prima pagina pagina precedente




Nel sessantesimo della Liberazione
di Rosella Stucchi


Comando generale CVL
Milano 5 maggio 1945. Sfila il comando generale CVL:
da sinistra G.B.Stucchi (papà di Rosella), Parri, Cadorna, Longo, Mattei

A sessant'anni da quel fatidico 25 aprile 1945, quando l'Italia si liberò dal giogo nazifascista, i valori fondanti della nostra Repubblica, per i quali tanti giovani combatterono e morirono, sono di nuovo in pericolo.

Per Berlusconi la nostra Costituzione sarebbe di impronta sovietica e, scrive Sergio Luzzatto, un giovane ed affermato storico, siccome i comunisti sono cattivi e la Costituzione italiana è stata scritta dai comunisti, la Costituzione italiana è cattiva, un semplice sillogismo.
In realtà la nostra Costituzione, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, è stata approvata dall'Assemblea Costituente, eletta il 2 giugno 1947 contestualmente al referendum fra monarchia e repubblica, composta da 556 membri (fra cui 21 donne): 207 per la Democrazia Cristiana, 115 per il Partito Socialista, 104 per il Partito Comunista, 41 per l'Unione Democratica Nazionale, 30 per l'Uomo Qualunque, 23 per il Partito Repubblicano, 16 per il Blocco Nazionale Libertà, 7 per il Partito d'Azione e 13 per raggruppamenti minori.

Ora l'attuale maggioranza di Camera e Senato, composta da partiti che neppure esistevano alla sua promulgazione, e AN addirittura di origini fasciste, ha approvato una riforma che distrugge alcuni aspetti caratterizzanti dell'ordinamento dello Stato repubblicano, modifica in profondità il funzionamento dei massimi organismi dello Stato e ne altera l' equilibrio. Galli Della Loggia, editorialista del Corriere della Sera, non certamente un giornale di opposizione, scrive che “la riforma della Costituzione voluta dal governo e dalla sua maggioranza costituisce forse il più grave pericolo che l'unità italiana si trova a correre dopo quello terribile corso sessant'anni orsono nel periodo seguito all'armistizio dell'8 settembre.”

Nella nostra Costituzione l'espresso proposito di garantire sempre e comunque la sovranità del Parlamento e la determinazione di recepire la volontà generale dal basso piuttosto che imporla dall'alto erano una risposta alla dura lezione del periodo fascista. Come pure l'esperienza fascista e prefascista aveva convinto i deputati della Costituente a limitare al massimo, se non ad azzerare, i poteri dell'esecutivo nei confronti della magistratura.

Fortunatamente il crollo di consensi del centro destra, più destra che centro, verificatosi nelle ultime elezioni regionali, i conseguenti gravi dissensi nella maggioranza e, soprattutto, il futuro referendum confermativo, per il quale non è necessario alcun quorum, sembrano validi baluardi di fronte a questa riforma aberrante.

Sempre Luzzatto afferma che “il neofascismo non è più quello di un tempo da quando Gianfranco Fini ha traghettato il Movimento Sociale Italiano verso i lidi della rispettabilità politica e della legittimità costituzionale”. Ma oggi dobbiamo opporci ad un nuovo fascismo che si identifica con la xenofobia e la repressione violenta di ogni forma di protesta e rivendicazione sociale, così impellenti nelle persone che ragionano secondo una logica “no profit”, aperta alla solidarietà sociale, alla giustizia, al desiderio di pace.

Da parte sua l'ANPI, che ha festeggiato il suo 60º anniversario lo scorso anno, essendo stata fondata a Roma liberata nel 1944, e che Veltroni in Campidoglio, in quella occasione, ha affermato essere sempre stata il simbolo di una stagione di riscossa e di libertà, si pone oggi come vigile custode della Costituzione nata dalla Resistenza, all'unisono con il nostro presidente Carlo Azeglio Ciampi, che non perde occasione per esaltare I valori della Resistenza, e con il combattivo presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro, uno dei padri costituenti, che certo non si risparmia nella difesa di questi ideali. Anche quest'anno il presidente del Consiglio non si è voluto smentire e, dopo aver annunciato la sua presenza, ha deciso di disertare ancora una volta la manifestazione nazionale del 25 aprile di Milano.

Rosella Stucchi


in su pagina precedente

  25 aprile 2005