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Re Giorgio
Franco Isman

re Giorgio

L'ipotesi re Giorgio, nonostante i reiterati rifiuti preventivi, aleggiava fin dal principio ed aveva autorevoli sostenitori, Eugenio Scalfari per primo. Poteva essere una soluzione ponte e servire a superare una situazione difficile, con un movimento 5stelle, feudo di Grillo, che dichiarava la sua assoluta indisponibilità a collaborare, il disgusto, della base perlomeno, ad intese con Berlusconi e l'importanza che la scelta fosse condivisa e non una imposizione del partito di maggioranza relativa.

E qui mi sia consentito un inciso su un argomento più e più volte ripreso e sul quale l'altra sera a Otto e mezzo non si poteva non dare ragione alla Santanchè: l'articolo 83 della Costituzione, che stabilisce che nelle votazioni per l'elezione del Presidente della Repubblica dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dell'assemblea, era stato concepito per il sistema elettorale proporzionale dove questa maggioranza aveva una sua reale corrispondenza nel Paese. E' stata vergognosa insipienza, o peggio, che passando a sistemi elettorali maggioritari non si sia contestualmente variata la maggioranza necessaria, lasciando la nomina del Presidente alla prepotenza di una parte che non rappresenta la maggioranza del Paese. Esattamente come per l'articolo 138 che disciplina le revisioni della Costituzione.

Poi c'è stata l'inaspettata candidatura di Stefano Rodotà proposta da 5stelle, scaturita dalla base e dalla serietà di Milena Gabanelli e di Gino Strada che hanno declinato la designazione, ed è stata follia di Bersani non cogliere l'offerta al volo. Invece il PD ha voluto proporre Marini, poi c'è stato il vergognoso parricidio di Prodi con la sua candidatura approvata all'unanimità la mattina e la indecente impallinatura del pomeriggio.

Oggi la soluzione avrebbe dovuto essere una convergenza su Rodotà: errare è già grave, perseverare diabolicum. “Ma perché il Pd non può votare Stefano Rodotà? – si domanda Cinzia Gubbini su Popoff.Globalist - Qual è il problema di quest'uomo, fine intellettuale, presidente del Pds, da sempre fedele elettore del centrosinistra… Che cos'ha Rodotà che non va? Una cosa: Stefano Rodotà non è una persona ricattabile. E questo è un problema.” Terribile.

Oggi la rielezione, sia pure transitoria, di re Giorgio ha il solo significato di salvataggio dell'attuale establishment dei partiti e di guerra a 5stelle che diventerà non più recuperabile !
Aggiungasi che l'ipotesi rielezione non è stata accolta in modo unanime dai grandi elettori del PD e Napolitano rischia anche di essere eletto con una maggioranza risicata, lasciando in ogni caso un Paese diviso e scontento, anzi incazzato.
Poi avremo un governo del Presidente, e si parla di Amato o di Enrico Letta, che si reggerà sui voti del PDL e del PDL-senza-elle, che speriamo riesca a varare i provvedimenti di rilancio dell'economia indispensabili ma che, in queste condizioni, è molto dubbio riesca a portare a termine le altrettanto importanti riforme politiche: la legge elettorale, il conflitto di interessi, seri provvedimenti contro la corruzione.

Franco Isman


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  20 aprile 2013