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REFERENDUM
Habemus Quorum !
Xenia Marinoni

festeggiamenti per il quorum

I referendum del 12 e 13 giugno hanno raggiunto il fatidico “quorum” richiesto per essere considerati validi, cioè il 50% più uno dei voti. Il numero di voti sperato e desiderato per non finire in soffitta come tutte le consultazioni referendarie, fatte in Italia, degli ultimi sedici anni. Questa volta gli italiani si sono recati alle urne a votare, hanno raggiunto il quorum e lo hanno fatto nel migliore dei modi: un 54,8% (compreso il voto all'estero), oltre il 57% in Italia, chiaro e tondo che non lascia dubbi, né rimpianti.

E così, finalmente, dopo lunghi anni e numerosi tentativi falliti, il referendum torna ad essere uno strumento di democrazia efficace in tutta Italia! Inoltre i Sì, a più del 90% anche sul referendum sul legittimo impedimento, hanno fornito tempestiva occasione per dipingere l'evento come “un plebiscito contro Berlusconi”, esternazione di chi ha letto nella consultazione lo scollamento manifesto tra gli interessi privati del premier (che ha persino caldeggiato pubblicamente l'astensione) e l'interesse collettivo degli italiani. Uno scollamento che oramai ha le fattezze della frattura, di cui prova concreta è il responso “a valanga” anche su questo quesito.

Le comunità virtuali di Facebook, e dei social network in generale, hanno da subito osannato il risveglio partecipativo dei cittadini italiani e, appena certi dei risultati, hanno intonato anche al presidente del Consiglio un “de profundis”, per sottolineare, con malcelata ironia, il valore nettamente politico del referendum ed allietare i “palati più sensibili”. Quella del 12 e 13 giugno passerà, senza alcun dubbio, alla storia come una consultazione significativa, riportata in prima pagina anche dai più importanti quotidiani del mondo: chi ha scelto un titolo ironico, chi pungente, ma tutti sono stati concordi sui significati del voto. Un premier umiliato da un voto che ha il sapore di una “bruciante sconfitta politica”, provenuto da un malcontento popolare che ri-emerge chiaramente dalla coltre di quella telecrazia di matrice berlusconiana, capace di anestetizzare per anni la consapevolezza politica degli elettori italiani.

Ma i referendum del giugno 2011 non sono stati solo “un plebiscito contro Berlusconi”, sono stati anche una consultazione di contenuto politico ambientale che è bene ricordare: i cittadini italiani si sono opposti con forza alla privatizzazione della gestione dell'acqua e all'apertura al nucleare, un messaggio chiaro e cristallino, in linea con l'Europa. Quindi non solo contro Berlusconi... ma per l'Italia! Quorum ampiamente raggiunto nel Paese, ma anche in moltissime città e comuni, alcuni molto significativi: ad Arcore, ad esempio (amministrata da un centrosinistra di fresca nomina) si è avuta un'affluenza assestata al 55,2% ed una bocciatura plebiscitaria, molto eloquente, per il legittimo impedimento (oltre che alle altre tre proposte del governo). Ma anche a Pontida, roccaforte emblematica dei lumbard, il vento del rinnovamento ha soffiato forte e si è fatto sentire in egual misura!

E' stata una vittoria chiara e luminosa dei comitati e dei partiti che hanno appoggiato questi referendum, che da settimane hanno continuato ad informare i cittadini, nelle piazza, su Internet, attraverso i social network, non perdendo mai le speranze e guardando fiduciosi ad un risultato positivo, che “scaramanticamente” non si osava nemmeno accennare, troppo assuefatti, forse, ad un astensionismo che pareva, oramai, assurgere a male endemico nazionale. Ma soprattutto è stata una vittoria dei cittadini che in massa si sono recati al seggi, sentendo il dovere della chiamata, apprezzandone il diritto. Ognuno avrebbe avuto “un buon motivo per andare a votare e per non andare al mare”… e moltissimi italiani questo motivo lo hanno saputo e voluto ascoltare, sia di domenica, sia di lunedì! A tutte le ore i seggi sono stati frequentati da uomini e donne di tutte le età e in tutte le condizioni di salute, che provavano gusto e soddisfazione anche a “fare la fila per potersi esprimere. Uno spettacolo democratico di grande responsabilità e sensibilità che si è protratto per tutto il tempo a disposizione: chi si recava al proprio seggio in modo indignato per le sorti del Paese ancora ostaggio e deriso da un despota lussurioso, chi vi si recava in modo entusiasta, avendo la consapevolezza che fosse giunto il momento di voltare pagina e dicontribuire con un verso”. Chi, infine, lo faceva perché ne sentiva il bisogno come cittadino, come persona. In definitiva tutti hanno contribuito ad aprire le porte ad un futuro migliore e la vittoria è di tutti coloro che ci hanno creduto!

Xenia Marinoni



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  14 giugno 2011