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i momenti bui


La Risiera di San Sabba


La Risiera di San Sabba
a cura di Franco Isman


Dopo l'otto settembre 1943 la provincia di Trieste, assieme a quelle di Udine, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana (annessa all'Italia dopo la sua occupazione seguita all'invasione della Iugoslavia) venne sottoposta al diretto controllo del Terzo Reich con il nome di Adriatisches Küstenland, Zona di operazione del litorale adriatico.
In questo contesto la Risiera di San Sabba - stabilimento per la pilatura del riso edificato nel 1913 - venne utilizzata dall'occupante nazista come campo di prigionia e destinato in seguito allo smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, al deposito dei beni razziati e alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, soprattutto iugoslavi, detenuti politici ed ebrei.

La Risiera di San Sabba La Risiera di San Sabba

E' stato l'unico campo in Italia in cui molti prigionieri venivano direttamente uccisi, certo in modo molto “artigianale” se confrontato agli abissi di orrore dei campi di sterminio come Auschwitz, Belzec o Treblinka. Non si hanno notizie dettagliate né sul numero dei morti né sui sistemi di uccisione e di cremazione dei cadaveri; infatti, come ci dice l'autore del principale libro sul lager Ferruccio Fölkel, la Risiera venne fatta saltare il 26 aprile 1945 dai tedeschi in fuga e non si è trovato nessun testimone diretto.

La Risiera di San Sabba La Risiera di San Sabba

I prigionieri venivano uccisi con i gas di scarico dei camion, in seguito per fucilazione e talvolta con un colpo di mazza alla nuca. Il 4 aprile 1944 venne messo in funzione anche una specie di forno crematorio utilizzando la ciminiera dello stabilimento.
Nel campo erano presenti diversi edifici che oggi non esistono più, sia per le distruzioni provocate dai tedeschi che per la trasformazione in campo profughi per gli esuli giuliani e dalmati nel 1945. Attualmente possiamo ancora vedere:
  • la "cella della morte" dove venivano rinchiusi i prigionieri destinati ad essere uccisi nel giro di poche ore;
  • diciassette celle in ciascuna delle quali venivano stipati fino a sei prigionieri, riservate particolarmente agli Sloveni, ai Croati, ai partigiani, ai politici, agli ebrei, destinati all'esecuzione in tempi brevi. Una di queste celle veniva usata per la tortura, un'altra per la raccolta di materiale prelevato ai prigionieri e vi sono stati scoperti, fra l'altro, migliaia di documenti d'identità.
  • un altro edificio di quattro piani, dove venivano rinchiusi in ampie camerate gli ebrei ed i prigionieri civili e militari destinati alla deportazione in Germania: uomini, donne e bambini di tutte le età. Da qui finivano a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare.
La Risiera di San Sabba La Risiera di San Sabba

A San Sabba il 20 gennaio 1944 sono stati trascinati dalle SS anche una cinquantina di anziani ebrei prelevati alla casa di riposo Gentilomo, e fra questi Clotilde Finzi, di 84 anni, cieca e semi invalida, sorella del nonno di chi scrive. Gli assassini li hanno tenuti lì per otto giorni e poi li hanno caricati sui carri bestiame e spediti a Auschwitz dove sono stati immediatamente uccisi e passati per il camino; ma quanti di questi vecchietti saranno in realtà morti durante il viaggio, durato parecchi giorni, e rimasti fra i vivi ?

La Risiera di San Sabba La Risiera di San Sabba

Nel 1965 la Risiera fu dichiarata Monumento nazionale con decreto del Presidente della Repubblica. Nel 1975, ristrutturata su progetto dell'architetto Romano Boico, divenne il Civico Museo della Risiera di San Sabba.

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foto Franco Isman escluse le foto d'epoca



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  27 gennaio 2012