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Il PGT di Monza. La disciplina degli incentivi
Schema della relazione dell'arch. Alfredo Viganò al corso di formazione dell'INU Lombardia - SECONDA PARTE
di Alfredo Viganò


Esaminati gli aspetti generali, vediamo ora nello specifico l'esperienza di Monza.

Sottolineo sempre che Monza è la terza città di Lombardia, da poco Capoluogo di Provincia ( le prime elezioni saranno nel 2009) abbiamo un Piano approvato nel 1971, più tentativi falliti, negli ultimi venti anni, di aggiornamento del Piano, un Piano adottato nel 2002 ma i cui contenuti e manchevolezze non ne consentivano la prosecuzione definitiva.

La presenza sul territorio di interessi di tale natura e caratteristiche da indurre l'attenzione della stessa legislazione regionale ( anche in questi giorni) a contraddire i tentativi del Comune di dotarsi di un Piano di maggior attenzione e tutela del territorio ( con quella in corso sono quattro le leggi che di fatto “giocano” col territorio di Monza tralasciando scelte specifiche del PAI).

Nel 2004 si è prodotto un nuovo Piano che pur facendo riferimento alla legge 51/75, affrontava anche alcune nuove tematiche che poi avrebbero trovato riferimento nella 12/05.
Come si è accennato la Regione ci ha inopinatamente “impedito di concludere il Piano già licenziato dalla Giunta e che stava per essere posto alla attenzione del Consiglio Comunale.
Si tratta di una piccola vergogna che resterà scritta nel rapporto tra Regione e Autonomie locali.

Ci è stato, per questa ragione, forse più semplice e necessario che per altri “bruciare “ le tappe e produrre in pochi mesi la proposta di PGT ( composta da tutti i livelli di Piano) che tra qualche settimana verrà posta alla attenzione del Consiglio dove già vi sono state dichiarazioni di dura opposizione ad oltranza. Che dio ce la mandi buona, almeno questa volta.

Il Piano ha affrontato la questione degli Incentivi, come sopra si è accennato, sia individuando e facendo emergere specifici incentivi mirati, sia definendo metodologie di “competitività” che esaltano tale definizione degli incentivi, che accentuando gli aspetti che come politica degli incentivi partecipano in modo diffuso sia delle scelte di localizzazione che normativa.

Vediamo questi tre maggiori famiglie di contenuti che ovviamente presentano aspetti complementari e integrati.

Una prima questione investe la Conformazione dei suoli.
Nel Documento di Piano sono definite le scelte ( specificamente e puntualmente definite anche nella cartografia degli interventi e delle previsioni).
Il Documento di Piano, come si sa, ha un valore quinquennale ma le scelte generali per la Città, come individuazione urbanistica del Piano e dei Piani di settore ( pur interessando prevalentemente aree dismesse e di riqualificazione) supera tale temporalità ed offre un quadro di disponibilità maggiori di scelte su aree non conformate.

Ciò determina l'esigenza che si formulino obiettivi dimensionali degli interventi ammissibili per grandi categorie ( residenziali, produttive, terziarie-direzionali etc).
Ne consegue la necessità di una scelta che viene operata ogni anno o biennio a cui partecipano, previo avviso, gli operatori.

Vi è pertanto un forte motivo incentivante che sposta la centralità della attenzione dalla proprietà delle aree alla partecipazione imprenditoriale e di investimento.
Il valore delle aree, data la condizione di non conformazione e di necessità competitiva necessita, per essere riconosciuto pienamente, della partecipazione del programma imprenditoriale di intervento. Conseguentemente si dovrebbe promuovere l'obiettivo che il risultato non veda prevalere la proprietà dell'area sui processi di qualità industriale delle opere.

Non solo, le soglie poste per le diverse destinazioni non sono “omogenee”. La Città necessità di contenere gli investimenti per alloggi ad alto costo e potenziare invece la presenza di alloggi convenzionati o pubblici e interventi terziario-direzionali e produttivi ( oltre naturalmente a quelli per i servizi, le reti e la gestione del territorio).

