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Parole chiare e dure sulle primarie
Gianfranco Pasquino sul sito dell'Ulivo


Gianfranco Pasquino

Il 4 ottobre il prof. Gianfranco Pasquino ha risposto nel forum de l'Ulivo a diverse domande ed obiezioni riguardo la sua proposta sull'adozione delle elezioni primarie pubblicata su “Il Mulino” di agosto. Riportiamo qui di seguito alcune domande e risposte.


Pitio16
Ho letto la sua proposta sul Mulino, non crede che ,oltre ad una minima cauzione, bisognerà mettere un tetto alle spese per ogni possibile candidato, altrimenti si rischia uno sbocco "americano" per cui fanno politica solo coloro che se lo possono permettere?
Pasquino
Non sono preoccupato dalle spese dei candidati. Sono fatti loro e, naturalmente, chi spende e spande potrà essere “denunciato” dagli altri candidati, e punito dall'elettorato delle primarie che immagino molto attento a evitare che vincano i danarosi e perdano i competenti.
Henry1
Quanto della sua proposta è concreta e quanto provocazione? Perché tante resistenze da parte del centrosinistra ad adottare le primarie?
Pasquino
E' una provocazione concretissima, dettagliata, precisa, negoziabile e poco criticabile. Comunque, chi ha alternative dovrebbe farsi avanti. Il requiem per il centro-sinistra è suonato, anche perché il suo leader Rutelli non è stato scelto attraverso nessuna procedura democratica (pur essendosi riscattato assumendo significative responsabilità nella operazione militare italiana in Afghanistan). Il centro-sinistra non è in grado di adottare un bel niente: è un'alleanza conservatrice di quei pochi brandelli di potere che si contende al suo interno. Non può e non vuole rimettere in discussione il proprio declinante potere (negativo: no a questo, a quello, a quella cosa lì che sono le primarie).
Massimo
1. Cosa può fare la società civile per incoraggiare l'Ulivo in questa direzione?
2. Chi sono i nemici delle primarie?
Pasquino
1. Si può fare una minaccia semplicissima: “Noi elettori dell'Ulivo dichiariamo che non voteremo nessun candidato che non sia stato prescelto attraverso elezioni primarie e ci impegniamo in tal senso. Soltanto se in una data situazione c'è un solo candidato, disponibile alle primarie, ma impossibilitato a farle tenere per assenza di concorrenti, voteremo per quel candidato”.
2. I nemici delle primarie sono gli oligarchi, quanto più piccolo è il loro partitucolo tanto maggiormente si aggrappano con le unghie e con i denti al potere di ricatto che possono esercitare su candidati che verranno scelti dalle patetiche tavolate del centro-sinistra. Se ci fossero le primarie, dovrebbero far contare i loro pugnetti di voti, e questo non possono permetterselo.
Bfaber
1.La sua proposta è molto stringata. Ha disponibile un testo commentato?
2.Molti partiti sostengono di avere nel cassetto proposte analoghe. Le conosce? Se si potrebbe dare un quadro generale sintetico sulle principali differenze?
3.Le elezioni costano. Le somme richieste ai candidati ed agli elettori potrebbero finanziare il costo del voto elettronico? A mio avviso il trattamento elettronico dei dati con una procedura "pubblica" e "certificata" toglierebbe molti argomenti contrari e favorirebbe lo sviluppo della democrazia diretta.
Pasquino
1.Ho scritto un ampio articolo sulle primarie? Sì, grazie, pubblicato nella rivista “Il Mulino”, luglio-agosto 2002, disponibile nelle librerie (e persino in qualche edicola…).
2. No, i partiti non hanno nessuna proposta nel cassetto, meno che mai analoga alla mia. La prova provata è che contrastano le altre proposte criticandole più o meno speciosamente, ma non sostenendo mai di averne di migliori. I capi dei partiti non vogliono primarie ben organizzate e ben regolamentate perché queste primarie comporterebbero da parte loro una cessione di potere (e quale potere!) ai cittadini; e allora che capi sarebbero privati del potere di scegliere i parlamentari e il leader della coalizione?
3. Non ho nessun dubbio che, proprio perché i cittadini/elettori sono contrari a finanziare indiscriminatamente i partiti, sarebbero disponibili a finanziare attività mirate, utili, dagli effetti visibili come le primarie.
Lodes
La sua proposta non lascia spazio a molte osservazioni e, credo, metterà in difficoltà chi è solito aggrapparsi ai se e ai ma per svicolare rispetto alla decisione di adozione dello strumento. La trovo puntuale nella sua semplicità e molto apprezzabile per la chiarezza. C'è, però, un aspetto che riguarda il “percorso” in cui le primarie si vanno ad inserire sul quale gradirei un chiarimento: nelle elezioni a dimensione regionale e nazionale, in che modo si forma la “proposta politica/programma” che dovrà essere sottoposta al vaglio del corpo elettorale?
Pasquino
Sono i candidati stessi che per sfidarsi non soltanto sul loro look, apparenza fisica ed altro, si trovano costretti a dire chiaramente, per convincere i loro elettori, che cosa faranno e quindi producono parti importanti del programma. E sulla loro credibilità personale e sulla loro competenza programmatica che i candidati si giocano la vittoria nelle primarie, e che gli elettori sono davvero posti in condizione di scegliere, sapendo che se scelgono male è colpa loro!
Henry1
Due commenti autorevoli raccolti a una conferenza sulla comunicazione politica:
Secondo il prof. Paolo Mancini le primarie porterebbero a una personalizzazione ancora più spinta della politica e, togliendo ai partiti potere sulle candidature, significherebbero praticamente lo smantellamento delle strutture dei partiti.
