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Primarie in Lombardia
di Giorgio Casera


Da diversi mesi le associazioni legate all'Ulivo, seguendo le esortazioni di Romano Prodi, esprimono la necessità dell'introduzione delle elezioni primarie in Italia, o quanto meno nell'ambito del centrosinistra, volte ad una scelta dei vari candidati a cariche politiche od amministrative, effettuata da una fascia di società civile più ampia di quella costituita dai partiti politici, o meglio dai loro vertici.
E' evidente che l'opportunità delle primarie discende dal meccanismo maggioritario delle elezioni e dalla conseguente necessità del formarsi di coalizioni di partiti, come è altrimenti evidente che tale possibilità sia vista con freddezza da questi ultimi, che finora hanno esercitato il potere di scelta.
Il che spiega perché di primarie si parli molto e si concluda poco: i partiti, indispensabili protagonisti della vita politica, debbono essere portati ad accettare il nuovo meccanismo ed a parteciparvi, nel loro interesse, entrando così maggiormente in sintonia con la società civile. Situazione che, al momento, non sembra verificarsi, e che, per il suo raggiungimento, richiederà una costante mobilitazione da parte dei movimenti ed associazioni dell'area.

Di questi concetti si è discusso l'intera mattinata di sabato 20 novembre nell'auditorium della Regione Lombardia a Milano.
La manifestazione, organizzata dai Cittadini per l'Ulivo della Lombardia, aveva l'obiettivo di costituire un Comitato per le primarie in Lombardia, in vista delle prossime elezioni, regionali nell'aprile 2005, comunali a Milano e politiche generali nel 2006.
Al tavolo degli oratori si sono alternati Stefano Facchi, coordinatore provinciale milanese dei Cittadini per l'Ulivo, Gad Lerner, il prof. Pasquino, storico promotore delle primarie, Alberto Martinelli, portavoce dell'Ulivo lombardo, Basilio Rizzo, consigliere comunale a Milano, Roberto Vitali per il movimento Libertà Eguale, e infine Chicco Crippa, coordinatore regionale dei Cittadini per l'Ulivo. In sala erano presenti due dei possibili candidati della GAD per la presidenza della Lombardia, Sarfatti e Monguzzi.

Tutti d'accordo sul concetto di primarie, ma, quando si tratta di discutere le regole per metterle in pratica, sul come, il dove e quando, emergono anche tante divergenze, il che è un classico, nel campo dell'Ulivo. Si parte da “primarie sempre e ovunque” e si arriva a “solo quando sono necessarie” (ad esempio nei casi come quello delle ultime provinciali a Milano, con i partiti del centrosinistra che appoggiavano unitariamente Penati, non ci sarebbe bisogno di primarie); al “ci vuole un quorum e un albo degli elettori” si risponde “meglio non mettere vincoli che potrebbero essere usati strumentalmente e accesso più aperto possibile”. Ancora “primarie stabilite per legge” contro “basta un regolamento tra partiti ed associazioni interessate” e infine “stabilire una data limite per le primarie, rispetto alla data delle elezioni” ma anche “nessuna data capestro”.
Insomma il diavolo si nasconde nei dettagli.

Anche per le primarie per Prodi, nella GAD, previste per il prossimo febbraio, si sono confrontate due posizioni: “sono indispensabili perché così si svincola dai partiti” e “sono inutili se è l'unico candidato”.
Eppure… le primarie convengono. Hanno registrato solo consensi le affermazioni secondo cui le primarie stimolano la partecipazione dei cittadini alla politica, il dibattito tra i candidati produce idee che sono diffuse dai media e “impone” la dichiarazione delle linee programmatiche, elemento di chiarezza per gli elettori, i media e la coalizione.
Quindi bisogna continuare a lavorare perché si realizzino.
E' questa la conclusione degli interventi e del dibattito che ne è seguito, come riassunto da Chicco Crippa, il quale ha aggiunto alcune pratiche considerazioni sui prossimi appuntamenti elettorali.
Per le regionali, visto lo stato delle cose, non ha senso parlare di primarie, non c'è tempo. E' invece indispensabile che venga individuato il candidato della GAD subito, in modo che possa impiegare i prossimi tre mesi a visitare le 11 (12 con Monza) province della Lombardia, per farsi conoscere e presentare i suoi programmi.
Molto più realistico pensare all'organizzazione delle primarie per il candidato della coalizione alle prossime importanti elezioni per il sindaco di Milano.

Giorgio Casera


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  22 novembre 2004