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Lavoro nero
Giuseppe Poliani su Piazza d'Uomo


Giannelli sul Corriere della Sera
Posso solo lontanamente immaginare, visto che non ho mai vissuto grazie a Dio la condizione di disoccupato o cassintegrato, lo stato d'animo di un operaio della FIAT dopo le rivoltanti parole di Berlusconi sulla possibilità di lavoro in nero auspicata per gli operai messi in cassa integrazione.
 
Posso solo immaginare lo sconforto di chi oltre ad avere prospettive buie per il proprio futuro e quello della propria famiglia deve anche subire questa odiosa umiliazione, la rabbia di chi sa che dovrà fare i salti mortali per nutrire la propria famiglia, per far studiare i propri figli, per pagare l'affitto della casa, la lacerazione morale di chi sta perdendo la propria autostima, la propria capacità di lavoro e di relazione sociale e deve tenere i denti stretti per non sconfinare nell'illegalità.
 
Ma non c'è da meravigliarsi di questo comportamento ignorante prima che arrogante e fascista, perché anche il suo amico Previti qualche mese fa aveva consigliato di evadere il fisco dicendo che era un reato minore; non c'è da meravigliarsi  perché ormai siamo abituati a questo presidente del consiglio che scherza sulla vita e sul futuro altrui mandando il Paese nel baratro economico, che dice e si contraddice prendendo in giro gli italiani, il parlamento, e persino il capo dello Stato.
 
Non c'è soluzione e non c'è possibilità di dialogo con simili figuri ma solo un'opposizione incessante e serrata con tutti i mezzi democratici possibili.

Giuseppe Poliani


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  8 dicembre 2002