In tal senso scatta un meccanismo di incentivo nel senso che il contingentamento più limitante è per gli interventi residenziali.
Si determina un incentivo procedurale di fatto per le altre destinazioni.

Nella normativa pertanto si determina un incentivo “procedurale per più scelte: la prevalenza di interventi di riqualificazione urbana su nuovi consumi di aree ancorché connesse al tessuto urbano, tra aree non conformate di riqualificazione e aree conformate, minori limiti di soglia per destinazioni volte alla economia e formazione di servizi per la Città e il territorio.

Come fare questa scelta tra diverse opportunità? Il Piano propone che gli interessati formulino le loro proposte sulla base di un punteggio graduato e definito per tre obiettivi generali del Piano e che si ritengono prioritari:
  1. Energia e diminuzione delle emissioni ( Aumento dell'isolamento termico oltre quantomprevisto dalle leggi di riferimento;impianto di riscaldamento centralizzato idoneo per l'allacciamento al teleriscaldamento; impianti di cogenerazione e teleriscaldamento; impianti con pompa di calore;fonti energetiche rinnovabili ed alternative per vari usi)
  2. Confort degli Edifici ( aumenti della illuminazione naturale; tetti verdi; aspetti bioclimatici; riutilizzo delle acque meteoriche; spazi gioco bambini; rete duale dell'acquedotto e di fognatura)
  3. Coesione sociale ( quantità percentuale di alloggi in locazione; quota convenzionata; dimensione parcheggi; realizzazione previsioni strategiche del Piano dei Servizi)
Per ogni voce, che qui è stata brevemente riassunta ma che trovate analiticamente nella pagina del Comune di Monza in Internet, si determina un punteggio.

Vi sono delle soglie. Per accedere alla approvazione di Piano Attuativo bisogna realizzare almeno 18 punti.
Per le aree già conformate il punteggio è di 24.
Chi raggiunge 45 punti accede con quote che superano le soglie del quinquennio.
Chi supera i 55 o i 65 punti interessando anche voci della Coesione Sociale può beneficiare di un incremento volumetrico rispettivamente del 4% e dell'8%.

Gli incentivi pertanto non sono volti alla esaltazione e contrattazione di volumi ma alla competitività e ammissibilità alle attuazioni in conformità agli obiettivi di Piano.

Altro punto nodale delle politiche degli incentivi di Piano concerne quello delle aree agricole che, come si sa, appartengono al Piano delle Regole.

Nella elaborazione del Piano ci si è posti il problema del destino delle aree agricole che svolgono un ruolo paesaggistico fondamentale nel contesto urbano e territoriale.
Il tema delle aree agricole è complesso ed investe le politiche comunitarie, la sovrapproduzione, la necessità di rimboschimenti, il mantenimento di aree agricole produttive che sono ai margini di un mercato sostenibile.
A Monza il problema investe circa 290 ettari escludendo il Parco Storico,

Per le scelte di Piano il tema è centrale avendo determinato una scelta di Parchi di Cornice connessi a quelli regionali e sovra-comunali che, in particolare lungo i corsi d'acqua naturali e artificiali determinano una connessione continua e di sistema tra le aree verdi, giardini e parchi urbani ( sia pubblici che privati) nel territorio e nella città.

Un sistema verde che rappresenti il “connettivo urbano e di legame paesaggistico col territorio. Il problema principale è come attivare risorse per il mantenimento e valorizzazione di queste aree agricole nel sistema verde e di tutela ecologica.

La scelta, in questo caso ( oltre ad incentivi determinati da destinazioni compatibili di “passaggio” tra l'urbano e l'agricolo) è stata di determinare l'uso di risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione o altre fonti di Bilancio, per definire uno specifico incentivo monetario per ettaro, di durata decennale come prima esperienza.

Per accedere al beneficio bisogna che l'operatore : realizzi :percorsi o itinerari ciclo pedonali, valorizzi la rete ecologica, riqualifichi la maglia interpoderale, specie vegetali e tipi di coltivazioni, uso di fertilizzanti non inquinanti etc.
Il tentativo pertanto è di uscire da una visione urbanistica propria del solo sistema urbano e di connettere complessivamente il territorio dal punto di vista di governo delle componenti paesaggistiche ed ambientali oltre che di funzionalità urbanistica.

