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i bei momenti


Il Museo della Guerra per la Pace


Bobbio
di Giorgio Casera


Dimenticate le vacanze estive, cosa si può fare per approfittare di questo favorevole coloratissimo autunno 2015? Semplice, abbandonare per un giorno la sterminata conurbazione in cui abitiamo, dimenticando per un po' il cemento, spettacolo quotidiano, e andare a goderci in prima fila la natura, come eravamo abituati fin dall'infanzia. Se poi la natura si intreccia con l'arte e la storia il godimento sarà il massimo ed una delle tante destinazioni che rispondono a questi criteri è Bobbio, in Val Trebbia, ai piedi del monte Penice (1460m).
Dopo aver lasciato Piacenza e l'autostrada si entra in un altro mondo, quello lasciato in disparte dalle grandi vie di comunicazione. Lo testimonia il tracciato della vecchia strada statale, che segue fedelmente le anse del Trebbia: né viadotti né gallerie facilitano il percorso degli autisti. In un certo senso la Val Trebbia, che ha costituito fino alla metà del secolo scorso una delle vie privilegiate di collegamento tra la Liguria, e il suo mare, e la pianura padana, è stata emarginata con l'avvento delle autostrade (probabilmente un'autostrada per la val Trebbia sarebbe stata di difficile realizzazione). L'altra faccia della medaglia è che la sua emarginazione ha salvaguardato i paesi della valle da possibili scempi urbanistici permettendoci oggi di godere, come detto all'inizio, di natura e di arte. In definitiva, tutto ciò ha permesso, in Bobbio e in altri paesi della valle, l'emergere di una vocazione turistica quasi di élite.
La prima impressione Bobbio la fornisce con la sua posizione, bassa nella valle, poco sopra il greto del fiume; colpiscono i suoi dintorni, sui fianchi più alti della valle dove si individuano numerosi piccoli abitati, sedi di antiche e attuali attività agricole, con prati curati e alberi con foglie colorate in mille gradazioni di giallo, rosso, verde, tipiche della stagione. E' veramente un bel vedere. Pochi minuti per ammirare il panorama e per curiosare intorno alla piazza del paese (oggi è giorno di mercato), poi la guida ci richiama per iniziare l'itinerario storico artistico.
Quando S. Colombano, mitico monaco evangelizzatore irlandese, arrivò a Bobbio (nel 614), il paese doveva rappresentare solo un punto di transito per persone e merci tra la pianura padana e il mare. Facendone la sede per il suo monastero diede una svolta alla vita della zona.
Per capire l'importanza di Bobbio nella cultura italiana ed europea si può leggere nell'introduzione alla Storia della Letteratura italiana del Gianola quanto segue:
… nella desolazione di un'epoca che vede l'abbandono e la rovina delle città, l'interruzione delle grandi vie di comunicazione, il regresso ad un'economia di pura sussistenza, il ridursi della popolazione a piccoli insediamenti rurali intorno al feudatario, i monasteri che vanno sorgendo nelle varie parti d'Italia e d'Europa rappresentano delle autentiche isole di salvezza anche per la letteratura classica; normalmente ogni monastero è dotato di uno scriptorium nel quale i monaci non si limitano a scrivere testi sacri ma trascrivono anche poeti e scrittori romani, quelli che meglio si prestano a fornire precetti morali ed esempi di virtù. Paradossalmente sono i monasteri nati al di fuori della romanità, in Inghilterra ed Irlanda soprattutto, a sollecitare il ricupero della classicità romana… Dall'Irlanda viene S. Colombano che, nel 614, fonda nell'Appennino piacentino il monastero di Bobbio, nel cui famoso scriptorium vengono raccolti e trascritti codici contenenti opere classiche, molti dei quali tuttora si conservano nella Biblioteca Ambrosiana di Milano…

