prima pagina pagina precedente



Ricordo non condiviso
Franco Isman

profughi ?
profughi ? - foto Franco Isman

Sul nostro giornale si è ampiamente parlato di come viene ufficialmente celebrato il Giorno del Ricordo, spesso appaltato ad associazioni che dire di destra è dire molto meno del giusto, a Monza almeno da alcuni anni è così.
Si sfruttano i sentimenti degli “esuli” istriani e dalmati, per i quali l'aver dovuto abbandonare le proprie terre è una ferita che probabilmente non può rimarginarsi, per manifestazioni di parte, spesso addirittura con l'esaltazione del fascismo: eia, eia, alalà è stato il commiato di una di queste celebrazioni.

Dimenticando.
Dimenticando le malefatte dello squadrismo fascista, estremamente virulento in particolare a Trieste, con le spedizioni punitive come l'incendio nel 1922 del Narovni Dom con l'assassinio del custode e della figlia.
Dimenticando l'italianizzazione forzata del ventennio, con l'eliminazione di tutti i centri culturali sloveni e croati, la chiusura di tutte le scuole, addirittura il divieto di parlare slavo nelle scuole e nei locali pubblici, l'eliminazione di tutti i toponimi slavi, l'italianizzazione talvolta forzata dei cognomi, l'esodo di 150.000 sloveni e croati sostituiti con italiani provenienti in gran parte dal sud.
Dimenticando lo spirito razzista alla base di tutto questo comportamento, con Mussolini a Pola nel 1922 che aveva affermato: “Di fronte ad una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone”... “Io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”.
Dimenticando l'aggressione e l'invasione della Iugoslavia nel 1941 da parte della Germania e dell'Italia fascista.
Dimenticando gli efferati crimini di guerra commessi dalla milizia e dall'esercito italiani durante l'occupazione della Iugoslavia e del Montenegro, documentati dal terribile filmato “Fascist Legacy” prodotto dalla BBC, acquistato dalla Rai, tradotto in italiano, ma parzialmente trasmesso soltanto da La 7.
Dimenticando, oltre alle stragi ed ai villaggi rasi al suolo, la sistematica deportazione della popolazione slava, compresi donne e bambini nei terribili campi di internamento ubicati in Italia ma anche e soprattutto in Istria, Arbe per prima con 2.000 morti (cifra approssimata più attendibile) di fame, di stenti e di malattia.
Dimenticando infine che la perdita di Istria e Dalmazia (e abbiamo rischiato di perdere anche Trieste), diventate italiane alla fine della Grande Guerra, vinta dall'Italia, è immediata conseguenza dell'aver perso la seconda guerra mondiale scatenata dalla Germania nazista con la complicità dell'Italia fascista.

Gravi le omissioni dei governi italiani dal dopoguerra ad oggi.
Nessun procedimento della procura militare nei confronti dei criminali di guerra di cui era stata chiesta l'estradizione da numerose nazioni, 1900 in totale di cui 900 circa soltanto dalla ex Iugoslavia, documentazioni nascoste nel famoso “armadio della vergogna”.
Nessuna estradizione concessa.
Nessuna informazione, lasciando che sopravvivesse il mito degli “italiani brava gente”, dimenticando che in guerra non esiste brava gente. Censura quindi del documentario della BBC “Fascist Legacy”.
Rimozione del problema degli esuli, spesso mal accolti, malamente sistemati nei campi profughi e senza che nessuno si sia mai sognato di pagare loro almeno un indennizzo per i beni abbandonati nella fuga.
Oblio sulla tragedia dell'occupazione titina dell'Istria e, per 40 giorni, di Trieste, con le foibe e la deportazione, non soltanto degli aguzzini fascisti, ma dei militari italiani ed in generale di chiunque avrebbe potuto opporsi alle mire espansionistiche iugoslave.
Affossamento della relazione unanimemente approvata dalla Commissione italo-slovena, pur istituita dai governi delle due repubbliche.
Nessuna presa di coscienza collettiva di cosa abbia davvero significato il fascismo, per ripartire con una memoria condivisa, come viceversa è avvenuto in Germania per il nazismo, dove è addirittura reato negare la Shoah.

