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COSTUME
Sporchi musi gialli
Un pezzo idiota de "il Giornale"
di Sandro Invidia

Mi capita, ogni tanto, di perdere i soldi. Non cifre esorbitanti, certo: 1500 lire, per lo più. Il prezzo de Il Giornale, quotidiano milanese.
Così mi è accaduto mercoledì 18 aprile, attirato dal titolo roboante di prima pagina: "Il paese degli immigrati clandestini"
Pago la tassa e leggo, a pagina 4, la testimonianza di un immigrato cinese, stanziatosi ad Altivole (Treviso).
L'inviato, Giorgio Gandola, così lo presenta: "è arrivato nel Nordest sei anni fa, oltre ad un paio dei 76 dialetti del suo paese conosce l'italiano. Ma ha la curiosa facoltà di non capire certe domande"
Perfido, il muso giallo!
Le domande, in effetti, sono di quelle mozzafiato:
Che vita è questa? Siete trattati da schiavi? In paese vi guardano con perplessità?
Le risposte, mostri di sfacciata reticenza:
Lavoro come te, come tutti. Mi guadagno da vivere. Lo faccio per me e per la mia famiglia. È tutto in regola: è venuto il vigile del Comune e non ha avuto niente da ridire. Diffidenza? Non credo: le persone di Altivole sono gentili. Io vado sempre al bar a bere il caffè. Mi piace, e la gente che mi conosce mi saluta.
No, proprio non deve aver capito le domande!
Leggo e rileggo l'intervista, cercandone un qualche costrutto. Poi passo a considerare il contesto più ampio in cui è inserita: le pagine 4 e 5 sembrano un campo di battaglia.
In alto a sinistra: Record di clandestini. Così un paese del Veneto diventa "Chinatown"
Al centro, a destra: E spuntano gli occhi a mandorla anche nelle liste elettorali di Lecco (per il Centrosinistra, graziaddio, ndr)
In basso: Straniera sposa bigamo: matrimonio valido (ma per correttezza avrebbero dovuto precisare: "italiano bigamo", ndr)
In basso, a destra: sondaggio in California: prima il lavoro agli americani poi agli immigrati
A pagina 5, in alto: quattordicenne stuprata da un clandestino
Riquadro: coppietta rapinata nel milanese (e si precisa: "sequestrati e rapinati da tre persone, probabilmente albanesi". (Macomecazzoavràfattoacapirlo? ndr)
Altro riquadro: Controlli a tappeto su tutti gli immigrati
In basso, a sinistra: Sale il numero degli ingressi attraverso frontiere-groviera
Quando alzo la testa, mi guardo in giro nella speranza di incontrare un clandestino e baciarlo.
Niente da fare. sono solo. Riprendo la lettura.
Torno in prima pagina, e leggo il sommario del pezzo di apertura. È sempre di Giorgio Gandola:
Nella Marca Trevigiana, ad Altivole, è quasi in atto una "mutazione genetica": ogni mese arriva un gruppo di cinesi ed apre un laboratorio di maglieria (ma guarda un po' dove va ad infilarsi la genetica! ndr)
Nessuno li vede, creano alveari, lavorano 24 ore al giorno e sfuggono a qualsiasi controllo. Insomma, una Chinatown clandestina in pieno Veneto…
Clandestini, clandestini… per fortuna nulla sfugge al naso ed all'orecchio allenato del Gandola. Possono pure nascondersi, ma lui ne percepisce "l'odore di involtini primavera" e la puzza di "uomini e donne che vivono-mangiano-dormono a dieci per volta in trenta metri quadrati". E lo "scampanellio cantonese di biciclette" (giuro che ha scritto così!). E il "peso psicologico di un paese preso a morsi da un'immigrazione devastante".
Parla con gli abitanti del luogo, il Gandola. E scopre cose terrificanti: c'è un prete che dice che questa è gente povera, indebitata, trascinata in Italia da troppe mafie. C'è un ex-emigrante italiano che confida che questi cinesi sono costretti ad una vita infame, a produrre maglie a bassissimo costo anche per qualche stilista.
Creano problemi? Macché: silenziosi, ordinati, educati, riservati…
Ma il Gandola, cerca e ricerca, qualcuno che ha da lagnarsi finalmente lo trova.
È il sindaco. Sono troppi, dice. "Se si continua così e se si decide di dare il voto agli stranieri residenti, fra due legislature Altivole avrà un sindaco cinese"
Ma pensa!
Sandro Invidia
sandro.invidia@arengario.net




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20 aprile 2001