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Povera America, poveri noi
di Franco Isman



Bush1
Incredibile, è veramente incredibile che più della metà degli americani, o almeno di quelli che hanno un minimo interesse per l'amministrazione dello Stato, tanto da iscriversi alle liste elettorali e andare a votare, abbia scelto George W. Bush, un individuo come Bush.

Un individuo che ha scatenato una guerra di aggressione al di fuori di qualsiasi legalità internazionale, con motivazioni - le armi di distruzione di massa, la complicità con Bin Laden - che si sono rivelate assolutamente false.
Un individuo che ha mostrato pubblicamente la sua pochezza nei momenti cruciali quando, alla notizia del primo impatto di un aereo contro le Twin Towers, è rimasto imbelle e stranito a contare le pecorelle con i bambini di un asilo, come ci ha fatto impietosamente vedere il documentario di Michael Moore Farenheit 9/11.
Un individuo che ha dichiarata terminata e vinta una guerra che continua a fabbricare morti: 1082 americani fino a due giorni fa, centomila iracheni secondo attendibili stime. Oltre alle vittime delle più diverse nazionalità, italiani compresi.
Un individuo che, con i suoi sodali, su questa guerra lucra, con i grassi appalti alla Halliburton del segretario di Stato e alle imprese petrolifere.

Una guerra che si continua a combattere bombardando e distruggendo case che sono sempre, guarda caso, covi di terroristi, ma i morti sono donne e bambini.
Una guerra che ha portato il terrorismo a livelli mai prima avvicinati di diffusione e di barbarie.
Una guerra che ha coinvolto altre nazioni, intervenute fin dall'inizio come gli inglesi, o “per portare aiuti umanitari”, come noi italiani, con le tragiche conseguenze che ne sono derivate.
“La guerra è la massima espressione del terrorismo e questa è una guerra senza la minima giustificazione morale e senza nessuna legalità internazionale. Approvare questa guerra, solidarizzare con questa America significa rendersi complici dei terroristi”, così scrivevamo il 21 marzo 2003. E l'Osservatore Romano l'aveva definita “un omicidio in grande”.

La democrazia è la miglior forma di governo possibile, ne siamo tutti convinti, certo che i risultati a cui talvolta porta sono assolutamente sconfortanti

Franco Isman


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  3 novembre 2004