La conseguenza è che alle manifestazioni gravemente distorte delle destre e dei fascisti di oggi, quando la prima causa di quanto accaduto è stato il fascismo, si contrappongono presidii che le contestano ed iniziative di contro-informazione che cadono talvolta nell'eccesso opposto, dando voce a storici negazionisti per i quali i profughi se ne sono andati per loro libera scelta; dell'Ozna, la famigerata polizia politica del regime, non se ne parla proprio; la Iugoslavia di Tito è sempre stata una repubblica democratica, rispetta le minoranze italiane molto di più di quanto non faccia l'Italia con quelle slovene e croate; le valutazioni correnti sul numero delle persone “infoibate” sono del tutto cervellotiche essendosi trattato di singoli episodi che hanno riguardato poche persone; ed anche quelle sui deportati in Iugoslavia che non hanno fatto ritorno sono gravemente sovrastimate.

Altro che ricordo condiviso da cui ripartire per assimilare i nuovi rapporti che, in particolare con la Slovenia che fa parte dell'Unione Europea, sono fortunatamente diventati di buon vicinato se non di amicizia.
Finché si lascerà ai fascisti l'organizzazione delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo avremo ricordi divisi e contrapposti: chi partecipa a queste manifestazioni se ne torna con la convinzione che la realtà è quella rappresentata dall'orripilante fiction “Il cuore nel pozzo” con gli orchi comunisti dalle mani grondanti sangue, quelli che invece hanno partecipato alle serate di contro-informazione se ne vanno convinti che i fascisti fossero tutti dei mostri e che i partigiani titini se non avevano l'aureola, poco ci manca.

Franco Isman



Giacomo Correale
March 08, 2009 7:44 PM

Buon Ricordo

Caro Franco,
Volevo scrivere qualcosa su questa storia del ricordo, non essendone direttamente coinvolto ma essendo abbastanza vecchio da ricordare quei tempi ed informato in proposito. Ma quello che scrivi tu basta e avanza rispetto a quello che volevo dire io.
Due considerazioni:
1. A Rovereto c'è un Sacrario che  custodisce le spoglie di oltre 20.000 combattenti della prima guerra mondiale, l'"inutile strage", di nazionalità italiana, austriaca, ceca, slovacca e ungherese. C'è anche una campana che giornalmente, con cento rintocchi, tenta di tener vivo il ricordo di queste vittime. Questo è un luogo del ricordo.
Giorni fa, l'ottimo  programma TV "La storia siamo noi",  ricordando l'incredibile carneficina, 350 mila morti tra militari e civili, avvenuta intorno a Montecassino, ha intervistato un gruppo di  militari, convenuti sul luogo a ricordare insieme la battaglia e provenienti da Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia, Canada, Francia. Herrman Voelk, giovane tenente della Divisione Paracadutisti tedeschi , ha dichiarato: “Gli uomini possono evitare la guerra. Lo possono e lo devono”.
Questo è un luogo del ricordo.
Ho l'impressione che da parte di molti il ricordo venga usato per tenere in vita la fiamma dell'odio. Invece il ricordo non ha senso se non si accompagna al riconoscimento delle offese reciproche, almeno alla pace, se non all'amore.
Forse bisognerebbe istituire la giornata del buon ricordo.
2. Ho letto anche con grande commozione la storia dei profughi giuliani narrata da Leonardo Caruz e mi sono posto questa domanda: c'è gente che pone come problema di massima importanza la difesa della identità, locale, padana (!) o nazionale. C'è qualcuno che si preoccupa dell'identità dei profughi e degli immigrati? Non è un problema forse più importante di quello dei residenti, che impone un dialogo e uno sforzo di coinvolgimento reciproco?

Giacomo Correale Santacroce


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati



in su pagina precedente

  14 febbraio 2009