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Il bunker di Gheddafi
Franco Isman


Repubblica pubblica due interessanti foto “prima e dopo la cura” dei bombardamenti alleati (Italia compresa). Bombardamenti che mesi addietro hanno provocato la morte di un figlio e di tre nipotini del dittatore (vedi "Assassinio").

PRIMA DOPO

Come sappiamo il bunker, che ha chilometri e chilometri di gallerie e sale sotterranee con vere e proprie caserme ivi dislocate, è stato conquistato dalle forze ribelli che però non hanno trovato la preda principale, Gheddafi.

Ma nessuno ci ha mai fatto vedere fotografie di soldati lealisti e di mercenari catturati, né in questo episodio né in altri. Come del resto non ha mai fatto nemmeno la televisione del regime prima che cadesse anch'essa nelle mani dei ribelli. Ed i nostri giornali di informazione non hanno rilevato questa stranezza.
Si direbbe proprio che in questa guerra civile, che è soprattutto una guerra tribale, i prigionieri non esistano, il che significa che vengono tutti immediatamente uccisi. Non c'è dubbio che questo accadesse ai poveri mercenari neri del Ciad e di altri Paesi africani di cui si è assistito alla cattura ed alla successiva “sparizione”, ma questa sembrerebbe la regola generale.

Intanto sul terreno operano forze speciali inglesi e francesi, indipendenti dal comando Nato, impegnate nella caccia a Gheddafi, ma già da prima in appoggio ai ribelli, oltre a mercenari privati, i “body guards” di triste memoria. “Le Sas, leggendaria unità di commandos dell'esercito britannico, hanno preso parte alle operazioni di guerra con i loro uomini già da alcune settimane, guidando in particolare l'operazione per conquistare Tripoli. Per l'occasione i commandos britannici vestono abiti civili, cercano di sembrare arabi…” scrive Enrico Franceschini nel suo blob su Repubblica.

Un intervento umanitario, non c'è che dire.

Franco Isman


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  26 agosto 2011