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Sono fuori dal mondo?
Fabio Bergamaschi


Mi sono stancato di aprire il giornale e di leggere al primo posto nei titoli i su e giù della borsa, non ne posso più del mercato azionario al telegiornale e delle agenzie di rating alla radio. Gente che una mattina ti dice che il tuo paese non vale niente e per te che ci vivi sono guai grossi. Gente che vende e compra pezzi di carta che rappresentano cose che spesso nemmeno esistono e riescono anche a guadagnarci, e pure tanto, ed anche esentasse, o quasi.
Vadano tutti in malora e se devo andarci ci vado anch'io.
Ma per favore basta, fermiamoci un momento e ragioniamo.

In Somalia è in corso una delle più grandi siccità che ci si ricordi, le guerre, sante e no, incalzano alla porta di casa, il Mediterraneo è sempre più un cimitero di migranti, le Nazioni “emergenti” sacrificano allo sviluppo, per il lusso di pochi, la libertà e la salute della schiacciante maggioranza di cittadini sudditi, le multinazionali gestiscono le ricchezze della terra a loro piacimento e convenienza infischiandosene dei danni che causano all'ambiente ed alle persone, le differenze tra popoli ricchi e poveri diventano sempre più grandi, e chi ne ha voglia continui l'elenco, ed io devo continuare a leggere nei titoli d'apertura l'indice di Piazza Affari?

E, venendo al nostro piccolo, devo sentirmi dire che gli Italiani sono un popolo di fessi perché non vogliono che vengano privatizzati i servizi che essi ritengono essenziali e che riguardano beni primari come l'acqua? Devo sentirmi dire che bisogna spremere le persone ancora di più, alzando le tasse e quindi i prezzi, diminuendo gli stipendi, tagliando i servizi, riducendo le pensioni e via dicendo. E chi me lo dice? Le banche, che i soldi della gente hanno raccolto ed intascato per dire poi che erano spariti cosicché agli stati, cioè alla gente, è toccato rifinanziarle; i finanzieri, che giocano sull'andamento delle borse e che, guarda caso, non ci rimettono mai; le multinazionali, che gestendo beni e servizi primari si arricchiscono inquinando e devastando intere regioni, impoverendo intere nazioni e che, essendo appunto multinazionali, fanno questo sporco lavoro senza curarsi dei confini nazionali.
E allora al diavolo Standard & Poor's , l'FMI, la BCE, Presidenti, Consiglieri ed Amministratori Delegati.

Rimettiamo al centro dei discorsi le persone, rimettiamoci noi stessi, con le nostre necessità e le aspirazioni di tutti i giorni. Che non sono poi cose tanto complicate; sono solo la possibilità di vivere dignitosamente in un paese libero nel quale le discussioni politiche e no avvengano nel rispetto reciproco, in un paese che basi la propria ricchezza sul lavoro della sua gente e sull'utilizzo accorto delle sue risorse e che quella ricchezza ridistribuisca in maniera equa, facendo in modo che tutti contribuiscano al bene comune, senza penalizzare coloro che per età, situazione fisica o sociale si trovano in difficoltà; sono solo la possibilità di avere figli e che questi figli possano ricevere un'istruzione adeguata, la più aperta possibile, e che un domani possano trovare un lavoro, regolato da patti chiari ed equi, che serva loro per vivere e per contribuire a far vivere il loro paese; sono quella di poter vivere fianco a fianco con persone di etnia e cultura diversa senza l'obbligo di sentirsi perennemente in guerra con qualcuno.

Le risorse per iniziare un processo di cambiamento ci sono, e non sono solo quelle perse negli sprechi della politica e dell'amministrazione della cosa pubblica, ma sono soprattutto nascoste negli investimenti sciupati per inutili opere faraoniche, nelle enormi cifre dell'evasione fiscale, nei finanziamenti per l'acquisto e gestione di sistemi d'arma, nella qualità non valorizzata dei nostri prodotti agroalimentari, nelle ricchezze naturali trascurate e saccheggiate del nostro paese, nell'enorme patrimonio culturale che poco a poco si sbriciola e che, come quello naturale, ci appartiene, appartiene a ciascuno di noi, e che invece alcuni vogliono svendere ai privati.
Facciamo cassa vendendo il Colosseo ai Cinesi e la spiaggia di Capri ai Russi e poi paghiamo loro il biglietto per entrare?
Ed un cambiamento ancora deve riguardare ciascuno di noi e la nostra società nel suo insieme: smettiamo di pensare che il benessere derivi dalla produzione di beni superflui e dal loro consumo, dall'accumulo e dalla gestione dei capitali. I fatti dimostrano che così si creano solo false illusioni di facili guadagni, disuguaglianze, sfruttamento ed emarginazione dei più deboli, tensioni e conflitti sociali, guerre tra i popoli.
Scusate, forse è l'afa: chiudo il giornale e spengo il PC.
Saluti.

Fabio Bergamaschi


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  26 agosto 2011