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Rosa pallido
di Franco Isman


radici
radici

«Non ha mai nominato, manco una volta, la parola operai, mai la parola fabbrica, mai la parola masse. Temi che un tempo incendiavano i militanti di quello che si vantava di essere il più grande partito comunista d'Occidente. Non ha mai citato, neppure una volta, quel Silvio Berlusconi il cui solo nome per un decennio riusciva magicamente a riaccendere anche le più ammaccate e tristi riunioni di piazza. E dopo aver rimosso le arie dell' "Internazionale" e "Bandiera Rossa" e perfino della "Canzone Popolare" o dell'ironica "Il cielo è sempre più blu", ha affidato la missione di scaldare i cuori al robusto inno di Mameli e a "Over the Rainbow", come non ci fossero più canzoni capaci di riassumere con parole italiane e comprensibili all'intera platea una fede buona per tutti.»
Così scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera parlando del discorso di Piero Fassino al congresso dei DS.

E abbiamo potuto sentire Berlusconi in televisione che afferma che «se questo è il Partito democratico, al 95 per cento sarei pronto ad iscrivermi anche io», unica riserva un differente giudizio sul passato; «ho sentito un'impostazione socialdemocratica che in alcuni punti è addirittura liberale» ha aggiunto Berlusconi.

E' molto logico quindi che al parallelo congresso della Margherita si affermi che si sarà alleati ma che certamente non si potrà entrare nel gruppo socialista al Parlamento europeo.
Di conflitto di interessi ormai manco se ne parla mentre Craxi sarà al più presto beatificato e messo nel Pantheon.

Temevo una riedizione della vecchia Balena Bianca che includeva tutto e il contrario di tutto, ma il nuovo partito è peggio di ogni immaginazione: con la sua nascita ha seppellito non soltanto il comunismo ma anche il vecchio e glorioso socialismo. Requiem.
In compenso da quest'anno avremo una bellissima Festa dell'Amicizia Unita ed anche le notti bianche in tutta Italia. Amen.

Franco Isman

su Piazza d'Uomo alcune repliche


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  22 aprile 2007