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Il silenzio è d'oro
Ma il Gran Premio ?
Franco Isman


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Le leggi
La materia è regolamentata da numerose leggi, a partire dal dettato costituzionale laddove sancisce il diritto alla salute, ma più specificamente dal DPR 304/2001 che stabilisce dei limiti di immissione sonora nei diversi territori (art.3 comma 3) e delle deroghe a tali limiti (art.3 comma 5 e comma 7). A questa normativa si è cercato di sovrapporre la Legge Regionale, e ne parleremo più avanti.

Le ordinanze del Tribunale
A seguito di un più che decennale contenzioso con un certo numero di famiglie di Biassono, riunite nel Comitato antirumore, si è arrivati ad una ordinanza ex articolo 700 (cioè provvisoriamente esecutiva in via di urgenza) con la quale il giudice della 4º sezione civile del Tribunale di Milano, in data 11 novembre 2005, aveva inibito a SIAS ed ai comuni di Milano e di Monza (proprietari dell'area data in concessione) “lo svolgimento di attività motoristiche che prevedano l'impiego di mezzi non muniti di idoneo sistema di silenziatore”. Questa ordinanza “reclamata” dalle parti soccombenti è stata integralmente confermata dal Collegio in data 7 marzo 2006.
Fra le due ordinanze il giudice ha esperito un tentativo di conciliazione fra le parti dal quale sono rimasti incredibilmente assenti non soltanto il comune di Milano ma anche quello di Monza nonostante rientri fra i suoi specifici doveri la tutela della salute dei cittadini, minacciata dalle emissioni sonore, e nonostante il suo evidente interesse a trovare una soluzione che consenta quanto meno lo svolgimento delle principali gare motoristiche, Gran Premio d'Italia in primis. In questa sede il privato si è detto disponibile, in via provvisoria, ad accettare i livelli di rumore fin qui esistenti per un periodo di 60 giorni all'anno, ben di più del massimo di 37 previsto nelle facoltà del sindaco al citato comma 5 dell'articolo 3 del DPR 304/2001, ma SIAS non ha accettato.

La legge regionale
Abortito il tentativo di conciliazione nel quale, come si è detto, l'unico disponibile si è dimostrato il privato, dopo la conferma dell'ordinanza di sospensione da parte del Tribunale si è cominciato, un po' in ritardo in verità, a strapparsi i capelli e si è arrivati alla legge regionale n.8 dell' 11 aprile 2006 che può servire a sollevare polvere ma non risolve assolutamente nulla.
A parte la sua palese incostituzionalità derivante dalla pretesa di legiferare in merito a rapporti regolamentati dal Codice Civile, di esclusiva competenza dello Stato (art. 117/l della Costituzione), non soltanto conferma i limiti di ammissibilità delle immissioni sonore di cui citato DPR 304/2001 ma addirittura non tiene più in considerazione le deroghe ivi previste. Soltanto tenta di affermare che “tali limiti di ammissibilità, peraltro, costituiscono anche la soglia di normale tollerabilità dell'immissione di rumore limitatamente agli insediamenti urbani ricompresi in una fascia di mt. 500 (probabilmente intendono metri anche se mt. non esiste) dal sedime dell'autodromo”.
In ogni caso questa legge non può certamente incidere sulla validità dell' ordinanza del Tribunale che, tra l'altro, fa riferimento al diritto alla salute sancito dall'art. 12 della Costituzione. Al massimo dovrà essere tenuta in considerazione, se sopravvivrà all'eccezione di incostituzionalità, nel giudizio di merito, e se ne parla fra due anni.

Le associazioni ambientaliste
Le associazioni ambientaliste monzesi (Comitato per il Parco, Legambiente, Italia Nostra, WWF, Gruppo Ambiente Territorio, Green Man, MonzainBici, Rete Lilliput) con l'appoggio dei giornali informatici Arengario.net e forummonza.info, ma anche con il coinvolgimento delle associazioni nazionali, sono scese in campo per sollecitare l'amministrazione comunale al rispetto della legge e della salute dei propri cittadini (e di quelli dei comuni vicini), senza alcun intendimento punitivo nei confronti della SIAS e dell'autodromo. Le richieste all'amministrazione presentate oggi nel corso di un'affollata conferenza stampa chiedono:
Ma il Gran Premio ?
Al momento attuale vale e deve essere rispettata l'ordinanza del Tribunale per cui possono correre solamente “mezzi muniti di idoneo sistema di silenziatore”. Si discuterà a non finire su cosa si debba intendere per “idoneo”, resta il fatto che il silenziatore deve esserci e l'altro fatto che le macchine di Formula Uno, quelle di Formula 3000 ed altre sono tassativamente a scarico libero. Quindi, allo stato, non possono correre.
Far correre queste macchine costituisce violazione dell'ordinanza del Tribunale e incorrere quindi nell'articolo 388 del Codice Penale che prevede e punisce il reato di “mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del Giudice.”
Il reato non è perseguibile d'ufficio ma soltanto su denuncia di parte, cosa si intenda per “parte”, se soltanto l'attore del giudizio od anche altri portatori di interessi personali o diffusi, e quali possano essere gli interventi delle pubbliche autorità non siamo in grado di dire.
Quello che è certo è che si tratterebbe di reato penale. Da parte degli amministratori responsabili di SIAS e dei sindaci di Milano e Monza.
E allora?
L'unica soluzione sarebbe un accordo fra le parti che potrebbe portare all'annullamento dell'ordinanza cautelare.
Ma la SIAS non si limita a difendere le attività sportive e cioè le principali gare, Formula Uno in testa, gare che interessano tutti i patiti dell'automobile ed una gran massa di monzesi. Per queste gare i 60 giorni all'anno, che i privati sarebbero disposti ad accettare, sono largamente sufficienti (e, come abbiamo detto, sono quasi il doppio dei 37 per i quali il sindaco poteva concedere deroghe ai limiti di rumorosità – poteva, perché la nuova LR non prevede più questa facoltà !).
No, SIAS difende con le unghie e coi denti anche le attività motoristiche puramente commerciali, aumentate a dismisura dagli anni Novanta, che impegnano l'autodromo complessivamente per 260-300 giorni all'anno.
La contrapposizione insomma non è fra il diritto alla quiete dei cittadini e le gare automobilistiche di rilievo, no, la contrapposizione è fra il diritto alla quiete, ma addirittura alla salute, dei cittadini ed un'attività meramente commerciale. E forse è giusto anche pensarci.

Franco Isman

I precedenti articoli sull'argomento:
L'autodromo silenziato 17.11.2005
Silenzio si gira 18.03.2006


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  6 maggio 2006