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Un gesto odioso ed un bel gesto
Franco Isman


 Adro

Ci riferiamo naturalmente al sindaco di Adro che voleva escludere dalla mensa scolastica i bambini i cui genitori non pagavano la retta ed al cittadino che ha detto “Non ci sto” ed ha versato di tasca sua 10.000 euro per sanare il debito e garantire la mensa a tutti per l'intero anno scolastico.
Cominciamo con l'osservare che, per fortuna, questa volta il razzismo non c'entra, non basta ma è qualcosa.

Bellissima e pienamente condivisibile la lettera del “cittadino che non ci sta”, bello l'aver voluto mantenere l'anonimato anche se, lo confesso, a questo credo poco: il paese è piccolo e non può non venir fuori il nome del benefattore.
Nella lettera l'autore si dichiara perfettamente conscio che fra i 40 esclusi dalla mensa alcuni magari appartengono a famiglie di “furbetti” e non di persone che davvero non possono permettersi di pagare la retta ma, dice giustamente, di furbetti ce n'è tanti e alcuni sono milionari, sono persone che non pagano le tasse, che esportano illegalmente capitali all'estero, che frodano il fisco.

Il suo non può e non vuole essere che un gesto simbolico, non può certamente risolvere i problemi di quelle famiglie. Un gesto dimostrativo quindi, un gesto di protesta contro l'odiosità dell'azione del sindaco, ma potrebbe addirittura avere un effetto controproducente con genitori, che effettivamente fanno fatica a pagare la retta, che si possono sentire giustificati a non pagare neppure loro, che non si vogliono sentire “gli unici fessi”.

Infatti il problema esiste e permane, tanto che numerosi cittadini approvano ed incoraggiano il sindaco sulla strada intrapresa. E lo stesso accade con gli inquilini delle case comunali, alcuni con affitti addirittura simbolici, ma con un tasso di morosità estremamente elevato. Discorso analogo, anche se evidentemente di importanza molto inferiore, per il biglietto sui trasporti pubblici dove il non pagare si estende sempre di più, in particolare, bisogna dirlo, fra gli immigrati irregolari, e le vecchiette che lo pagano si sentono discriminate. Chi scrive si è occupato in passato di trasporto pubblico e, di intesa con l'amministrazione comunale, avrebbe voluto poter offrire un servizio gratuito che avrebbe, fra l'altro, certamente incentivato l'uso del mezzo pubblico: non era stato possibile non soltanto per l'onere economico non indifferente ma per precise diposizioni della Regione, ente che eroga i finanziamenti pubblici.

Insomma, gli enormi problemi di questa nostra società, sempre più sbilanciata, non si risolvono con uno o più bei gesti ma adottando una politica di solidarietà sociale e, contemporaneamente, di reale contrasto all'evasione dei cosiddetti furbetti. E forse il nostro bravo cittadino avrebbe fatto meglio a non compiere il suo bel gesto ma, nello stesso tempo, a non votare per quella parte politica che persegue fini diametralmente opposti a questi obiettivi di giustizia sociale, che sono anche suoi.

Franco Isman


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  15 aprile 2010