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Centro di questi giorni
di Giuseppe Poliani


Le elezioni politiche si avvicinano (secondo quanto detto ieri da illustri economisti al workshop Ambrosetti di Cernobbio, dove molti sono a favore delle elezioni anticipate) ed i frammenti dell'ex-grande centro sono ormai in frenetica attività, sensibili a cupi presentimenti elettorali, nel tentativo di salvare se stessi: quel grande centro che nel 1993 con Mario Segni in testa e Berlusconi a ruota voleva a tutti i costi il sistema elettorale innovativo maggioritario per dare stabilità e governabilità al paese oggi si affanna a richiedere il sistema elettorale proporzionale (sempre seguito a ruota da Berlusconi), sistema elettorale  che allora Bertinotti, deriso da tutti, difendeva per salvare la partecipazione democratica delle persone alla vita pubblica.
A Berlusconi ora non gli par vero: il ritorno al proporzionale sarebbe una potente arma di distruzione di massa contro l'Unione, oggi  forte più che mai, compatta, con un alto tasso di coesione e democrazia interna ed alla vigilia di elezioni primarie che la distinguono brillantemente con un distacco cosmico da un centrodestra decomposto, in piena rissa ed in stato confusionale.
 
Il centro politico italiano, materializzatosi storicamente sempre nella Democrazia Cristiana con le sue mille correnti ed i suoi mille interessi corporativi, ha avuto a disposizione 50 anni di tempo per attuare il suo progetto di società, ha garantito decenni di libertà innestata sul liberismo  e dopo una fase di immobilismo  è approdato alla corruzione per tutti, lasciando andare alla deriva il paese nelle mani di Berlusconi. 
Di più: una parte di questo ex-centro oggi rappresentato dall'UDC di Follini, ci ha messo quattro anni per capire per che governo stava lavorando e dopo averlo capito continua a stare lì !
Anche nella nostra città di Monza, mai governata dalle sinistre ad eccezione di questi ultimi 3 anni della giunta Faglia e sempre amministrata da coalizioni proporzionali appartenenti ad un centro moderato, in 40 anni non si è riusciti a fare, ad esempio, una metropolitana ed un piano regolatore generale aggiornato.  Non mi sembra quindi che il centro come area politica possa dare un forte impulso innovativo e di risanamento al paese, semmai potrebbe conservare e gestire l'esistente, ma non è proprio il caso con l'eredità politica di Berlusconi !
 
Oggi abbiamo un sistema elettorale che è quello che è ed a sei mesi dalle elezioni non è ammissibile pensare di cambiarlo.
Qualcuno nel centrodestra, abituato a stare dalla parte di chi vince, vuole fare ciò che fece nel 1994: saltare sul carro dei vincitori e per questo vuole mettersi al centro, in posizione privilegiata per non lasciarsi sfuggire anche stavolta la famosa "cadrega" che gli permetterà di continuare le sue opere.
Abbiamo bisogno invece di procedere con una coalizione determinata che, senza disperdersi in mille rivoli di liste civiche autoreferenziali e senza ripensamenti e voltafaccia postelettorali, ci governi a lungo e ci dia una prospettiva seria di progetto politico attento alle persone ed alla società che intende costruire, dal lavoro dei giovani, alla scuola, alla sanità, al risparmio ed alla multiculturalità, ai più deboli, ai disoccupati, agli anziani, con un miglioramento reale della vita quotidiana dei cittadini.
Le prossime elezioni primarie del centrosinistra saranno un'ottima occasione per dimostrarlo.
 
Giuseppe Poliani 


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  4 settembre 2005