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GIROVAGANDO PER MOSTRE  
Il secolo degli Asburgo (1848-1916)
Il mondo di “CeccoBeppe” alla Villa Reale di Monza
di Mauro Reali

La famiglia imperiale

La famiglia imperiale
Una sala della mostra

Una sala della mostra
Pochi spazi come quello della Villa Reale di Monza sono adatti ad ospitare una rassegna come quella che, tutti i giorni (dalle 10 alle 20), si può visitare sino al 2 giugno dal titolo Il secolo degli Asburgo (1848-1916): il progetto della Villa nacque infatti nel 1777 per regio decreto di Maria Teresa d'Austria. Certo, gli Asburgo non “se la godettero” moltissimo, cacciati dalla Lombardia dalle campagne napoleoniche del 1796 – e, dopo esservi tornati - allontanati una seconda volta (stavolta per sempre!), dalle nostrane Guerre d'Indipendenza di metà Ottocento, oggetto di studio nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Chi avesse però un po' di ruggine culturale e volesse ripassare un po' di storia, ma anche vedere oggetti vari, belle stampe e foto d'epoca (provenienti, queste ultime, in gran parte dal mitico Archivio Alianari), non può mancare l'appuntamento monzese. Scoprirà che l'Impero Austro-Ungarico fu davvero l'ultimo baluardo di un'istituzione tanto antica da legarsi ideologicamente all'Impero Romano e al Sacro Romano Impero e che “CeccoBeppe”, pardon, l'Imperatore Franceso Giuseppe d'Asburgo fu davvero l'”ultimo dei mohicani”, e cioè una figura di monarca autocratico, ecumenico, quasi immortale (regnò infatti dal 1848 al 1916), che non avrà più interpreti di tale livello in nessuna parte del mondo. Scoprirà però – magari con sua gran sorpresa – che all'interno di tale “vecchia” istituzione, convivevano in pace popoli di etnie e religioni diverse, ancorché guidati dal pugno di ferro dagli Asburgo; e che la Vienna asburgica tra i due secoli scorsi vide esperienze culturali tra le più moderne del tempo, da quella pittorica della cosiddetta Secessione, a quella – come definirla, se non epocale?– della “scoperta” della psicoanalisi da parte di Sigmund Freud. Particolare suggestione hanno, a mio avviso, due realtà espositive della mostra, oltre alla sala finale dedicata proprio alla Villa Reale di Monza; sono la sala dedicata al “mito” dell'imperatrice Sissi (che morì assassinata nel 1898), celebrato in tempi recenti da numerosi film di successo, ma anche la presenza – in numerosi ambienti – di bellissime foto d'epoca di Trieste, l'ultima appendice italiana dell'Impero Asburgico (quella che “partorì”, tra l'altro, Italo Svevo...), città che ancora oggi conserva, dei suoi vecchi padroni, una certa aristocratica fierezza.

Mauro Reali


Questo articolo è stato pubblicato anche dal settimanale Domani

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  18 maggio 2002