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Il Giorno della Vergogna di Stato
21 luglio 2001 - Genova
Umberto De Pace

macelleria messicana macelleria messicana
"macelleria messicana"

Con la sentenza della Cassazione sulla Diaz si chiude i modo definitivo il corso della giustizia su una vicenda tragica e vergognosa che vede condannati alti dirigenti delle forze dell'ordine del nostro paese.
Non tutti, solo in parte, con prescrizioni, senza aver potuto individuare i responsabili materiali delle violenze, dopo undici anni; tutto vero, ma la sentenza è comunque importante in un paese dove le restanti istituzioni nel loro complesso sono state o conniventi o latitanti nei confronti di atti di una gravità inaudita commessi dalle forze dell'ordine sotto gli occhi del mondo intero. Possiamo dire che la magistratura ha compiuto il suo dovere, ora toccherebbe alle restanti istituzioni . Le timide scuse espresse dal capo della polizia Antonio Manganelli di certo non possono bastare, gravate come sono dal prevalere dello spirito di corpo sui doveri del proprio mandato a tutela della sicurezza dei cittadini. In quei giorni alcune decine di cittadini subirono un vile massacro e non dei semplici danni, e non vi fu qualche comportamento errato ma un deliberato quanto reiterato abuso di violenza gratuita da parte delle forze dell'ordine. In quei giorni furono sospesi i diritti civili e le garanzie costituzionali, tentando in seguito, per anni, di nascondere tutto ciò sotto menzogne e omissioni.
E' difficile immaginare un sussulto di dignità da parte delle istituzioni del nostro paese, in questo penoso quanto critico scorcio di fine d'epoca, teso a rimarginare quella ferita profonda e tuttora aperta creata da una violenza ottusa, cieca e vile perpetrata da corpi dello Stato. E' difficile immaginare che oggi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano faccia ciò che in molti attendiamo da tempo e cioè che chieda scusa a nome dell'intero paese alle vittime di quegli orrendi soprusi. E' difficile immaginarlo se pur non impossibile e auspicabile. Non ce lo aspettiamo sicuramente da parte del Parlamento la cui mancanza di credibilità annovera, non da ultimo, la pesante colpa di avere garantito l'impunità politica ai mandanti di quelle vili azioni.
Di certo sarà uno dei compiti a cui non potranno sottrarsi gli uomini e le donne che ricopriranno i più alti incarichi istituzionali nel nostra paese nella prossima epoca ormai alle porte. Fino ad allora, finché non verrà fatto questo atto tardivo ma pur sempre dovuto, per noi cittadini che ci riconosciamo pienamente nella Costituzione della Repubblica Italiana e nelle istituzioni che in essa trovano fondamento e riconoscimento, il 21 luglio rimarrà nella memoria quale Giorno della Vergogna di Stato.

Umberto De Pace


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