Ricordiamoci che i monasteri a quei tempi erano centri propulsivi di cultura, non solo religiosa, ma anche di economia e di influenza politica. Per cinque secoli Bobbio fu un importante centro culturale, al pari di Montecassino, e i vari abati che si succedettero alla guida del monastero interloquivano con papi e imperatori. Nello stesso periodo il monastero conseguì una notevole floridezza economica, arrivando a possedere numerosi feudi e terreni in tutta l'Italia settentrionale. Il declino cominciò con l'emergere delle signorie in Italia.
(Per una lettura dettagliata della storia di Bobbio si può consultare Wikipedia )

La prima meta è appunto l'Abbazia di S. Colombano. Ci soffermiamo nella piazza antistante la Basilica, ovviamente piazza S. Colombano, ad ammirare la sobria facciata appoggiata su un portico. Mentre la guida illustra storia e caratteristiche della Basilica (è stata costruita verso il 1450 sopra i resti della chiesa del convento) osserviamo le costruzioni circostanti: sono edifici in pietra anticamente parti del complesso monastico, ora, dopo restauri che ne hanno salvaguardato lo stile, abitazioni private. Sopra il portale d'accesso la scritta inquietante dei Templari terribilis est locus iste. Appena entrati sulla sinistra una vasca battesimale del VII secolo, secondo la leggenda dono della regina Teodolinda. All'interno la Basilica è strutturata su tre navate che poggiano su pilastri; una curiosità le lesene non sono vere ma sono dipinte. Le navate sono decorate con apprezzabili affreschi di Bernardino Lanzani, pittore piacentino del '500. Affreschi e citazioni collocate in varie parti della basilica sviluppano il concetto del primato della Spirito sulla Carne. Ma mi attira particolarmente il coro ligneo intorno all'altare. Dopo aver visitato anni fa una mostra del Brustolon a Belluno e gli arredi (lignei) delle Sagrestia della basilica di S. Martino ad Alzano Lombardo, sono particolarmente attratto dalle opere d'arte che utilizzano il legno come materia. Questo coro (del 15º secolo) è in stile gotico, riccamente intagliato ed intarsiato opera di altissimi artigiani. Altro ambito di grandissimo interesse la cripta: ad un livello intermedio nel sottosuolo incontriamo la cappella maggiore con resti dell'antico pavimento a mosaico con rappresentazioni allegoriche dei mesi dell'anno mentre nella cripta vera e propria troviamo il sarcofago di S. Colombano, insieme ai sepolcri di due abati storici e ad una statua a grandezza naturale del Santo posta nella sua cappella. Interessanti gli intrecci marmorei che compongono le transenne usate come lastre tombali e ancora gli intrecci in ferro battuto della cancellata.
Risaliamo in superficie e ci rechiamo nel chiostro dell'abbazia, separato dalla basilica da un corridoio dal quale si accedeva alle abitazioni dei monaci. Gli edifici che circondano il chiostro sono ancora quelli dell'XI secolo, ed in uno di questi ha sede il Museo della Città. Al momento della nostra visita il Museo è chiuso, ma attraverso le finestre possiamo vedere l'ambiente che veniva utilizzato come refettorio dell'abbazia, con i relativi affreschi.

Ci dirigiamo quindi verso il Duomo, seconda meta storica-artistica della gita. Questo è situato nel centro storico, medievale di Bobbio, fu in origine (XI secolo) edificato in stile romanico e poi successivamente modificato: la facciata attuale, con le due torri campanarie ai lati, è quella del XV secolo. Di fronte al Duomo, nella piazza, prospettano case medievali con portici. Nella facciata del Duomo tre porte, e sopra la centrale un grande rosone; si entra scendendo alcuni gradini essendo il pavimento a livello inferiore rispetto alla piazza. La pianta della chiesa è a croce latina con cappelle lungo il perimetro, coperte da volte a crociera; ha tre navate di sei campate laterali. Gli affreschi sulle volte delle navate sono recenti (fine XIX secolo).
Subito a destra in fondo le scale vi è la cappella di San Sebastiano, realizzata intorno al 1500 con un pavimento in ceramica e parte degli affreschi originali, la finestra che da sulla piazza fu realizzata a seguito di una pestilenza che determinò la chiusura al culto e quindi consentiva ai fedeli di partecipare ai riti.
Cappella maggiore, presbiterio e cappelle laterali sono coperti di affreschi risalenti al XVI secolo e seguenti, tutti degni di nota, ma mi limiterò a citare il più antico ed importante
A destra in testa al transetto vi è l'entrata dell'antica cappella di San Giovanni Battista, risalente alla struttura della vecchia chiesa, che ospita in fondo l'antico affresco dell'Annunciazione riscoperto sotto la calce nel 1981, assieme ad altri affreschi più antichi tra i quali quello raffigurante l'incoronazione della Madonna, o secondo alcuni della regina longobarda Teodolinda. La cappella originale aveva tre campate, l'ultima occupata dal presbiterio e dall'altare venne affrescata nella seconda metà del XV secolo, ma dopo la peste del 1630, l'intero dipinto fu ricoperto da calce come il resto della chiesa per motivi sanitari.

