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Ma perché non lo vogliono fare ?
JLV


crash di lusso

In occasione del blitz a Cortina degli ispettori della Agenzia delle entrate avevo osservato come per combattere l'evasione di negozi e pubblici esercizi siano necessari controlli a tappeto e imprevedibili da parte della Finanza e multe salatissime a carico degli evasori. Mentre, aggiungo, è saggio non sanzionare il cliente che esce senza scontrino.
Molto bene quindi le ispezioni milanesi dello scorso week end che hanno mostrato come un esercizio commerciale su tre non fosse in regola con l'emissione degli scontrini o delle ricevute fiscali.

Discorso opposto invece per le autovetture di lusso fermate per strada per rilevarne l'intestatario: è un controllo complicato e, tutto sommato, inutile. Infatti sarebbe sufficiente incrociare i dati del PRA (Pubblico Registro Automobilistico) degli intestatari delle 200.000 autovetture di lusso vendute ogni anno, con i redditi da questi dichiarati, persone fisiche o società che siano: basta volerlo fare. Invece si continua a non farlo.

Giusi Fasano sul Corriere di oggi riferisce virgolettata la motivazione addotta dal colonnello Massimo Manucci, comandante del gruppo di pronto impiego della GdF di Milano: «Per esempio perché se ci limitiamo ai controlli dall'ufficio non incappiamo negli evasori totali. Che dati incrocio se sono sconosciuti al Fisco?». Stento a credere che il colonnello Manucci possa aver detto un cosa di questo genere perché è assolutamente evidente che se l'intestatario di una Porsche Cayenne è sconosciuto al fisco si tratta di un evasore totale: bingo, beccato in pieno.

Ma si continua a non farlo e al Corrierone sta bene, l'articolo della Fasano, con la perla citata, ha una bella evidenza a pagina 3 con anche un sommario (si dice così?) che recita: “Il colonnello – Il comandante dei Baschi verdi: gli evasori totali si scoprono solo sulla strada”.

JLV


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Toti Iannazzo
January 30, 2012 11:46 PM

Premetto che non conosco la materia e che quindi potrei scrivere delle
sciocchezze. Ma escluderei che ci sia, come l'intervento di JLV induce a
sospettare, la volontà di proteggere o coprire qualcuno. Immagino però
che chi imbroglia in questo settore abbia risorse sufficienti per
proteggere se stesso - o per trovare qualcuno che lo protegga - nel caso
che, come JLV suggerisce, la GdF cerchi di risalire a lui semplicemente
dai dati deducibili dalla registrazione dell'auto. Nel migliore dei
casi, semplicemente, l'indagine avviata dalla GdF gli servirebbe per
essere messo in allarme, così da avere il tempo di predisporre le
contromisure. Per contro chi viene trovato alla guida dell'auto, nella
gran maggioranza dei casi, dovrebbe essere il vero proprietario della
medesima o qualcuno a lui molto strettamente collegato, e dovrebbe
fornire spiegazioni e prove plausibili sul perché fosse al volante. In
ogni caso sarebbero in due (l'intestatario ed il guidatore) invece che
uno solo, a finire sotto indagine. E ciò da solo penso sia un vantaggio
considerevole.

Toti Iannazzo



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  30 gennaio 2012