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Il cuore della Brianza e le sue contraddizioni
Umberto De Pace


C'è una Brianza alquanto strana che continua a stupirmi per alcune sue uscite azzardate, alle volte stonate, altre sgangherate con le quali marca il territorio e afferma i suoi tratti culturali. Mi riferisco a quella Brianza che, pur con nobile intento, ha azzardato la corsa a un improbabile premio Nobel per la letteratura allo scrittore besanese Eugenio Corti, o a quella sgangherata che propose a suo tempo di votare in consiglio provinciale la candidatura al premio Nobel per la Pace nientemeno che di Silvio Berlusconi, senza il minimo senso del ridicolo. Con la più recente premiazione, questa sì avvenuta alla fine del novembre appena trascorso, allo stupore si affianca anche un po' di curiosità di fronte ad una scelta dove trovo difficile collocare un nobile intento o, all'opposto, una patetica piaggeria.

Mi riferisco all'associazione Cancro Primo Aiuto e al premio dato all'ex ministro Roberto Maroni per il “fattivo impegno personale e istituzionale nel portare aiuto concreto alle persone in gravi difficoltà nell'ambito del processo di migrazione, con un impegno personale e un'operatività che coincidono molto bene con il motto di fondazione della Onlus” per il quale “siamo solo uomini che aiutano altri uomini”.

Quando lessi a suo tempo la notizia pensai a un refuso ma l'autorevolezza della fonte – il Cittadino – non lasciava margine a questa mia vana speranza di fronte a una notizia alquanto stonata. Iniziai quindi a pormi delle domande su chi fosse stato quel ministro che fino a ieri aveva gestito la questione dell'immigrazione nel nostro paese; quel ministro che lasciò degenerare l'emergenza a Lampedusa fino al punto di portare all'esasperazione e allo scontro i suoi concittadini lì residenti e i migranti lì costretti; quel ministro che inaugurò con orgoglio la pratica dei respingimenti in mare dei migranti; quel ministro che impose una tassa vessatoria per ottenere il permesso di soggiorno; quel ministro che, insieme al suo governo, siglò un accordo vergognoso con il dittatore libico per il contenimento del fenomeno migratorio; quel ministro fautore della “tolleranza zero” e della linea “dura” verso gli immigrati; quel ministro della Repubblica Italiana che nei week-end di riposo dagli impegni istituzionali urlava dai palchi del Nord Italia “Padania libera” e ascoltava imperterrito le più brutali e ignominiose ingiurie contro gli immigrati, sparate dai suoi incontinenti compagni di partito.
Nel mio arrovellarmi fortunatamente è giunto in soccorso lo stesso ministro Roberto Maroni il quale in questi giorni, intervenendo sulla questione della possibile revisione al ribasso della tassa di soggiorno per gli immigrati, avanzata dal governo, ha minacciato lo stesso di non “azzardarsi” a farlo confermandomi che quel ministro di cui parlavo più sopra era proprio lui.

Per fortuna a fianco della Brianza dei premi stonati c'è quella dei premi non ritirati quando questi sono consegnati da chi in Parlamento ha votato una legge che “ nega quei diritti all'emigrazione che la Carta dei Diritti dell'Uomo proclama e che la Costituzione Italiana sancisce e fa suoi”.

Luigo Folcio
Luigi Folcio

Così ha fatto nel novembre 2010 Luigi Folcio, coordinatore del Gruppo Volontari della Brianza, rifiutandosi di ritirare il premio dalle mani del Vice Presidente della Camera Maurizio Lupi, compagno di cordata insieme al ministro Maroni dell'allora governo Berlusconi.
Buon anno Brianza

Umberto De Pace


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  10 gennaio 2012