prima pagina pagina precedente



Gli inglesi e le rotonde
di Paolo Avesani


la rotonda di piazza Gianni Citterio
foto Fr.I. - l'Arengario

Una curiosità. Noi siamo abituati a considerare gli inglesi degli eccentrici: hanno unità di misura proprie senza sistema decimale, non usano il bidet, viaggiano a sinistra ecc...
Non si tratta, per quest'ultima abitudine, di una cosa “made in England”: per secoli sulle strade di tutto il mondo pedoni e cavalieri hanno tenuto la sinistra per poter, all'occorrenza, usare la spada con la destra contro chi veniva dall'altra direzione, per offendere o per difendersi. La circolazione a sinistra è rimasta in uso, fuori dall'Inghilterra ed i suoi dominions, in ferrovia.

Seconda notazione: gli inglesi tengono la sinistra ma danno precedenza a destra. Primo risultato: tutte le vie secondarie non necessitano di cartelli di precedenza. Secondo risultato: nelle rotatorie con circolazione oraria, chi è inserito ha la precedenza su chi deve entrare, anche qui senza la necessità di cartelli. Le rotatorie risultano così “autosvuotanti”: chi è dentro non trova ostacolo ad uscire, lasciando il posto a chi deve entrare. Inizialmente questo valeva per le rotatorie “naturali”: piazze con aiuole o monumenti al centro.
Poi al crescere del traffico (in Inghilterra già negli anni Settanta) si è cominciato a creare rotonde artificiali per regolare gli incroci al posto dei semafori, con ottimi risultati.

Quando, sull'esperienza inglese, si è cominciato ad usarle “sul Continente”, prima al Nord e poi anche da noi, si è scoperto che, con la rotazione antioraria e la precedenza a destra, in presenza di traffico pesante, le rotonde finivano presto per intasarsi, creando l'effetto “serpente che si mangia la coda”. Tale rischio di “autobloccaggio” cresce con l'intensità del traffico ed al diminuire del diametro della rotonda. Di lì la necessità di dare la precedenza a chi è già inserito.
In mancanza di una semplice disposizione del codice della strada la quale stabilisca che in presenza del cartello di obbligo di rotazione (le tre frecce bianche in campo blu che si rincorrono in circolo) la precedenza vada a sinistra, il compito di regolare in siffatta maniera le rotatorie spetta ai gestori delle strade per mezzo della segnaletica verticale ed orizzontale (eccezione rispetto alla regola generale).
Risultato: tutte le nuove rotatorie hanno le segnalazioni di precedenza costituite dai cartelli di precedenza (triangolo rovesciato bianco con bordo rosso) e dai triangolini in catena dipinti a terra.

Purtroppo molte rotatorie naturali di grande diametro non sono state adeguate. Esempi: a Milano le piazze Libia, Siena, Segrino. Queste piazze, di grande diametro, non hanno carichi elevati di traffico e non sono quindi soggette al rischio dell'intasamento. Altre grandi piazze simili, Piola, Cuoco, Zavattari, con carico elevato di traffico, sono addirittura ancora regolate dai semafori. Caso a parte fa piazza Lagosta, senza precedenza a sinistra e senza semafori, e quindi spessissimo intasata. Resta comunque, in questi casi, il grave pericolo costituito dal fatto che tutti ormai siamo abituati ad avere la precedenza all'interno delle rotatorie e spesso non ci accorgiamo di essere in situazione rovesciata. L'uniformità di regole e comportamenti è fondamentale per un traffico ordinato e sicuro!

E a Monza? Tutto bene nelle nuove rotonde, compresa quella lilliput di via San Gottardo – via Col di Lana. Ma piazza Citterio è rimasta all'antica: il diametro è piccolissimo se confrontato con le piazze di Milano sopra citate. In compenso il carico di traffico è pesantissimo. Oltre al rischio (o certezza?) di intasamento ci sono altre cose che meritano di essere prese in considerazione:
  • L'alta velocità (a quando un bel “dosso Confalonieri-Marrazzo?) di chi arriva da viale Regina Margherita.
  • Le auto in sosta fino al filo del passaggio pedonale dello stesso viale (pedoni nascosti vicino all'edicola dei fiori).
  • Il fatto che chi viene dalle vie Carlo Alberto e Santa Croce la precedenza debba darla ma non sempre se ne accorge (perché loro sì e noi no?). Poi, una volta dentro (una conquista!), la precedenza non la molla più.
  • Le auto in sosta anche in terza fila e quelle in coda ai distributori.
Risultato: caos, frenate, improperi e capelli dritti per i pedoni, data la velocità di ingresso delle macchine forti della precedenza. E, ovviamente, traffico rallentato e maggiori emissioni di gas di scarico. Meno male che due delle sette strade che convergono nella piazza sono a senso unico in uscita!

A quando la soluzione? Tre cartelli ed un po' di vernice sono troppo poco per mettere in moto la possente macchina comunale? Oppure ha ragione la mia amica poetessa Eva Sani a sospettare dell'altro?

Paolo Avesani


in su pagina precedente

  10 dicembre 2005