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Berlusconi, la forza dell'ignoranza
di Carlo Arcari

Berlusconi in politica ha un grande grande punto di forza: le sue debolezze. Culturali, caratteriali, umane. L'Italia come diceva Gianni Brera è squadra femmina e ama Berlusconi come amava Mussolini proprio per i suoi evidenti lati deboli. Lo ama perché è ignorante, nonostante la laurea, perché è ordinario, nonostante la sua ricchezza straordinaria, lo ama infine perchè dice e fa, senza remore o problemi, quello che la maggior parte di noi vorrebbe dire e fare, ma non dice e non fa perché, giustamente, se ne vergogna.
La vicenda delle dichiarazioni sull'Islam che sarebbe inferiore culturalmente a noi cristiani d'occidente è emblematica e dimostra la forza, (e la debolezza) di questa condizione. Dimostra anche a mio parere che la sinistra continua a equivocare e, nonostante tutta la sua cultura, non riesce a capire come sia possibile battere sul suo terreno l'uomo di Arcore.
Le cose da lui dette a Berlino in realtà sono cose che istintivamente pensano tutti e che poi, la maggior parte di noi censura e reprime come ingiuste perchè sappiamo che sono sbagliate, perchè sappiamo che la nostra verità è relativa, perchè sappiamo che Hitler è stato condannato dopo e non prima, quando era possibile forse salvare milioni di vite umane. E il giudizio sulla barbarie di Main Kampf è stato sospeso fino al '45 solo per meschini interessi, mentre donne e bambini venivano massacrati a milioni. Sappiamo che è stata anche colpa nostra.
Ci crediamo oggi democratici, civili, tolleranti, liberali e umanitari amanti della pace, ma dentro di noi sappiamo bene che questa è una conquista troppo recente e poco sicura.
C'è un'Italia che invece non prova questi sentimenti, un'Italia che si sente liberata dalle affermazioni berlusconiane, che è costretta a negare l'adesione entusiasta alle sue parole,
stupide e banali quanto ignoranti, da una residuo di coscienza e dal timore di una riprovazione sociale, ma considera questa censura un sopruso radical chic.
Noi lo critichiamo, loro invece lo applaudono come si applaude il campione e se non lo
fanno ora, lo faranno appena potranno. Per questo lo hanno eletto, perchè lui li capisce e li interpreta, con gli arabi, come con Zoff.
Cosa dobbiamo fare per batterlo? Niente, questa è la mia ricetta. Berlusconi non ha bisogno di un'opposizione che critica le sue parole naif e si straccia le vesti per le sue ingenue quanto plateali schifezze legislative, come quelle che sta facendo passare sulle rogatorie internazionali, sul falso in bilancio e il conflitto di interesse. A fargli le pulci su questi punti basterà l'Europa. Noi dobbiamo imparare a intervenire in seconda battuta rispetto al giudizio internazionale che da qui in avanti sarà sempre più severo.
Perchè abbiamo sollevato per primi la critica indignata alle sue parole? Dovevamo aspettare e lasciare che le critiche del mondo diventassero un coro prima di dargli dell' irresponsabile; se avessimo fatto così si sarebbe trovato davvero solo.
Dobbiamo avere fiducia nella sua irresistibile propensione a dire fesserie anche nei momenti gravi, nella sua impossibilità di tirare fuori conigli bianchi dal cappello di animatore da crociera, perchè il nostro mondo si troverà presto a fare i conti con problemi per i quali non saranno più tollerate le gaffes da avanspettacolo.
Nel frattempo noi della sinistra, oltre a dargli del corruttore e dell'evasore fiscale, cerchiamo di definire un possibile scenario di ricambio rispetto al futuro, dal momento che il mondo sul quale ragionavamo e discutevamo fino a quindici giorni fa è rimasto sepolto assieme a migliaia di morti innocenti sotto cinque piani di macerie fumiganti a Wall Steet. E non ne uscirà tanto presto.

Carlo Arcari

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 28 settembre 2001