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L'ombrello di Berlusconi
La riscossa dell'Italia riparte dal Brunello


Adnkronos - Firenze, 3 marzo
Staino su l'Unità
 
 
Silvio Berlusconi era intenzionato ad acquistare in Toscana, per la precisione a Montalcino, terra del famoso Brunello, una tenuta, «un luogo di incontri», ma «se ancora non lo ha fatto e ci ha
ripensato è per il tipo di accoglienza che ha ricevuto».
Lo ha detto, parlando con i giornalisti a Firenze, il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Tortoli, lamentando come in Toscana ci sia «intolleranza» nei confronti del centrodestra «a livelli di esagerazione».
 
Berlusconi, ha evidenziato l'onorevole Tortoli, a Montalcino «ha ricevuto solo frasi del tipo “mafioso”, il gesto dell'ombrello... Questo non è un Paese normale».
Da qui l'amarezza del presidente del Consiglio per l'accoglienza ricevuta a Montalcino.
«A me risulta che Berlusconi ci abbia ripensato, che non ha ancora deciso, anche perché è rimasto scioccato dall'accoglienza ricevuta in questa regione».
(Pam/Zn/Adnkronos)


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Ebbene sì ! Sono stato io

La faccenda è andata così.
Girellavo in Val d’Orcia, fra Monteoliveto e San Quirico. La guida rapida del Touring non la guardavo, neppure le carte stradali: ogni cinque chilometri c’era qualcosa che mi costringeva a fermarmi, senza aver bisogno di dargli il nome, a quel campanile, quella rocca, quel muro, quel cipresso, quegli ulivi . Ecchissenefrega dei nomi! Avevo fame: giunto in un paese, in una panetteria ho comprato quattro fette grandi di pane e nella salumeria accanto un etto di prosciutto. Sono andato nel punto più alto del paese, mi sono seduto su una panca di legno e, adagio adagio, ho cominciato ad erodere i due grandiosi paninazzi, che all’uopo avevo costruito. Gli occhi spaziavano sul paesaggio toscano, i boschi toscani, le facce toscane, i castelli toscani e, se lo sguardo scendeva, sul pane toscano, il prosciutto toscano ed il vino toscano, pure quello. D’improvviso, è arrivato lui, piccolo, imberettato , agitato, saltellante sui tacchetti. A parte i marcantoni della scorta, quelli che lo seguivano camminavano piegati in due, sgomitando tra loro per essergli più vicini: si indovinavano le code scodinzolati nel retro dei pantaloni. Arrivato in cima, si è girato pian piano per 360 gradi, guardando tutto come se fosse suo, persino i paninazzi, il prosciutto ed il vino. Taceva, e tacevano pure i marcantoni e gli scodinzolanti. Le grandi arie di possesso sono mute. A quel punto mi ha guardato. E l’ho guardato pure io. Il mio braccio destro si è alzato, piegato a 90 gradi. La mano sinistra si è inserita nell’incavo del braccio destro. Che dice, commissario, l’attenuante della provocazione grave me la daranno?

...e portatemi le arance, voi tre!

lettera firmata


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  3 marzo 2003