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Una politica estera obbrobriosa
Franco Isman


barconi profughi

Una politica inesistente” avevamo titolato una quindicina di giorni fa con riferimento agli elogi al democratico Gheddafi fatti dal ministro degli esteri Frattini ancora nel gennaio di quest'anno, al trattato di amicizia firmato con la Libia da Berlusconi nell'agosto 2008, ratificato dal Parlamento italiano praticamente all'unanimità, e al capovolgimento di tutto questo con l'adesione e la partecipazione ai bombardamenti aerei e missilistici della Libia, prima dei cosiddetti “volonterosi” e poi della Nato. Una palese violazione del trattato ma anche contro i nostri preminenti interessi commerciali in Libia.

Adesso l'altalenante e furbesca politica nei confronti dello “tsunami” dei profughi, così viene definito, fino a dieci giorni fa provenienti tutti dalla Tunisia.
L'Italia non sa distinguere fra immigrazione clandestina tout court per la quale, giuste o sbagliate, esistono precise norme che prevedono il respingimento dei migranti nei paesi di provenienza, ed i perseguitati politici per i quali “In nessun caso può disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione” (art.19 comma 1 Testo Unico Immigrazione).
Siamo arrivati ad intercettare in mare i barconi dei profughi obbligandoli a tornare al porto di partenza, senza assolutamente distinguere coloro che, per quanto detto sopra, avrebbero avuto diritto all'asilo politico, suscitando così le proteste di tutta Europa.

Adesso, con l'immigrazione dalla Tunisia, per la grandissima parte di persone che solamente cercano migliori condizioni di vita, il governo, contraddicendo sé stesso, non ha avuto il coraggio di persistere nella politica dei respingimenti, come previsto dalle leggi vigenti e dagli accordi comunitari, così incoraggiando le partenze dei disperati che hanno intravisto una fessura nelle strettissime maglie legislative.
E poi la “grande furbata” dei permessi temporanei: tu Francia blocchi alla frontiera i clandestini provenienti dall'Italia ? E noi rilasciamo un permesso provvisorio per sei mesi che dovrebbe permettere loro la libera circolazione in tutta la zona Schengen. Brillante soluzione, infatti i tunisini, che hanno il francese come seconda lingua e spesso parenti in Francia (e in Germania), avrebbero per la grandissima parte lasciato l'Italia e, allo scadere temporale dei permessi, cavoli degli altri e non nostri. Infatti Bossi, che poco tempo fa aveva detto: «föra di ball», ha assicurato: «adesso se ne andranno in Francia».
Ci siamo scandalizzati che la Francia avesse contestato questa nostra audace interpretazione dei trattati, ma poi la Germania ha dato ragione alla Francia e adesso tutta Europa ha bocciato la nostra azione.

«L'Europa o è qualcosa di vero e di concreto, oppure non è. E allora meglio ritornare a dividerci e ciascuno a inseguire le proprie paure e i propri egoismi» ha sentenziato Berlusconi ancor prima della riunione di ieri dei ministri degli esteri, e da Bruxelles Maroni gli ha fatto eco: «Italia isolata, a questo punto ha ancora senso restare nella UE?».
Dichiarazioni aberranti, fuori dalla storia, dalla bella storia che ha visto l'Italia, con i tanti governi succedutisi negli anni, sempre fra le forze trainanti dell'Unione Europea, che ha visto il prodigioso colpo di reni del primo governo Prodi che, contro le aspettative del mondo, è riuscito a raggiungere i parametri economici indispensabili e ad entrare nell'euro assieme ai primi. Moneta comune che ha protetto e salvato la nostra economia negli ultimi 10 anni. Ma la Lega è il coacervo di egoismi beceri e autolesionisti che sappiamo, ed anche Berlusconi è sempre stato più nemico che amico della moneta comune.
Molto bene ha fatto il Presidente della Repubblica a prendere una decisa posizione contro questi farneticamenti.

Ma è vero che l'Europa non ci dà sufficiente solidarietà in questo frangente? Non è facile dare una risposta senza conoscere a fondo le problematiche nei diversi Paesi. Non ho i dati delle percentuali di extracomunitari, legali e clandestini, nelle diverse nazioni europee, è certo che Germania e Francia ne hanno percentualmente molti ma molti di più di noi; in Germania ci sono 3 milioni di Turchi, in Francia la disoccupazione fra gli immigrati raggiunge il 22 per cento…

Franco Isman


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  12 aprile 2011