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La porta de' Gradi
e il "punt de la Mariota"



Porta de' Gradi

Ma che belle le porte della Città! Che peccato che siano state distrutte!. Poco o niente è rimasto delle mura di Monza. Gli interventi distruttivi sono stati, nella nostra Città, intensi e continui per quasi due secoli, sino a tempi a noi molto, molto  vicini. Qualche pezzo si vede soprattutto quando il Lambretto è in secca. Piccole parti sono rimaste del Castello, alla “Porta Nova”  che dava verso Milano (si veda la cartolina di largo Mazzini).
Della porta de' Gradi  vi sono ancora foto e cartoline che ne testimoniano la forza e bellezza nella rappresentanza, forza e difesa della Città nel controllo degli accessi.
Da via Bergamo si entrava in Città da questa porta che presentava anche l'effige di San Giacomo. Subito fuori le mura, via pesa del Lino testimonia ancora nel nome la funzione.

Porta de' Gradi da Vecchia Monza   Porta de' Gradi da Vecchia Monza

Su “Vecchia Monza”, di Dante Fossati (ed. 1964 a cura del Comune di Monza), trovo una bella foto, che qui riporto e alcune notizie.
Fu decisa e attuata la demolizione, di questa ultima porta rimasta della seconda cerchia delle mura della Città, il 9 aprile 1908, meno di cento anni fa. Furono asportate e conservate solo la lapide e la statua di San Giacomo dato che il materiale di recupero aveva un suo valore economico per il demolitore.
Dice questa memoria che non erano d'accordo, in Comune,  l'ing. Mina e Don Bosisio. Ma l'assessore Meda, a cui dobbiamo questa brutta scelta,  vinse la partita. Poi dicono che tutti si rammaricarono del fatto, ma ormai era fatta.
Fossati ci ricorda anche perché il ponte si chiamava anche “della Mariotta”, nome ancora oggi in uso. Lì stava una ortolana così chiamata e che lasciò nella memoria di molti il suo nome per dire anche dove era il ponte.
San Giacomo era il protettore dei cappellai e quindi particolarmente rispettato a Monza. La statua e la lapide furono poste nella Chiesa dei SS. Giacomo e Donato. Qui si svolgeva anche il raduno per la festa dei cappellai il 25 di luglio di ogni anno con bevute e balli sino al mattino seguente. Aggiungo io che anche nel Parco i cappellai festeggiavano (si veda la cartolina su Baj), come alcuni hanno tramandato a chi mi ha riferito. Nella edizione di vecchia Monza del 1991 viene inserita un'altra foto di grande memoria ed effetto: i lavori di recupero di San Giacomo. Riporto anche quella dove, come si può facilmente notare, tutti ma proprio tutti portano un “cappello”, sospetto fatto a Monza.
Quando ero ragazzino mio padre mi raccontò di essere stato a Vienna con amici e qui si era preso un “cappello viennese” doc. Tornato a casa scoprì, nella fodera, che era stato fatto a Monza (Cinesi del tempo?). Non a caso a Milano girava un proverbio: “ i Monsciasch prima de colezion en bozzaren almanch trii”.

Una prima cartolina della fine dell'800, non viaggiata,  mostra ancora quasi intatta la torre di “Porta de' Gradi”, come dice la scritta e una piccola folla sta in posa sul ponte. Un ragazzino spavaldamente è seduto su una condotta appesa al ponte. In alto l'effige del santo e l'elegante cornice di merli della torre.
Sotto la torre passava il Lambretto, anzi la Torre era collocata su parte del canale che poi, con l'ampliamento della strada fu ristretto diminuendone la portata ed efficacia in caso di piena.

Porta de' Gradi

Una seconda cartolina ci mostra il “punt de la Mariota” dopo “la cura”, se così si può dire. Cura che a ben vedere ha ucciso il malato che era monumento da risanare e non certo da abbattere. Monza purtroppo è piena di queste scelte inopportune e di insensibilità . L'elenco è lungo, dal Castello a San Maurizio, un tempo, ma anche  più recentemente da cascine, a ville, palazzi  e parchi prestigiosi e che talvolta presentavano vincoli ambientali con tanto di decreti ministeriali e che pure nulla sono valsi a frenare scelte poco rispettose del passato e dei valori storici ed ambientali.  

mappa 1722

Nella mappa del 1722 la Porta de' Grate (così si chiamava in origine dato che la strada portava ad Agrate), appaiono ancora complete le mura della Città che da questa parte sono cinte dal “Fosso d'Acqua” che chiamiamo Lambretto. In quel punto il canale formava quasi una piccola darsena con gradinata ampia di discesa al fiume (si veda anche la bella foto della seconda edizione di vecchia Monza del Fossati, del 1991)  al cui centro emergeva dalla cinta muraria la porta a torre merlata. Questo era il solo ponte esistente da questa parte della Città e quindi intenso il traffico del tempo. In altra cartolina mostreremo il prima e dopo della distruzione di un bene monumentale ed artistico e non solo storico e cioè San Maurizio che si nota nella mappa in via d'Arena.

Alfredo Viganò


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  8 febbraio 2006