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Giornata Mondiale della Gioventù
di Giuseppe Poliani



giovani
Nell'attesa che dal Meeting di CL di Rimini chi ha approvato e sostenuto il massacro di innocenti in Iraq (26000 morti) ci spieghi cosa sia la libertà, noi rimaniamo stupiti non dal mistero, ma da una ulteriore amara certezza: avevano ragione quei giovani che nel febbraio 2003 uniti alla società civile democratica del paese hanno manifestato per la pace contro una guerra basata sulle menzogne dalle armi di distruzione di massa alla misteriosa scomparsa di David Kelly, menzogne perdurate persino dopo gli attentati a Londra del 7 luglio scorso con la misteriosa uccisione di Jean Charles de Menezes, il  giovane elettricista brasiliano.
Avremmo potuto salvare migliaia di innocenti, oltre che gli oltre 1600 militari americani deceduti, ma nessuno ha ascoltato quei giovani ora portati in palmo di mano in telecronaca diretta, nessuno ha ascoltato quel Giovanni Paolo II ora osannato da tutti.
Mai più guerre in nome di Dio, dice il Papa, né il Dio cristiano né il Dio musulmano o ebreo: la pace ed il dialogo erano la via giusta da seguire e Benedetto XVI ancora una volta dopo il suo predecessore Giovanni Paolo II lo ha ripetuto a Colonia in sintonia con quel milione di giovani: voi giovani siete portatori di pace, ispiratevi a Cristo e cercate di costruire un mondo migliore in una libertà sofferta e non egoistica.
Chissà se, passata la festa, la società civile e gli uomini di potere ascolteranno questi giovani tanto apprezzati dal Papa o se di nuovo verranno emarginati e messi a tacereo o, peggio, bollati come black block e malmenati; chissà se la forza di questa ennesima concentrazione enorme di folla lascerà il segno o svanirà, come per i funerali di Papa Wojtila. 
 
Un altro mondo è davvero possibile ed i valori cristiani, se veramente professati e celebrati ma soprattutto vissuti (Card. Tettamanzi, Piano pastorale 2003-2006), potranno aiutare a costruirlo in convergenza con altre religioni e culture,  al di là del qualunquismo nostrano dei moderati e del cinismo politico misto a razzismo dei liberisti, che insieme ci stanno ributtando in un nuovo medioevo.
Per centrare questo obiettivo occorre dare all'uomo ciò che è dell'uomo, cioè rispetto, dignità, lavoro, diritti e cultura, ma "...in un contesto storico profondamente cambiato il rischio è quello di essere liberali col Papa e cattolici con lo stato...(In Dialogo, giugno-luglio 2005)".
 
Giuseppe Poliani 


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  21 agosto 2005