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Cinque euro
di Franco Isman

5 euro

Alle storiche primarie del 16 ottobre 2005, quando quattro milioni e trecentomila elettori avevano incoronato trionfalmente Romano Prodi leader dell'Ulivo, con una percentuale del 75 per cento, si poteva partecipare versando un contributo di un euro. Ci sono state code festanti del popolo ulivista davanti ai seggi improvvisati, con la consapevolezza di non officiare un rito ma, finalmente, di partecipare davvero, di compiere un'azione quasi rivoluzionaria.

Questa volta, per partecipare alle primarie per la nomina del segretario del futuro Partito Democratico, è stato previsto il versamento di un contributo di non meno di cinque euro (due per gli under 25). Il nuovo partito, è naturale, ha necessità di finanziarsi, ma era questa la strada da seguire? Non era certamente l'unica: si sarebbero potuti sollecitare in quella occasione contributi volontari più sostanziosi, oppure chiedere l'iscrizione al nuovo partito, ma lasciare il simbolico euro come contributo obbligatorio.

L'orribile dubbio è che non si tratti soltanto di una decisione poco felice, ma di una scelta “politica”, volta a favorire i candidati più consolidati, Walter Veltroni, nato per partenogenesi della attuale classe politica (come ha scritto Lucia Annunziata), in primis.
E questa scelta segue quella di rendere estremamente difficile la possibilità di candidarsi: Furio Colombo l'aveva denunciato sull'Unità del 21 luglio scorso pubblicando questa lettera di un lettore:
“Caro Furio, ho letto stamattina, su l'Unità, le regole per partecipare alle primarie. Sono fatte per impedire di parteciparvi a chiunque non faccia parte della casta. Peccato. Avrei votato per Lei. Se non me lo lasceranno fare non voterò per nessuno in questo giro. Poi vedremo. Un saluto affettuoso a Lei, e ai lavoratori de l'Unità (Padellaro in testa). Grazie per le cose che ci scrivi.
Saverio B”
.

E Furio Colombo ha dovuto rinunciare alla candidatura. Questo il suo annuncio, sempre su l'Unità.

Se questa è l'aria nuova che dovrebbe spirare siamo a posto.
L'altra volta c'era l'entusiasmo, lo “stato nascente” per dirla all'Alberoni, adesso c'è la sensazione di essere chiamati a compiere nuovamente un rito. L'altra volta hanno partecipato oltre quattro milioni di cittadini, adesso speriamo di arrivare al milione, anzi, che arrivino al milione.

Franco Isman


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  9 settembre 2007