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FANTAPOLITICA
La vera storia delle armi introvabili
di Michele Casiraghi


Le stanno cercando tutti, in Iraq, ma non si trovano, non si trovano, non si trovano.
Vi spiego la ragione di questa irreperibilità.
Risposte alla nostra domanda la Storia grande, quella Ufficiale (quella un po' Militare, anche) non ce ne dà e non ce ne offrirà neanche in futuro: Lord Hutton, con sulla capoccia la parrucca imbiancata, farà a breve una reprimenda allo scolaretto Blair, che tornerà istantaneamente ad esser una speranza del socialismo britannico.
Gli iracheni - un colpo un dollaro ai soldatini americani, come all'orso nei luna park - cercano invano, col loro tirassegno metodico, di richiamare l'opinione dei cittadini Usa, molto attenta alle tasse da pagare e assai poco ai morti altrui, ad una dose di maggiore perspicacia nello scegliersi i futuri presidenti.
Infine, delle argomentazioni usate da quello attuale a giustificazione delle armi introvabili, non parliamo neppure: sono invisibili, proprio come uno Stealth o l'intelligenza di Bush. Nemmeno col radar le peschi.

Le microstorie
Per fortuna ci sono i dettagli che emergono dalle microstorie, tanto amate da Carlo Ginzburg.
Repubblica, oggi, ne pubblica due: basta connetterle e si può agevolmente capire perché le armi distruttive di Saddam, introvabili, siano destinate a restar tali per l'eternità.
Fatto che, beninteso, non dà ragione a chi ne afferma impudentemente l'inesistenza, anzi: come vedremo, è vero il contrario.
In prima pagina, taglio mediano, cornice discreta, corpo attorno al ventiquattro (ben visibile), Repubblica annuncia: “Allarme FBI: Al Qaeda prepara giocattoli bomba”. Occhiello: “Ha un esplosivo invisibile ai controlli” (l'articolo, di Claudia Fusani, è a pag.17).
A lato, nella colonna di destra, stesso corpo tutto maiuscolo: “Il teorema sbagliato”, di Benjamin R. Barber (segue a pag.15). E, poiché il titolo è riferito a Bush e dintorni, sapere questa gente impegnata a sviluppare addirittura un teorema, in tutta la sua complessità, è inquietante quanto un'arma proibita in mano al defunto Idi Amin.
Il primo testo appartiene alla categoria cronache; il secondo alle analisi, meditazioni, riflessioni, consigli (in una parola: la politologia, entità che alla gran parte delle persone normali appare misteriosa e sfuggente, per non dire inconsistente)

Invisibilità prima parte: il mito
Dal primo articolo, apprendiamo che un giornale spagnolo, sulla base dell'esistenza di un'informativa americana, afferma che i terroristi si addestrano a superare indisturbati i check point (perché prima che facevano? Si addestravano a farsi acchiappare?) corredati di una miriade di oggetti esplosivi, a partire dai tradizionali giubbotti, imbottiti però di nitro cellulosa, esplosivo dalla doti sinora insospettate. L'elenco dei suoi possibili camuffamenti è lungo: radio, flash, giochi elettronici, telefonini, stereo portatili, telecomandi del cancello di casa… Altri oggetti usuali può aggiungerli ciascuno consultando un dizionario: mixer da cucina, penne stilografiche, portachiavi, confezioni di chewing gum, confetti matrimoniali ecc.
Contro questo nuovo pericolo, non c'è sniffer (meccanico, animale o umano ) che tenga a meno che - e forse il dettaglio fa parte dell'istruzioni per un uso corretto degli utensili pericolosi di cui a volte la polizia è inconsapevolmente prodiga - “il composto non sia stato ben seccato e quindi possa rilasciare odore”.
Ad accertarne la presenza infida, non valgono neppure i raggi x. Si dovrà forse, ipotizzo, ricorrere alla risonanza magnetica nucleare, cosa che offrirà l'opportunità - secondo i modelli di sanità pubblica più progrediti - di garantire esami e terapie specialistiche anche presso gli aeroporti e le stazioni ferroviarie, per render produttivi i periodi di attesa.
Insomma, siamo quasi in presenza dell'arcivernice di Pier Lambicchi, spennellata su ordigni dall'aspetto accattivante ma dal potenziale devastante.


Invisibilità seconda parte: Bush, la geometria, la filosofia
Il secondo articolo, titolando “Il teorema sbagliato di Bush” sembra addirittura prometterci che il suddetto sia in grado non solo di recitar le tabelline, ma anche di allargarsi ai teoremi, persino quando non sono espressi in milioni di dollari.
In esso, Barber paragona i terroristi più che ai solidi esseri corporei e naturalmente ambigui immaginati dal presidente Usa, inviluppati in tutte le trame dovunque vi sia almeno un goccio di petrolio, a micro-organismi parassiti e migranti: proprio per questo, in qualche modo, inafferrabili.
Contro di essi la signora che ha un nome che, per come suona, sembra esprimere tutto il rammarico della madre nell'averla messa al mondo (Coondoleeza) ha sancito il diritto “ad agire prima ancora del loro compiuto manifestarsi”.
Siamo, come vedete, di nuovo in presenza di qualcosa d'invisibile, poiché tale è ogni cosa, prima della sua “manifestazione” agli occhi del mondo.
Partiti armi in spalla e sulla scorta di una letteratura e di una cinematografia dove l'invisibile pullula e spazia (dai baccelli spaziali che ci scaricano ospiti parassiti invisibili e indesiderati, abilissimi nel clonarci sostituendoci; a quel signore che, lo ricorderete, per esser visibile doveva girar avvoltolato in fasce) gli Usa, dopo aver dichiarato guerra all'invisibile non ancora rivelato, hanno avuto poi qualche difficoltà a renderlo manifesto.
Tuttavia, una nazione di pionieri non si scoraggia per tanto poco.
Le armi di distruzione di massa non si trovano? Perché meravigliarsi e cercare contraddizioni inesistenti tra ciò che si disse e ciò che è?
Oggi, e per il futuro (stia attento chi deve stare attento) ciò non significa che esse non esistano: semplicemente, sono invisibili.
E' così si può dire di ogni sorta di pericolo, comprese le intenzioni che, come si sa, sono molto poco visibili prima di manifestarsi in qualche modo.