Secondo il prof. Rodriguez, invece sarebbero auspicabili, se non altro perché attualmente il potere (candidati paracadutati compresi) è completamente interno ai partiti e quindi significherebbe inserire un filtro democratico intermedio.
Pasquino
Naturalmente sono d'accordo con il prof. Rodrigez che ringrazio (e saluto). Il prof. Mancini deve evidentemente vivere in un altro continente o forse in un altro mondo. Quali sono i partiti organizzati in questo paese chiamato Italia? Sono già a livello nazionale e a livello locale strutture personalistiche, di clientele, di parentele, di collusioni e di connivenze, sono strutture drammaticamente personalistiche. Le primarie creano leadership e ne permettono la misurazione.
Graziella
Ultimamente ho seguito diversi dibattiti sulla "democrazia partecipativa”; tutti con sviluppi differenti.
Come spiegherebbe lei il concetto?
Quanto le elezioni primarie influiscono sullo sviluppo di democrazia partecipata ?
Pasquino
Le primarie sono indubbiamente uno degli strumenti e dei canali della democrazia partecipata. Come la interpreto io, la democrazia partecipata significa predisporre il maggior numero di sedi e di occasioni affinché i cittadini possano, se vogliono, essere presenti, e possano, se vogliono, essere decisivi. Nelle primarie sono costretti ad essere presenti se vogliono contare; diventano decisivi appena decidono di farsi contare.
Stefano51
La spaccatura dell'Ulivo in Parlamento sull'invio degli alpini ha formalizzato la crisi della leadership dell'Ulivo. E' probabile che nelle prossime ore si tenterà, da parte dei partiti della opposizione, un ricompattamento, almeno sul fronte della politica interna. Tutto ciò in un momento delicato, in cui si cerca di ricostruire un dialogo con la società civile presente nei movimenti e nei girotondi. Come si può, secondo lei, trasformare questo ennesimo problema in opportunità di crescita per l'Ulivo ? In altri termini, come si possono conciliare le primarie, che richiedono tempo e organizzazione, con l'esigenza di fare una "flebo" immediata alla vita stessa della coalizione ?
Pasquino
Niente flebo. Come si grida in maniera un po' becera negli stadi ai giocatori caduti che spesso si lamentano in maniera plateale: devi morire, devi morire. Questo Ulivo era già uno spettro, che neppure si trascinava per l'Europa: deve morire. Può essere ricostruito a partire dai collegi elettorali, dalle convenzioni di collegio, che erano nei programmi dell'Ulivo, con la partecipazione dei parlamentari e dei cittadini/elettori. Se qualcuno dall'alto sa e decide di prendere una sana iniziativa dirompente tanto di guadagnato. Se no, si dovrà ripartire dal basso. “Non perdiamoci di vista”, ma guardiamoci bene in faccia: nessuna coalizione potrà mai governare questo paese se non si assume i suoi obblighi internazionali: costruire le condizioni della democrazia, debellare il terrorismo. Il resto sono deplorevoli e deprecabili calcoli elettoralistici che prima falliscono meglio sarà.
Graziella
Non vorrei che le primarie si svolgessero come in America; quali differenze rimarcherebbe per poterle applicare in Italia?
Pasquino
In America le primarie sono all'interno di un partito, nel quale ciascun candidato si dota di una comitato elettorale.
In Italia sarebbero all'interno di una coalizione nella quale ciascun candidato deve cercare di andare oltre i confini del suo partito/gruppo di appartenenza
Nicolab
1. Un fatto imbarazzante è che la classe dirigente politica verrebbe estromessa irrimediabilmente dal parlamento. Mi chiedo se per esempio un candidato come Moretti potrebbe essere considerato uguale a tutti gli altri durante le primarie (solo per fare un esempio naturalmente senza offese per nessuno).
2. Ho dei dubbi sul fatto che l'esporre la lista dei nominativi di chi ha partecipato alle primarie come elettore sia legale (vedi legge sulla privacy).
3. Bisognerebbe trovare un sistema che permetta di evitare infiltrazioni.
Pasquino
1. No, mi creda, nessuno dei dirigenti di partiti va MAI perduto, purtroppo. Hanno creato uno straordinario sistema di collusione e di mutuo soccorso. La testa ci sarà sempre perché avremo eletto con le primarie anche il leader della coalizione. E se vince Moretti, pazienza o allegria, a seconda dei casi. Ho sufficiente stima del regista per pensare che sappia distinguere il suo mestiere da quello della politica anche se i non molto originali dirigenti politici parlano di “cabina di regia”.
2. Certo, l'ineffabile garante della privacy nominato dai partiti del centro-sinistra potrebbe trovare da ridire, ma fuori luogo. Chiunque può accettare o no di esporsi politicamente. E' segreto il voto, ma io posso comunque dichiarare alto e forte per chi ho votato. E voglio proprio farlo per convincere altri che hanno fiducia in me a fare lo stesso.
3. No, non credo alle infiltrazioni e voglio proprio rendere più difficile ai voltagabbana un po' dappertutto di passare da uno schieramento all'altro. Naturalmente, possono farlo: basta che se ne assumano la responsabilità e sappiano come spiegarlo.

Saluto finale del prof.Pasquino
Vi saluto lasciandovi con il pensierino della sera...
Avete mai pensato a chiedere al vostro parlamentare di spiegarvi candidamente come è stato prescelto e quali preoccupazioni ha per come verrà defenestrato la prossima volta?
Attendo sue e vostre notizie.

Grazie e buon divertimento.
Gianfranco Pasquino


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  8 ottobre 2002