prima pagina pagina precedente indice






Il re de sass “colossale”


Il re de sass

Oggi una cartolina nuova, inusuale e recente, che pone in evidenza il rapporto tra cose e dimensioni diverse. Una statua definita all'epoca “colossale” (ripresa dal didietro del re Vittorio Emanuele) di fronte ad un palazzo, davvero colossale e immanente nel rapporto, dentro il centro storico se pur al limite. Tanto da far quasi “perdere” la vista del monumento, di fronte all' edificio sul fondo. Palazzo, con buone finiture, disegno e composizione planivolumetrica, ma che, molto più che in altre parti della città (compresa piazza Trento e Trieste di cui presto parleremo con altra cartolina) denuncia un rapporto non giusto, al termine del centro storico, dove sorgevano le mura e inizia il “tridente” dei Boschetti che mira la Villa Reale e il Parco e rapporta, nel paesaggio urbano, lo stesso al centro della città. Lì vicino anche il palazzo dietro la villa Paleari e quello antistante lungo via D'Azelio testimoniano (per l'altezza e la densità edilizia) una parte di storia edilizia della città e come l'intervento del Piano Regolatore Piccinato abbia fermato la trasformazione generale del centro storico compromesso in alcune parti. Oggi vi sono ancora pericoli vista la volontà della nuova giunta di varianti pesanti al Piano di Governo del Territorio appena approvato e per le modifiche ora introdotte (aumento di volumetrie, di altezze, di aree prima tutelate e ora rese edificabili senza attenzione al contesto). Speriamo che la Città se ne renda conto ed impedisca o contenga gli eccessi.

Il re de sass

Ben diverse altre presenze sulla piazza Vittorio Emanuele (prima ancora piazza Augusto e ora Gianni Citterio), come la villa Maggi dell'arch. Tazzini o la splendida villa Brambilla Ferrario del Pestagalli e la più recente villa Paleari. In questo punto inizia il complesso rapporto tra il termine del centro storico, l'ingresso alla città nella rivisitazione dell''800 dato che la porta principale e storica non era qui ma quella di via Frisi (nel '700 Porta Carrobiolo che dava sulla strada Maestra) di belle e storiche architetture. La Villa Reale ha inciso profondamente su questa parte della città e ne ha impresso col Parco il destino, anche se sovente e purtroppo gli interventi successivi ed in particolare quelli della fine del secolo scorso, hanno svilito o compromesso questo rapporto con edifici che appaiono fuori misura nel contesto. Non è una critica alla modernità, anzi bisogna rifuggire dal “falso”, ma alla relazione tra progetto e contesto, compatibilità storico-ambientale. Tra valori immobiliari puntuali e scelte pubbliche. Tra le cartoline qui pubblicate in Arengario, alcune testimoniano più momenti della piazza e del monumento, anche con la nascita del tram, che qui aveva fermata venendo dal Parco e scendendo verso il centro per poi dirigere a sud sino al centro di Milano.
La cartolina è spedita da Maria a Laura a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia.
Per altra cartolina precedente abbiamo parlato di viale Cesare Battisti (Vialone reale) e del cannocchiale visivo che sarà compromesso nel paesaggio da una nuova lunga muraglia di sei piani, poco oltre il Rondò dei Pini, dove la attuale Commissione Edilizia con voto “bulgaro” ha approvato il rialzo di due piani della originaria previsione di edificio a ridosso dell'ipermercato, senza battere ciglio.
In questo luogo, come un perno centrale, in asse col vialetto alberato dei Boschetti, si erge il monumento che la città, per prima nel Paese, volle dedicare a Vittorio Emanuele II (il Re de Sass per i monzesi), figura discussa ma che certamente ha accompagnato la storia dell' unità del nostro Paese e che si discosta non di poco dal decadimento successivo della casata, sino ai giorni nostri.
Ritto in piedi coi baffoni e la spada Vittorio guarda la città, come una pausa da chi proviene dalla Villa.

L'Illustrazione Italiana

Ho tratto dalla prima pagina di copertina de “L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA” la bella stampa (firmata Barberis) che riporta il luogo quando fu inaugurato il monumento nel 1878.
All'interno l'articolo formula una critica alla città, non troppo velata, anzi una stroncatura, infatti l'articolo (titolato Monza e il primo monumento a Vittorio Emanuele) dice: “Domani 16 settembre la città di Monza inaugurerà il suo monumento a Vittorio Emanuele. E' una statua colossale del re Galantuomo; vestito da generale, con l'elmo in testa, il re sta ritto presso a un pilastrino, sul quale è scolpita una croce, stemma di Monza. Se la statua fosse equestre, se non fosse poco estetica quella uniforme da generale, con la casacca corta che stona tanto con l'elmo piumato, certo il signor Luigi Crippa, lo scultore monzese che eseguì il lavoro, avrebbe fatto cosa ottima, non soltanto con amore di cittadino, ma anche con valentia di artista. Così com'è, ad ogni modo è lavoro accurato, ed oltre tutto, in questa gara…..ha il pregio di essere, fra i tanti monumenti progettati, il primo fatto e compiuto.” Il lungo articolo continua poi con cose interessanti e anche curiose sulla nostra città di cui da un panorama di monumenti e luoghi di interesse. In sostanza disse che la città era tirchia perché la statua non era neppure equestre, che l'opera è di uno scultore locale, artigianale, e che nemmeno la giacca e la divisa del re vanno bene. La sola cosa rimarchevole è che Monza è arrivata per prima! Fortuna che è di ben altra qualità il monumento a Garibaldi dello sculture Bazzaro, quello originario in marmo che sarebbe meglio ripristinare (vedi cartolina su piazza Garibaldi).

Il re de sass

Il monumento vedrà passare il funerale del figlio Umberto, ucciso a Monza dall'anarchico Bresci. La cartolina di questo evento riprende la piazza gremita di folla con al centro il monumento. E' spedita in Svizzera alla signorina Julia da “un partecipante al lutto nazionale”.

Alfredo Viganò



cartolina successiva cartolina precedente

  28 febbraio 2008