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In morte di un dittatore
10 . E' tempo di ricostruire
Umberto De Pace


Quando mi dissero che il cadavere di Mussolini era stato portato a piazzale Loreto, corsi con mia moglie e Filippo Carpi. I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: “Tenete indietro la folla!”. Poi andai al Cln e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. Mi dettero tutti ragione: Salvadori, Marazza, Arpesani, Sereni, Longo, Valiani, tutti. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina. Così ordinai che fossero rimossi e portati alla morgue. Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra”.
Sandro Pertini intervistato da Oriana Fallacci per L'Europeo, 27 dicembre 1973, in Intervista con il potere (Rizzoli 2009).*

Gheddafi Gheddafi Gheddafi

Le volgari reverenze del presidente Berlusconi nei confronti di Gheddafi nel pieno del suo potere, fanno il paio con la vile dichiarazione di non “volerlo disturbare” quando lo stesso stava bombardando gli insorti a Bengasi e non potevano che concludersi con un pilatesco encomio di fronte alla sua dipartita. Al suo fianco il ministro Bossi, mentre su tutti gli organi di informazione scorrevano le immagini raccapriccianti della macabra fine inferta al dittatore, non aveva nient'altro di meglio da dire che ora si poteva spedire a casa i profughi e rifugiati libici.

La ricostruzione culturale e morale, ancor prima che politica, del nostro paese trova ancora una volta le sue più solide fondamenta nei padri della nostra Costituzione, i quali, anche nei momenti più tragici e difficili hanno saputo mantenere saldi i principi e i valori universali dell'umanità. Le loro parole e il loro ricordo ci permettono di guardare con fiducia oltre il presente in cui uomini mediocri, momentaneamente al potere, infangano con la loro grettezza e i loro egoismi personali la dignità del nostro paese.

Umberto De Pace

* tratto dal breve editoriale di Giovanni De Mauro – direttore della rivista Internazionale – di questa settimana che ringrazio per l'interessante citazione.

E' tempo di ricostruire
GLI ARTICOLI PRECEDENTI
1. Libertà (aria), uguaglianza (acqua), fratellanza (terra)
2. Sull'intolleranza
3. La camorra infame e il ruolo dello Stato
4. Lo Stato di Cossiga
5. La zingara rapitrice
6. Omertà di Stato
7. Il clandestino gentiluomo
8. La società multietnica e il piccolo presidente
9. Lettera aperta a Valentino Parlato


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  30 ottobre 2011