Gran finale
Il primo guaio, per i terroristi invisibili dotati di armi invisibili e per i cittadini caratterizzati da cattive intenzioni altrettanto invisibili, è che sono generalmente allocabili in paesi e luoghi, purtroppo, visibilissimi, specie se osservati attentamente dai mirini dei satelliti e dei sistemi di distruzione di massa visibili di cui gli Usa non mancano.
Costoro, inoltre, per loro sfortuna, possono esser ricondotti a manifestarsi - quando non decidano di farlo di propria iniziativa - solo post mortem, esattamente come gli extraterrestri che tornano, una volta cadaveri, alle loro sembianze originali, dopo esser fuoriusciti dagli involucri umani che avevano parassitato trovandovisi a proprio agio “Come un pisello nel suo baccello”, dicevano Stanlio e Ollio.
Le conseguenze ipotizzabili di questa situazione complessa non sono poche.
I terroristi invisibili, non sniffati più da alcun segugio poiché inodori e insapori più dell'olio di ricino che ci faceva deglutire mammina da piccoli, saranno ricondotti alla visibilità prima ancora d'aver mosso un dito, come del resto già accade.
Se proprio si rivelasse necessaria, e anche questo accade, una discriminazione tra quelli definibili davvero come tali e gli altri, potrà esser fatta a posteriori, con tutta calma e le dovute garanzie di scientificità. Nel suo piccolo, per noi italiani, Genova docet.
Del resto, tale inopinabile procedura presenta talmente tanti vantaggi da esser già da tempo applicata negli Usa: a colpi d'arma da fuoco verso le località extranazionali; a colpi di leggi che sanciscono visibili illegalità in nome di sicurezze per ora invisibili nel territorio della nazione.
Quest'ultima, nelle sue frange più ardimentose che hanno a cura i destini del mondo, può esser felice: al nemico, diventato invisibile e finalmente riconosciuto come tale, ciascuno può far assumere la forma specifica dei propri incubi interiori più preferiti, proprio come al cinema. Avremo così un nemico proteiforme, multipercettibile e buono per ogni uso: qualcosa di molto più raffinato e concreto dell'ex impero sovietico o delle bande scalcinate di Al Qaeda.
Vi ricordate; a questo proposito, il film Il pianeta proibito? Gli esploratori, approdati su un pianeta lontano, combattono fin a soccombere quasi tutti contro un mostro potentissimo che assume, di volta in volta, le sembianze e la forza distruttiva che loro stessi contribuiscono a dargli, consentendogli di approvvigionarsi a quella vera e propria fabbrica di incubi, invidie, angosce, desideri impronunciabili che è l'inconscio personale.
Ecco: adesso il film è servito in casa, senza neppure bisogno di tv digitale, cavi, satelliti. E' un kit fai da te.

Consigli per vivere in un mondo invisibile.
Visti i tanti bugiardi in circolazione tra i capi di stato e i governi, vi offrirò anch'io il mio bugiardino per favorire un buon uso del kit appena citato.
D'ora innanzi, state tutti quanti attenti ai vicini, anche se vi sembrano impegnati in attività manifestamente innocue: quando aprono il cancello col telecomando, ad esempio. Se potete, preveniteli, prima che si rivelino per quei malvagi che potrebbero essere e, probabilmente, sono.
Ripercorrete attentamente, con tutti i vostri neuroni, la storia delle relazioni che avete intrattenuto con loro: qualche indizio c'è sempre e non c'è è senz'altro perché ve lo siete dimenticato. Dunque, agite di conseguenza: la prima regola per conservarsi in buona salute è prevenire.
Osservate bene, tra le mura di quella casa che sinora avete creduto sicure, vostra moglie e mantenetevi a distanza di sicurezza quando mixa il minestrone o il frullato. Forse sta macchinando qualcosa contro di voi per impedirvi di manifestare le vostre possibili cattive intenzioni: se non siete ancora riusciti a dar loro forma, peggio per voi. Potreste morire inconsapevoli.
E, soprattutto per i bimbi e le bimbe, in particolare quelli al di sotto dei sei anni, compresi i primini anticipati e che han fretta di crescere in quanto invasi da quell'alieno della Moratti, attenti a Babbo Natale, adesso che il Natale si avvicina: non accettate in dono animaletti di pelouche, rispediteli al mittente! Sembra siano il nascondiglio ideale per la nitrocellulosa.
Però, per favore, prendete nota: ho scritto al mittente, non alla Moratti o a qualcun altro.
Che se no vi arruolano nelle neonate brigate rosse e, invece di farvi misurare con la grandiosità dell'invisibile nitrocellosa, vi mettono a fabbricar lettere esplosive allo zolfo per questo o quel ministero, usando le capocchie dei fiammiferi.
Soprattutto ricordate: se l'introvabile non esiste più neppure come concetto, l'invisibile è invece intorno a noi, col suo carico minaccioso.

Michele Casiraghi

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  9 ottobre 2003