922”. L'articolo comincia con un comunicato ufficiale : “L'Automobile Club di Milano… ha deliberato di costruire nella regione di Milano un Circuito permanente, parte su autodromo e parte su strada… Per accordi intervenuti in questi giorni tra l'Automobile Club di Milano e il Consorzio Milano-Monza-Umanitaria… che il Gran Premio… del 1922 sarà corso sul circuito di Milano, che avrà il suo sviluppo parte su autodromo e parte su strada nel reale Parco di Monza.” L'articolo poi riporta pezzi della Gazzetta dello Sport e del Corriere e poi sottotitoli con: La Maggior prova mondiale (dando dati organizzativi e di partecipazione); La corsa su autodromi (sottolineando il fatto che già in altri paesi nel mondo si ricorre a corse in Circuiti e non su strada come si faceva); Circuito misto (che pone in evidenza le alternative tra strada e circuito a favore di quest'ultimo anche per la finalità tecnica e di prova. Si parla già di curve sopraelevate).
L'articolo è accompagnato anche da due disegni che mostrano il progetto che arrivava sino al Cavriga ed era molto più esteso di quello poi realizzato.

corriere di Monza - 1 febbraio 1922

La testata sempre dello stesso giornale del 1 febbraio 1922, qui allegata. La notizia copre l'intera pagina con anche un disegno planimetrico. In particolare l'intervistato comm. Mercanti che porta la responsabilità del tutto dice sostanzialmente:

  1. che il tracciato non è ancora definito e ne da però le misure e caratteristiche generali (circa 10 Km ampliabile a 12; 8 m di nastro con parti di 16; la parte di autodromo con curve anche sopraelevate potrà essere separato dalla parte stradale; vi saranno strade e zone di accesso, i box per le vetture concorrenti, le officine, le tribune e tutti i servizi annessi, il servizio di segnalazione “elettrico”. Inoltre il commendatore parla dei riflessi complessivi sul territorio: le comunicazioni, strade, ferrovie, tram etc.“ e non si può negare come la sistemazione stradale e delle comunicazioni nella nostra zona sia problema tale da far benedire dalle nostre popolazioni l'Automobile club se si potrà ottenerla attraverso le sue iniziative.”
  2. L'articolo poi con retorico stile dice: “Idee, Progetti e Problemi : Sotto gli alberi secolari… NON L'ASCIA MA IL BADILE. Il badile si affonderà tra breve, nel terreno; le macchine possenti seconderanno l'opera dello sterratore nell'allargare strade, elevar curve, appianare dislivelli… gli alberi rimarranno al loro posto: quasi custodi severi del luogo, essi vedranno….”

In altra parte del giornale, nello stesso giorno un altro articolista attacca duramente il progetto della SIRE per i cavalli. Nell'articolo ci sono le superfici e i conti per cui si ridurrebbe l'uso pubblico libero del Parco a soli 1.200.000 mq su un totale di 8.200.000. Dice: “ “… che detto pubblico dovrà poi andare a prendersi a La Santa od al cancello di San Giorgio attraverso 12 franchi di carrozzella o due ore e mezzo di igienica marcia. Non si può dire che nel Consorzio i rappresentanti di Monza abbiano tutelato un gran che gli interessi dei monzese.” Conclude dicendo : “Ed è da augurarsi che la SIRE pensi a portare altrove le sue tende ed i suoi brocchi lasciando che il parco serva a miglior uso.”

L'8 marzo del '22 il Corriere di Monza e della Brianza, sempre in prima pagina, (ma in realtà vi erano articoli ogni “ bisettimana”, quando usciva il giornale), dà un panorama delle feroci polemiche sia di natura artistico-ambientale che politiche ed amministrative. Il Ministero delle Belle Arti aveva fermato la cosa e dato parere sfavorevole bloccando ogni iniziativa volta ad edificare e trasformare il Parco di Monza.
Le polemiche politiche sono accese e si riporta un “cattivo articolo” del Popolo d'Italia contro gli esponenti del Consorzio e dell'Umanitaria (come esponenti della sinistra) indicandoli come affaristi e speculatori. L'attacco è anche contro il Corriere della Sera che sosteneva l'operazione.
L'Automobile club, da parte sua dichiara : “… La zona da noi affittata nel Reale Parco di Monza è quella più settentrionale… zona che è sconosciuta alla grande maggioranza del pubblico di Milano non solamente ma anche di Monza… la zona è inoltre in un grande stato di decadimenti di manufatti… Questo stato di abbandono non è di oggi ne di ieri… covo di malavita: comunque l'abbattimento degli alberi e la loro asportazione continuano da tempo indisturbate. Non consta che nessun sopraintendente ai Monumenti ed al paesaggio, e nessuna commissione si siano mai preoccupati.” E in altra parte più avanti : “L'Automobile Club di Milano, col suo progetto, non ha mai inteso turbare l'aspetto generale del Parco e la sua entità boschiva: L'Automobile Club di Milano anzi assicura al Parco la rigenerazione, la custodia, la manutenzione ed una grandissima propaganda tra il pubblico italiano e straniero.
Il titolo parla di “una masnada di vandali indigeni stà barbaricamente devastandolo.”

A seguito dei limiti della Soprintendenza e delle proteste l'Umanitaria nomina una Commissione, tardiva dice il Corriere di Monza e della Brianza del 22 marzo1922, ma comunque meglio di niente. Tra i componenti c'è anche il pittore Emilio Borsa.
Lo stesso 22 marzo un altro articolo è sottotitolato “Roma autorizza l'autodromo nel Parco ma lo circonda di gravi restrizioni”. Le limitazioni segnalate sono : “La sopraelevazione delle curve che a suo avviso guasterebbe il paesaggio e vuole che il pubblico abbia sempre libero accesso al Parco anche nei giorni di prove e di corse.”

coltiviamo la cocaina

Per ora mi fermo qui dicendo che Il Cittadino del 7 settembre 1922 in un articolo titola: “ Il CIRCUITO DI MILANO INAUGURATO”. Sottotitolo “alla presenza dell'onorevole Facta”.
Il Cittadino ricorda che c'era folla ma non tanta come si pensava dato che pioveva a dirotto.
Per il golf, l'ippodromo, il tennis, sarà per un'altra volta o altra cartolina. Cito una voce fuori dal coro sul Cittadino del 21 settembre 1922: “… la deformazione del Parco come tale con scopi prevalentemente commerciali ed egoistici. Non intendiamo con questo di disprezzare l'autodromo come tale e specialmente come luogo di divertimento e sport posto come viene ad essere in un anfiteatro così naturalmente meraviglioso. Anzi. Solo affermiamo non essere più il Parco, veramente e solo Parco.”
Con le due cartoline allego le già citate mappe e testata del Corriere del tempo e una divertente vignetta dove, siamo nel 1922, sulla destra un cartello dice anche : “coltiviamo la cocaina”, nel Parco ovviamente.

Alfredo Viganò


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  13 novembre 2005