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Omertà di Stato
6 . E' tempo di ricostruire
Umberto De Pace


caserma Diaz a
caserma Diaz b

La sentenza di Genova, sul massacro di gente inerme all'interno della scuola Diaz, nel 2001, perpetuato da forze dello Stato, ha aggiunto un tassello nella costruzione della verità – purtroppo ancora lontana – dopo quello della sentenza per i fatti di Bolzaneto.
Un nuovo tassello, di una vicenda che nessuno può pensare possa finire in questo modo. Non uno Stato civile, non una Repubblica democratica, quale è il nostro paese.
Ci sono crimini, più odiosi e infami di altri. Quelli perpetrati, quella notte a Genova, rientrano a pieno titolo fra questi.
Esultare per l'assoluzione dei vertici della polizia, svela ancora una volta come dietro al senso dello Stato, si celi, per alcuni, uno spirito di corporazione, di casta, di interessi di parte, se non di poteri occulti.
Recriminare contro la sentenza, perché non ha posto una parola definitiva e certa sull'intera vicenda, svela, come troppo spesso, si ponga nelle mani della magistratura, la soluzione di problemi, che sono strettamente politici e amministrativi.
I vertici della polizia, che secondo alcuni, uscirebbero a “testa alta” dalla vicenda, sono gli stessi che non avrebbero mai dovuto permettere che accadesse ciò che quella notte è accaduto. Sono le stesse persone, che non avrebbero mai dovuto permettere che in tutti questi anni uomini dello Stato assumessero atteggiamenti omertosi, costruissero finte prove.
Le questioni politiche e amministrative, rimandano a chi con responsabilità di governo e nelle istituzioni, non ha saputo dare mai un segnale che cercasse di rimarginare la ferita inferta alla convivenza civile nel nostro paese, a seguito di quei crimini.
Un segnale forte, dovuto. Alle vittime di quella notte. A noi cittadini tutti. Centro-destra e centro-sinistra, in questo, sono stati accomunati da una vergognosa latitanza.
La caserma di Bolzaneto, la scuola Diaz, la morte di Carlo Giuliani. In quelle giornate di luglio del 2001, lo Stato ha dimostrato il peggio di sé. Non è stato capace di governare la piazza, lasciando libertà di agire a gruppi violenti e organizzati; ha picchiato indiscriminatamente, umiliato, ingiuriato, usato violenza, nelle strade e nelle caserme; ha sospeso i diritti umani e civili.
Nessuno può contestare la realtà dei fatti successi in quei giorni. Anche chi non ha partecipato direttamente li ha potuti seguire in televisione, alla radio, sui giornali. Li ha potuti sentire dalla voce di amici, parenti, conoscenti.
Nessuna sentenza fino ad oggi, ha negato che quei fatti siano successi. Anzi, pur cautamente, ha sempre condannato uomini dello Stato, individuandoli quali colpevoli a diversi livelli di quei fatti.
Il principale dei condannati, nell'ultima sentenza – il questore Vincenzo Canterini, ex comandante del VII Nucleo mobile che fece irruzione nella scuola Diaz – in una lettera scritta ai suoi “ragazzi” e in una intervista al giornale “la Repubblica” di sabato 15, aggiunge inquietudine e mistero all'intera vicenda.
Canterini, dice ai suoi: “Io e voi sappiamo benissimo cosa è successo, ci siamo guardati più volte negli occhi: e guardandoci abbiamo capito quanto alta fosse la nostra professionalità e quanto il cameratismo e la dignità di ognuno di noi si riflettesse nello sguardo di tutti gli altri. Abbiamo perso una battaglia … ”.
E prima ancora: “Dopo 18 ore di servizio siamo stati chiamati di nuovo all'opera e ci è stato ordinato di entrare in piena notte, in un edificio che non conoscevamo, dicendoci che probabilmente vi avremmo trovato occupanti pericolosi ed armati”.
Canterini, nell'intervista dichiara di aver sempre riconosciuto, che in quella notte, vi fu “una macelleria messicana”, come la definì il suo vice dell'epoca, Michelangelo Fourier, anch'esso condannato. Ma aggiunge subito dopo : “Il punto è che non sono io, non siamo stati noi i macellai di quella notte”. Dichiara di non sapere chi è stato, ma che quella notte c'erano più di 400 agenti e funzionari, non si sa bene da chi comandati. Cita persone “.. nei loro passamontagna e con i loro bastoni “. E lancia un messaggio omertoso : “Chi vuole capire capisca”.
(http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/15/canterini-io-miei-uomini-martiri-paghiamo-per.html)
Nessuno nega, che in quella terribile notte, furono straziati e violentati corpi di civili innocenti. Né i magistrati, né i condannati, né gli assolti. Nessuno tenta più di imputare colpe a presunti giovani violenti del movimento. Ma allora cos'è che “sanno benissimo” Canterini e i suoi? Da chi hanno ricevuto ordini? Chi ha eseguito la “macelleria messicana” che loro stessi ammettono?Chi sono gli uomini con i passamontagna?
Ancora una volta, pezzi di Stato omertoso, di fronte a noi cittadini, si arroccano a difesa di se stessi. Pezzi di Stato omertoso, non si attengono al loro dovere, che è quello di essere al nostro servizio, di agire per nostro conto, di difenderci e renderci giustizia quando occorre.
Abbiamo dovuto subire nel corso della nostra storia recente, stragi di civili, coperte dal vergognoso segreto di Stato. Oggi, di fronte a un massacro di civili, assistiamo all'omertà di uomini dello Stato.
Qualcuno ci deve ancora dire, come possiamo continuare a fidarci di questi uomini.
Ma non dobbiamo arrenderci. L'opera di ricostruzione della verità e delle responsabilità deve continuare. Nelle aule di tribunale, ma non solo. In parlamento, nel paese. E' in gioco la credibilità dell'unico Stato, che dovrebbe contare per noi tutti. Quello che abbiamo costruito a garanzia della vita collettiva della nostra comunità. E che non può essere né omertoso, né ostaggio di nessuno.
Un primo segnale giunge oggi dal capo della polizia Manganelli, che in una lettera sempre a “La Repubblica”, si dice disponibile a ricostruire :” … ciò che realmente accadde a Genova.”
(http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/g8-genova-5/lettera-manganelli/lettera-manganelli.html)
Speriamo che sia un primo passo verso l'affossamento dell'omertà di Stato.

Umberto De Pace

E' tempo di ricostruire
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1. Libertà (aria), uguaglianza (acqua), fratellanza (terra)
2. Sull'intolleranza
3. La camorra infame e il ruolo dello Stato
4. Lo Stato di Cossiga
5. La zingara rapitrice


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  16 novembre 2008