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La Fallaci va alla guerra
di Sandro Invidia

Oriana Fallaci dichiara guerra all'Islam.
E lo fa gridando, orgogliosa delle sciocchezze che scrive.
Il peggio è che trova consenso!
Quattro pagine ha dedicato alla sua personale rabbia, la giornalista e scrittrice italiana.
Quattro pagine in cui ha dichiarato i suoi gusti in fatto di letteratura e musica, e di politica (ah i Greci! Ah i Romani! Ah il papato!)
"Mai Averroè è stato tanto citato", dichiara, ironizzando sulla cultura islamica.
E mai la democrazia ateniese, aggiungerei io! Quella di Pericle, dell'età classica; quella che assegnava i diritti politici solo a chi avesse entrambi i genitori ateniesi; quella che ai poveri abitanti di Melo fece provare cosa significasse voler essere liberi, nei pressi di Atene: i Melii, ve li ricordate? Quelli che avevano chiesto ad Atene di poter rimanere neutrali nella guerra del Peloponneso e che ebbero il trattamento che, un po' più tardi, i Romani avrebbero riservato ai Cartaginesi e i Serbi agli abitanti di Srebreniza: uccisi tutti i maschi adulti, distrutta la città, deportati e resi schiavi i bambini e le donne!
Ecco: quello mi sembra l'emblema più vero di questa tanto decantata civiltà occidentale: il massimo dei diritti al proprio interno, il nulla fuori di sé!

Ma non traligniamo: qui si parla di valori.
Ah i Greci! Ah i Romani! Ah il papato!
Cosa ne sanno di tolleranza e libertà, i "figli di Allah"? e questa espressione diventa, nella penna della Fallaci, uno sberleffo, un insulto.
Razzismo? Per carità: qui non si parla di razze, si parla di religione. I musulmani non hanno mai fatto nulla di buono, questo le sembra certo, ma la colpa non è del loro essere semiti o indoeuropei o turchi… è della loro religione, che li ha resi inferiori… (vorrai mica paragonare Kayyam a Leopardi, spero!)
L'Occidente, invece! Che civiltà, che cultura, che scienza.
Sì - dice - c'è stato qualche problemino: c'è stata l'inquisizione, ci sono stati i "sacri macelli", c'è stato il genocidio delle Americhe, c'è stato l'Olocausto, c'è stata la bomba atomica… sì, vabbè, però, vuoi mettere?!
"Pensate: se voglio posso scopare con chi mi pare!" (e consola sapere che le morti di Giordano Bruno e dei bimbi di Nagasaki non sono state invano!)
La Fallaci dichiara guerra all'Islam, e argomenta la sua belligeranza con le banalità degli stupidi.
Non se ne rende conto, ovviamente, ché altrimenti non sarebbe né stupida né banale.
Penso con sgomento a tutti coloro che si sono affrettati a spellarsi le mani di applausi.
Possibile che tanta idiozia abbia fatto presa?
C'era più dignità nel "pensiero" del comandante Arkan, la tigre.
Già, Arkan! Chi se lo ricorda (a parte qualche nostro tifoso in vena di omaggi)?
Il baluardo della cristianità. La difesa dell'Occidente…
La Fallaci dichiara guerra all'Islam, ma la guerra è già iniziata. Non se ne era accorta? Cominciata in Bosnia, nel 1992: da allora, per 4 anni, onesti cristiani occidentali hanno giustiziato un quarto di milione di musulmani, fra cui decine di migliaia di bambini. Cecchini cristiani e occidentali, stupratori cristiani e occidentali, carcerieri cristiani e occidentali che hanno fatto rivivere al mondo gli orrori e le atrocità del nazismo.
E il mondo? "Sì, certo… è tremendo… però, a pensarci bene… uno stato musulmano nel cuore dell'Europa… in fondo…": il massacro di Srebreniza avvenne sotto gli occhi delle forze di pace inermi; Sarajevo fu tramutata in enorme tiro al bersaglio per i cecchini (cristiani e occidentali) sotto la sorveglianza dei carri armati russi.
(Poi venne il Kosovo, e il nostro intervento… ma lì c'era un oleodotto da difendere e la democrazia, si sa, ha le sue esigenze!)

I mattoni che avevo in cantina non bastavano, così decisi di prendere i blocchi di pietra dalle rovine della moschea di Maghrib. Quanti razzi e quante granate l'hanno dovuta colpire per raderla al suolo? "Perché li porti via?", mi ha chiesto un vicino che, forse, pensava che le rovine valessero più di me, oppure era uno di quegli ottimisti che credono che anche una pietra rimasta di un monumento di cultura ha qualche valore culturale. "Li posso prendere?", ho chiesto all'imam della moschea di Maghrib che era lì vicino. "Naturalmente", ha risposto l'imam. "Se queste pietre salvano la vita a qualcuno o almeno diminuiscono la paura della gente, diventeranno davvero sacre. A questo devono servire le case del Signore, sono qui per liberarci dalla paura".
A Sarajevo, purtroppo, ci sono sempre meno case del Signore, pensavo mentre portavo un grande blocco di pietra. Le distruggono sistematicamente, come tutto ciò che costituisce l'identità e il valore culturale della Città. Le distruggono in fretta e dalle fondamenta, così scompare anche quello che potrebbe proteggerci dalla paura.

Così scriveva nella Sarajevo assediata Dzevad Karahasan nel suo Il centro del mondo, uno dei più bei libri che io abbia mai letto.
Questo accadeva lì, qualche anno fa, questo accade qui, oggi: distruggono i grattacieli gli uni; le moschee gli altri (covi di terroristi, dice Binelli, della Lega varesina); la tolleranza e il rispetto, le Fallaci; la civiltà tutti assieme.
Perché sia la paura a regolare, d'ora in poi, i conti ancora in sospeso.

Sandro Invidia
sandro.invidia@arengario.net




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 1° ottobre 2001