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Teoria dei sistemi cromatici
di Giuseppe Pizzi


Il panorama cromatico presenta sette colori principali disposti in successione ordinata: da sinistra a destra, il rosso, l'arancio, il giallo, il verde, l'azzurro, l'indaco e il violetto. Una delle caratteristiche distintive dei colori è la loro “qualità termica”, detta anche “vivacità”, in virtù della quale i primi tre colori a sinistra, il rosso, l'arancio e il giallo vengono percepiti come colori caldi (calore e passione sono spesso associati alla sinistra) e collettivamente costituiscono la gamma calda, o polo caldo, gli ultimi tre a destra, l'azzurro, l'indaco e il violetto come colori freddi (rigore e ragione sono normalmente ritenuti di destra) e costituiscono la gamma fredda, o polo freddo. I colori caldi non sono però tutti egualmente caldi, e lo stesso vale per i freddi. Nel polo dei colori caldi il rosso è torrido, l'arancione è caldo e il giallo è tiepido; nel polo freddo l'azzurro è fresco, l'indaco è freddo e il viola è gelido. In posizione centrale fra i due poli laterali si trova il verde, colore di media vivacità, neutro, né caldo né freddo, né di destra né di sinistra.

sistemi cromatici

Il rapporto fra i poli cromatici e il potere dei colori dipendono dal sistema cromatico di riferimento, come dimostrato qui di seguito.
  1. Il bipolarismo è il sistema in cui i due poli laterali, caldo e freddo, competono fra di loro per il primato cromatico;
  2. In entrambi i poli, i colori che ne fanno parte, pur riconoscendo le affinità che li accomunano, non rinunciano alla loro specifica identità cromatica;
  3. La competizione bipolare è molto equilibrata (tre colori per parte con una paritetica suddivisione del campo cromatico), per cui un polo non può permettersi di fare a meno di un colore se non vuole condannarsi alla sconfitta, anche se il torrido da una parte e il gelido dall'altra paiono talvolta insopportabili;
  4. Le sorti della contesa bipolare sono spesso decise dall'appoggio che il colore verde, il neutro di centro, assicura all'uno o all'altro polo. E' questo il motivo per il quale entrambi i poli laterali perseguono una strategia di sfondamento al centro e preferiscono definirsi di neutro-caldo (o di centro-sinistra) e rispettivamente di neutro-freddo (o di centro-destra);
  5. In un sistema bipolare le vie di mezzo non sono ammesse, o di qua o di là, per cui il colore verde neutro si vede costretto a smembrarsi in due diverse componenti cromatiche, il verde oliva di vivacità più calda che quasi si confonde con il giallo del polo di sinistra e il verde smeraldo di vivacità più fredda che si assimila all'azzurro del polo di destra;
  6. Per conservare la sua integrità cromatica e sottrarsi alla condanna della scissione, il verde si batte per una riforma del sistema cromatico, che abolisca o perlomeno attenui il bipolarismo e restituisca dignità ed importanza alla centralità neutrale;
  7. Consapevoli di condividere con il verde una moderazione cromatica che li rende molto più omogenei fra di loro che con i colori estremi dei loro poli di appartenenza (il rosso-torrido e il viola-gelido), il giallo da una parte e l'azzurro dall'altra si affiancano al verde nella sua campagna riformistica fino a distaccarsi dai loro poli laterali e formare, insieme al verde, la gamma dei colori neutri, detto anche (impropriamente) polo neutro di centro;
  8. Il centralismo cromatico è il sistema in cui il cosiddetto polo dei colori neutri di centro compete contro i colori laterali, sia caldi che freddi.
  9. Un tesi tipica del centralismo cromatico è la “conventio ad excludendum”, secondo la quale i colori estremi dei poli laterali sono incompatibili con i requisiti di appartenenza allo schieramento cromatico. Per i centralisti il rosso-torrido ed il viola-gelido, a causa del loro assolutismo cromatico, non hanno diritto di cittadinanza nel novero dei colori;
  10. Con il sistema centralistico il polo neutro gode di un enorme vantaggio di posizione, tanto che l'esito della competizione cromatica è deciso a priori e l'alternanza di fatto vietata. Per prevalere sui tre colori neutri di centro occorrerebbe infatti che tutti e quattro i restanti colori, due di sinistra e due di destra si alleassero fra di loro, cosa impossibile perché si tratterebbe di una coalizione degli opposti. Inoltre la ghettizzazione dei due colori estremi restringe la competizione da sette a cinque colori, ciò che assicura in perpetuo un ruolo dominante (tre su cinque) al polo neutro. Insomma, il neutro di centro vince sempre;
  11. Per scongiurare la deriva verso il centralismo, che per diversi colori, sia caldi che freddi, è una forte tentazione, i fautori del bipolarismo sostengono l'opportunità di trasformare i poli in federazioni, senza peraltro precisare che cosa distingua una federazione di colori da un polo degli stessi colori;
  12. I bipolaristi più radicali auspicano una semplificazione del panorama cromatico, e precisamente la sua riduzione a due soli colori, rispettivamente il rossastro, detto anche Unione dei Colori di centro-sinistra e il bluastro, altrimenti detto Colore Unico di centro-destra. Il sistema che realizza questo obiettivo, realisticamente destinato a rimanere tale in quanto contraddice l'evidenza cromatica, viene comunemente detto bipartitismo cromatico;
  13. In particolari condizioni di emergenza solidale, tutti i colori, caldi, neutri e freddi, si coalizzano fra di loro, confondendosi in una unanimità cromatica bianca e festosa, ma di breve durata;
  14. Nei periodi cupi, i colori sono costretti alla clandestinità e l'assenza di colori stende una coltre nera sull'intera scena cromatica.
N.B. Questo testo si può leggere anche sostituendo “politico” a “cromatico” e “partiti” a “colori”. L'assegnazione di un partito ad ogni singolo colore è lasciata al lettore.

Giuseppe Pizzi


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  5 maggio 2005