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Per non dimenticare
Il Tribunale Speciale
di Alfredo Vigaṇ


la brigata Matteotti

Il 25 novembre 1926 viene promulgata la legge Rocco “per la difesa dello Stato” con la quale si istituiva anche la pena di morte e il Tribunale Speciale. La legge fu approvata nei giorni precedenti da una Camera di deputati che aveva decretato la decadenza dei rappresentanti della opposizione di cui molti erano già stati arrestati  e tradotti in carcere, come Gramsci.

Questo famigerato tribunale dal '27 al '43 condannò 4.596 persone tra cui più di un centinaio di donne e oltre 600 minori. Tutte le categorie furono rappresentate. La maggior parte furono, in scala:  operai; contadini; professionisti; commercianti; impiegati; studenti; casalinghe.
Gli anni di condanna erogati furono complessivamente 27.735.
Furono comminate 42 condanne a morte, di cui 31 eseguite.
La legge n. 2008 del 1926 che istituì il Tribunale speciale e la pena di morte era composta da soli 8 terribili articoli  nel 7  in particolare si dice : “Le sentenze del Tribunale Speciale non sono suscettibili di ricorso, né di alcun altro mezzo di impugnativa, salva la revisione.” Infatti i condannati a morte venivano fucilati anche il giorno dopo.
La legge fu firmata da Vittorio Emanuele, Mussolini, Rocco.

Il Tribunale Speciale fu soppresso nel 1943 con la legge 668 con 4 articoli rimandando il tutto, “durante lo stato di guerra” ai tribunali militari. Non furono pertanto soppressi i vari reati previsti, compresi quelli di opinione ma solo rimandati al Tribunale militare.
La legge fu firmata da Vittorio Emanuele nel frattempo transfuga al Sud, Badoglio, Fornaciari, Azzariti, Sorice, De Curten, Sandalli.
La parte soggetta ai nazisti e alla Repubblica di Salò ebbe un'altra storia.
Poi la liberazione. Nella Costituente vi furono anche quelli che erano stati condannati dal Tribunale Speciale. Di varie idee ma tutti insieme  per darci una Costituzione a garanzia delle nostre libertà.

Tra le migliaia di sentenze voglio ricordarne una minore ma significativa.
Sentenza n. 119 del 25/10/1928 . Il Tribunale era presieduto da Tringali, il relatore era Buccafurri.
La sentenza concerneva il fatto che un informatore della polizia aveva consentito di scoprire e arrestare nel luglio del 1927 alcuni comunisti che avevano partecipato a riunioni indette per riorganizzare il Partito comunista nella Brianza. Con questi 10 uomini, di vari mestieri e di cui due ebbero 10 anni, vi erano due donne che ebbero condanne minori. Ambedue erano di Monza:

  1. Trivulzio Maria  Luigia, di  Monza, nata il 10/ 2/ 1890, di mestiere “modista”: anni 1;
  2. Gianella Paolina, di Monza, nata l' 11/ 7/ 1902 , di mestiere modista: anni 1.

( i dati sono tratti da : Aula IV  Tutti i processi del tribunale speciale fascista. A.Dal Pont, A.Leonetti, P.Maiello, L. Zocchi. A cura della Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti ( ANPPIA) 1961.

Vale la pena di entrare più nel dettaglio: Paolina Gianella lavorava in un cappellificio come finitrice di cappelli, nel '22 sposò Amedeo Ferrari e nel '24 nacque Vladimiro Ferrari, il ben noto “Miro”, figura di riferimento della sinistra monzese nel dopoguerra, scomparso nell'agosto del 2003. Nel 1927 venne arrestata con il marito ed altri 10 compagni, accusata di voler ricostituire il Partito comunista in Brianza, condannata ad un anno di carcere, poi ad altri due ed infine inviata al confino, prima a Lipari, poi a Ponza ed infine a Borore in Sardegna. Vladimiro conobbe la mamma nei primissimi anni di vita e la rivide soltanto a 19 anni, dopo l'otto settembre 1943 quando passò avventurosamente dalla Corsica, dove il suo reparto aveva resistito ai tedeschi, alla Sardegna. Forse chi ha parlato di villeggiatura si dovrebbe vergognare. Vladimiro si arruolò quindi nei reparti italiani che risalirono la Penisola combattendo con gli Alleati, fino alla liberazione. Il papà Amedeo partecipò anch'egli alla lotta di liberazione e cadde in Ossola nel 1944. Oggi riposano entrambi nel Campo dei Partigiani.

Nel ricordo del 25 aprile invio una rarità della mia piccola raccolta d'archivio : La famosa “Matteotti” davanti al Comune di Monza in posa fotografica e a memoria.

Alfredo Viganò  

la brigata Matteotti 2


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  25 aprile 2006