il ponte romano
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Riusciamo finalmente all'aperto a goderci la luce di questa splendida giornata senza una nuvola e con una breve passeggiata arriviamo alla terza meta, il simbolo di Bobbio, il Ponte Romano, chiamato il Ponte Gobbo. (Curioso che qualche giorno dopo la gita abbia rivisto gli ambienti del complesso abbaziale e del Ponte Gobbo nel film di Marco Bellocchio “Sangue del mio sangue”.)
Il ponte, ad undici arcate disuguali, risale probabilmente al VII secolo e venne più volte rifatto in conseguenza dei danneggiamenti provocati dalle piene del Trebbia. Alla fine ha assunto questa forma gibbosa, che ha dato spunto a tante leggende (una delle quali dice che il ponte riprodotto da Leonardo sullo sfondo della Gioconda sia proprio il ponte Gobbo). Era necessario per collegare Bobbio alle saline, alle terme e ad una fornace situate nell'altra sponda. Di più, sulla sponda destra del Trebbia proseguiva la strada per Genova e la Lunigiana, quindi percorso obbligatorio per i pellegrini che andavano a Roma. Oggi può essere percorso a piedi o in bici e attraversarlo è un “must” per ogni turista. E' piacevole attraversarlo a piedi, specie in una giornata solatia come quella della nostra gita, il panorama di Bobbio e delle colline circostanti è il più ampio possibile, così come la visuale sulla valle, a nord e a sud. Il ponte si raccordava direttamente con una salita che porta in paese ma nella costruzione della circonvallazione del borgo ANAS ha pensato bene di attraversare brutalmente il ponte..

Proseguendo poi sulla statale in direzione di Genova, a pochi chilometri da Bobbio si incontra il comune di Corte Brugnatella (comune senza centro ma costituito di sole frazioni, com'è frequente trovare in montagna). Percorriamo una strada che sale, una curva dopo l'altra, e si raggiunge la frazione di Brugnello: un antico borgo medievale a picco sul Trebbia, con belle case di pietra. Colpiscono i curati restauri delle case (da parte dei discendenti degli antichi proprietari o di “foresti” innamorati del posto?) e i balconi fioriti. Anche i selciati delle vie sono ben restaurati e invitano il visitatore a percorrerle. Qua e là scorci panoramici sul Trebbia, che scorre con larghe anse, sulla statale che accompagna il fiume e sulla campagna di Brugnello, sotto il paese, degradante dolcemente, così da permettere agevoli coltivazioni (tra l'altro si notano filari di viti). Il punto di osservazione migliore è quello situato sul fianco della chiesa dei santi Cosma e Damiano, a picco sul costone. Da qui il panorama è veramente mozzafiato, sulla valle e sulle colline piacentine, sulle quali si intrecciano antichi sentieri, recuperati al trekking.
Dulcis in fundo, e traguardo della deviazione, un ristorante dove un pranzo a base di cucina piacentina conclude degnamente la gita.


   © Franco Isman - cliccare su ciascuna foto per ingrandirla.


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  18 novembre 2015 (Visita del 24 ottobre 2015 con Novaluna - Monza)