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La legge elettorale è anticostituzionale ?
di Franco Isman


“Per mutamenti strutturali, che modifichino istituzioni fondamentali della Repubblica, quale il Parlamento, serve uno spirito costituente, un largo incontro di volontà politiche. Le istituzioni fondamentali non possono certo essere cambiate ad ogni mutare di maggioranza” ha detto nel messaggio di Capodanno il Presidente Ciampi. Giustissimo, peccato che non ci abbia pensato dieci anni fa quando, da presidente del Consiglio, ha promulgato la legge elettorale maggioritaria e che oggi le sue parole siano soltanto una manifestazione di buoni propositi.

La Costituzione italiana non ha mai avuto la pretesa di essere sacra ed immutabile, infatti con l'articolo 138 i Costituenti avevano previsto precise norme per eventuali modifiche, restrittive ma possibili: doppia votazione in ciascuna Camera, maggioranza assoluta, eventuale referendum popolare nel caso di maggioranza inferiore ai due terzi. Il fatto sta che queste norme erano state codificate per un sistema elettorale proporzionale e stavano a significare esattamente quanto espresso dal Presidente e cioè che per le modifiche era necessaria una maggioranza che rappresentasse la maggioranza assoluta degli elettori, era necessaria di fatto una convergenza fra maggioranza e opposizione.

Poi è scoppiata l'ubriacatura del maggioritario e cioè di un sistema elettorale in cui le rappresentanze in Parlamento non fossero più proporzionali ai voti dei singoli partiti ma “premiassero” la maggioranza relativa con un numero di seggi nettamente maggiore. Giusto o sbagliato, opportuno o non opportuno, quota proporzionale sì oppure no, non è questo il problema maggiore.

Il vero, gravissimo problema sta nel fatto che approvando nel 1993 la nuova legge elettorale, il cosiddetto “mattarellum”, né il governo, presieduto proprio da Ciampi, né la maggioranza (il vecchio quadripartito DC, PSI, PSDI, PLI) avevano tenuto conto che la modifica in senso maggioritario del sistema elettorale avrebbe travolto le salvaguardie che la Costituzione si era data per garantire che eventuali future modifiche fossero condivise e non di parte. Sembra evidente che la legge elettorale maggioritaria avrebbe dovuto essere preceduta da una modifica dell'articolo 138 che ne tenesse conto. Ma ciò non è stato fatto, ed è una omissione gravissima e veramente incredibile.

Il non averlo fatto rende, a giudizio di chi scrive, addirittura anticostituzionale la legge elettorale maggioritaria, proprio per il fatto che ha messo la Costituzione in balia di una maggioranza parlamentare che può non essere, e di fatto non è, maggioranza assoluta degli elettori.

Di fatto il precedente governo di centrosinistra ha votato a maggioranza le modifiche costituzionali relative alle autonomie regionali, c'era in realtà una larghissima condivisione anche a destra, soltanto la Lega era contraria, ma al momento del voto il centrosinistra si è trovato isolato, e le modifiche sono state approvate dalla sola maggioranza. Un precedente gravissimo, un gravissimo errore politico. Non si capisce come, ora che è opposizione, il centrosinistra possa contestare un analogo comportamento della maggioranza. La battaglia si potrà e dovrà fare sui contenuti delle modifiche che la destra vorrà fare; ma i numeri ci danno torto.

E' per questo che abbiamo detto che i sacrosanti principi enunciati dal nostro Presidente non trovano purtroppo riscontro nella realtà dei fatti.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net


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  3 gennaio 2004