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La Costituzione del '48
di Giuseppe Poliani


" Alla fine, vorrei dire soprattutto ai giovani: non abbiate prevenzioni rispetto alla Costituzione del '48, solo perché opera di una generazione ormai trascorsa. La Costituzione americana è in vigore da duecento anni, e in questi due secoli nessuna generazione l'ha rifiutata o ha proposto di riscriverla integralmente: ha soltanto operato singoli emendamenti puntuali al testo originario dei Padri di Philadelphia, nonostante che nel frattempo la società americana sia passata da uno Stato di pionieri a uno Stato oggi leader del mondo. Non lasciatevi influenzare da seduttori fin troppo palesemente interessati, non a cambiare la Costituzione, ma a rifiutare ogni regola."


(G. Dossetti: La Costituzione della Repubblica oggi; Aggiornamenti Sociali, 7/8-1995). 
    manifesto del comitato nazionale

A poche settimane dal referendum sulle riforme costituzionali volute solo dal centrodestra mi sembra utile fare alcune riflessioni e ricordare alcuni aspetti di questo appuntamento che rappresenta l'ultima occasione che la storia ci offre per fermare la barbarie liberista che vuol cancellare l'Italia unita ed i suoi principi organizzativi.
Penso che questo referendum assumerà un'importanza "almeno pari a quella del referendum del 2 giugno 1946 che comportò la scelta tra forma monarchica o repubblicana dello stato... ...cioè scelta tra i principi del costituzionalismo  contro quelli dell'assolutismo." (Aggiornamenti Sociali, 02/2006). 
 
Questa riforma costituzionale supera ogni limite ragionevole di revisione di parte, sia perchè sono stati riformati molti istituti fondamentali per la vita politica e sociale del Paese sia perchè con la sua approvazione definitiva si legittimerebbero anche una serie di altre "modifiche tacite" alla Costituzione passate attraverso varie leggi ordinarie approvate dal governo Berlusconi nel corso della legislatura.
La Costituzione non è una legge come tutte le altre ma rappresenta la base dove si radicano i valori e l'etica di una collettività che in essa tutta si riconosce, creando coesione sociale; non a caso le costituzioni degli stati nascono nei momenti più decisivi e drammatici della propria storia.
Il Codice di Camaldoli, la Resistenza, l'Assemblea Costituente che promulgò il testo finale il 22 dicembre 1947, l'insieme della sofferta e provata volontà popolare espressa rappresentano gli ingredienti sacrosanti e le radici di quello che è oggi la Costituzione Repubblicana, mentre è palese che il nuovo testo proposto, elaborato al di fuori di ogni prospettiva di dialogo da quattro mediocri parlamentari di dubbia onestà intellettuale e livello culturale in una baita del Cadore, rappresenta una chiusura totale a qualsiasi relazione con l'opposizione.
 
I meccanismi di ricatto e di potere interni alla maggioranza berlusconiana che hanno portato a questa riforma sono noti: la Lega Nord ha preteso egoisticamente la "devolution"; Forza Italia si è ritagliata su misura il profilo di un primo ministro con superpoteri ed una nuova forma di governo; Alleanza Nazionale ha contribuito al limitare dell'interesse nazionale a favore di quello regionale.
Purtroppo questa dittatura della maggioranza ha avuto spunto anche da quanto fatto dal centrosinistra nel 2001 con la modifica a maggioranza del Titolo V della parte II della Costituzione, anche se si trattava in realtà di modifiche ampiamente dibattute e condivise e le dimensioni e la gravità di questo strappo non sono paragonabili a quanto fatto dal centrodestra nel 2005.
Infatti rispetto alla riforma del 2001 questa del centrodestra è una riforma con 57 nuovi articoli che modificano ben 50 articoli della II Parte della vigente Costituzione per un totale del 63% degli articoli originari.
Ma non è solo l'aspetto quantitativo che impressiona ma sono anche i pericolosi contenuti che modificano il Parlamento (Camera delle Regioni), la forma di governo (premierato assoluto e poteri del capo dello stato), il Titolo V (rapporti tra Stato e Regioni con modifiche che introdurrebbero notevoli difficoltà per procedure e competenze legislative), l'organizzazione e il funzionamento degli organi di garanzia quali il Consiglio Superiore della Magistratura e la Corte Costituzionale. 
 
Una riforma da respingere per motivi sia di metodo sia di merito e per consentire la ripresa di un dialogo che conduca a opportune modifiche della Costituzione senza stravolgerla e renderla in sintonia con una legge elettorale congruente.

Giuseppe Poliani


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  31 maggio 2006