Il Castelgrande di Bellinzona
a cura di Franco Isman
Il movimento comunale, che caratterizza la storia urbana italiana dal secolo XI in poi, segna anche l'evoluzione delle terre ticinesi in un'epoca in cui appaiono nuove forze sociali, aumenta la popolazione, si rianimano gli scambi commerciali e si aprono nuove vie di transito (S. Gottardo, fine sec. XII). Dopo alterne vicende Milano, con la signoria dei Visconti, ottiene nel 1335 la definitiva vittoria contro la città di Como. La potente capitale lombarda diventa capitale di uno stato che si estende su buona parte dell'Italia settentrionale e negli anni 1340-44 conquisterà anche Bellinzona ed altre cittadine ticinesi. I tre castelli e la possente muratura sono opera appunto dei Visconti e degli Sforza che dominarono e governarono il borgo tra il 1300 e il 1400. Con l'occupazione dei confederati dopo la pace di Friburgo del 1516, il territorio fu ripartito tra i cantoni Uri, Svitto e Unterwalden e sottoposto al governo dei Balivi. Con l'assunzione da parte della Confederazione delle terre ticinesi, venne a mancare l'antica funzione di difesa. Il Castelgrande è stato completamente restaurato negli anni 1980-1991 dall'architetto Galfetti con la riqualificazione dell'intera collina del Sasso trasformata in parco urbano e la realizzazione della sede di un (modesto) museo storico archeologico ed artistico. Due torri: la torre Nera e la torre Bianca, di 6 piani per un'altezza di 27 e 28 metri. La splendida corte castellana e la cinta di mura, non molto alte, con merlature, percorse da un massiccio ballatoio. La murata scende verso la città ed anticamente arrivava fino al Ticino di cui dovette subire in passato disastrosi straripamenti. Tra queste catastrofi naturali, la più famosa è la "buzza di Biasca" del 1515, che distrusse quello che era giudicato il più bel ponte merlato della terra lombarda. Imponenti gli scorci del castello e delle mura, molto rimaneggiati gli interni, appunto con il museo, ma anche con un ristorante ed una birreria aperti fino a notte. Un interessante accesso direttamente dalla piazza, sotto la quale c'è un ampio parcheggio, con un bel contrasto fra la roccia granitica e gli splendidi calcestruzzi svizzeri che realizzano un corridoio di accesso, un atrio circolare, un vano ascensore e due scale elicoidali per la salita e la discesa. Più modesti gli altri due castelli che dominano la città dall'alto. Franco Isman Tutte le foto sono dell'autore, tutte le notizie storiche sono tratte da una pubblicazione specializzata sul sito http://www.proticino.ch/i/pagine_tematiche.cfm?pTID=4&ptDetID=9 2 settembre 2006 |