Un altro aspetto investe il sistema commerciale.
In questo caso gli incentivi sono definiti nel contesto delle scelte urbanistiche ( si elaborato il PUC e poi integrate le norme del Piano di Governo) ed affrontano: il riconoscimento dei sistemi commerciali “storici” nel contesto del tessuto urbano, la necessità di escludere ulteriori interventi a grande scala commerciale, di promuove appositi Programmi di intervento mirati e di organizzare nel Piano le dotazioni di servizio, per i parcheggi e la mobilità, di supporto a detti sistemi.
In questo caso si pensa ad un “Fondo” derivante dagli oneri volto a facilitare interventi di riqualificazione seguendo il modello di riferimento del Piano Integrato del Commercio e conseguenti Programmi Locali di Interventi di cui alla legislazione vigente.
Si punta in particolare su piani di merchandising, di informazione ai cittadini, e di percorsi di progettazione partecipata.

Come si è accennato all'inizio però il Piano non comporta solo una politica di incentivi definita nella metodologia di gestione del Piano e di interventi specifici e delineati, ma determina e approfondisce la questione diffusamente nella normativa del Piano e nelle scelte di localizzazione.

In tal senso aiuta una definizione di Piano che non rimanda a grandi comparti ma entra nel merito e nella verifica di puntuali soluzioni territoriali. Ciò deriva anche dal fatto che gli obiettivi e scelte di Piano sono prevalentemente volte alla riqualificazione della Città esistente con la puntuale e diffusa individuazione di Ambiti di Trasformazione e Riqualificazione in generale su aree dismesse ( ma anche su aree infrastrutturali e per servizi ).
In questo caso le politiche di incentivo, oltre a quelle sopra descritte, intervengono nelle scelte urbanistiche e nelle priorità già delineate e che possono diventare strumento per la determinazione dei punteggi come priorità di intervento. Lo stesso riconoscimento di “area strategica” nel contesto della riqualificazione urbana è un incentivo.

Ma vi sono molti aspetti minori e più tradizionali che investono possibilità di “Traslazione” delle volumetrie esistenti, non solo nella applicazione della Compensazione ma anche come fattore di risanamento ambientale nelle aree agricole ed Parco e in generale nell'intero territorio.
La possibilità di commercializzare volumetrie demolite per il ripristino dei luoghi e loro traslazione spalmata secondo norme regolamentari.

Come si è detto la stessa Perequazione diventa partecipe di forme di incentivazione sia per i suoi contenuti propri in ragione di aree vincolate anche esterne ad ambiti a Piano Attuativo ma che generano capacità volumetriche, ma anche nella distinzione del valore delle aree stesse in funzione della posizione nella Città e delle loro caratteristiche : Si determinano sostanzialmente tre tipi : centrali, di prima fascia e di seconda. Ognuno di questi tipi ' ulteriormente suddiviso in due valori a seconda delle caratteristiche dell'area. Inoltre ogni aree è, in modo differenziato utile per una quota residenziale ed una per altre destinazioni determinando così una possibilità, per esempio di incremento controllato di superfici per le aree industriali e in generale terziarie.

In un certo senso si può dire che nel Piano di Monza si è fatto comunque tesoro delle scelte, analisi e puntualità dell'azzonamento tradizionale con una forte iniezione di metodo dettata dalle novità della nuova legge di Governo del Territorio.

Voglio chiudere significando che le politiche di Incentivo proprie di un Piano sono solo parte della più generale e complessa politica di Governo della Città che coinvolge il Bilancio Comunale nella scelta di erogazione e qualità dei servizi, che interviene promuovendo per quanto di competenza ( per esempio con Accordi di programma) il raggiungimento di obiettivi pubblici e privati di investimento nella Città.

Alfredo Viganò



   PGT@arengario.net


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  22 maggio 2006