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GIROVAGANDO PER MOSTRE  
Una mostra e anche di più…
Bizantini, Croati, Carolingi a Brescia nel Museo di Santa Giulia
di Mauro Reali

cartiglio

Mi avevano detto che il Museo della Città di Brescia fosse splendido, ubicato com'è all'interno di un complesso monastico di origine longobarda (VIII secolo) ove sono sorte nei secoli – in una tanto disarmonica quanto esaltante sovrapposizione (spesso più stimolante, intrigante di qualunque pianificazione architettonica) – la basilica longobarda di San Salvatore, la chiesa romanica di Santa Maria in Solario e quella rinascimentale di Santa Giulia. E non avevo dubbi che così fosse, vuoi per la suggestione dei luoghi (chi può dimenticare che in San Salvatore morì l'Ermengarda manzoniana, “Sparsa le trecce morbide…”?), vuoi perché sapevo bene di che quantità e qualità fossero i reperti archeologici rinvenuti a Brescia, in quella che fu – cioè – la popolosa e ricchissima città romana di Brixia (che prestò, tra l'altro, numerosi esponenti delle élites locali al potere centrale dell'Urbs, giacché furono davvero molti, in età imperiale, i senatori bresciani…: potenza, già allora, del ricco “Nordest”?) e che non meno prestigio ebbe pure in età medievale. Ma la visita che vi ho compiuto – in occasione della bella mostra ivi ubicata Bizantini, Croati, Carolingi. Alba e tramonto di regni e imperi (fino al 6 gennaio 2002, lunedì chiuso; biglietto L. 12.000) – mi ha davvero incantato; finalmente - ho pensato, - anche in Italia un Museo che mi abbia dato le stesse emozioni di altri più o meno omologhi di storia locale visitati all'estero (un solo esempio fra tutti: il Museo della Civiltà Gallo-Romana di Lione)! Le molte sezioni di questa esposizione, infatti (da quella relativa all'età preistorica a quelle finali, sull'”età veneta”) ci mostrano oltre duemila anni di storia locale con grande lucidità, accurate didascalie (prive di qualsivoglia concessione ad un localismo sciovinista), nell'ambito di spazi ampi, vivibili e suggestivi; e, soprattutto, ci mostrano “pezzi” di grande rilievo: la sola Vittoria alata in bronzo (vera rarità per le nostre plaghe) del I secolo d.C. varrebbe il viaggio! Se il “museo della Città” è il progetto cui sempre più i musei civici oggi tendono (è “in cantiere” quello di Milano, se ne parla – da tempo – anche per la nostra Monza…), credo che il “modello” bresciano non possa essere in alcun modo ignorato; e sono sicuro che non lo sarà.
Che dire, inoltre, della mostra Bizantini, Croati, Carolingi ospitata a Santa Giulia? Che è davvero imperdibile per chi abbia interessi di storia medievale, soprattutto relativi a quella fase tra il VI e il IX secolo d.C. nella quale il Medio Evo non ha ancora assunto le fisionomie a noi più note. Ad un impero che segnava la “resistenza” del vecchio mondo classico – quello bizantino – si affiancò infatti un impero nuovo, Sacro e Romano nello stesso tempo: quello carolingio (“faglielo capire ai bizantini, che dicono di essere loro i legittimi eredi dell'impero romano…” pensava forse il buon Carlo Magno, personaggio al centro di un progetto europeo dal titolo “Charlemagne. The making of Europe”, nel quale rientra anche la nostra mostra).
Ma non erano queste le uniche realtà culturali e politiche dell'Europa, come testimoniano i numerosi reperti esposti provenienti da Spalato e altri musei croati: vi erano infatti popoli – come i Croati - che vivevano accanto a questi imperi, da essi diversamente influenzati a seconda di epoche e contingenze diverse; e capire come i Balcani di allora fossero uno straordinario coacervo di influenze e coesistenze di Bizantini, Avari, Longobardi, Carolingi, Slavi e Croati può forse aiutarci a capire maggiormente anche le difficili coesistenze di oggi. Pietra, oro, bronzo, ferro, gioielli… e perfino la ricostruzione di un'ipotetica chiesa di età carolingia: sono i reperti della cultura materiale e artistica di questi popoli - emozionanti nella loro solo apparentemente rozza “anticlassicità” - esposti a Brescia e che, lo ripeto, acquistano un plus di interesse e suggestione perché collocati in un ambiente tanto carico di storia.
Insomma, chiunque abbia il coraggio di affrontare il traffico dell'A4 (il treno è comunque comodissimo) deve proprio visitare questa mostra, museo che la “contiene” compreso.
Ai più pigri segnalo invece i siti:
per il museo di Santa Giulia e per la mostra.

Mauro Reali


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  5 novembre 2001