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Il fiore e la farfalla
Dialogo del Ricordo e della Memoria
di Vittorio Bellini

Il fiore e la farfalla
 
Ric Buonasera Mem
Mem Ciao, Ric
Ric Ho sentito...
Mem Sentito o ricordato?
Ric Sentito, sentito questa volta
Mem Che?
Ric Che ti hanno assegnato un giorno...
Mem Vuoi dire dedicato.
Ric Vero, dedicato.
Mem Almeno così è stato deciso e comunicato...
Ric Dal Presidente, appunto. E scritto anche sulle gazzette.
Mem Giornali, Ric, giornali, oggi si chiamano giornali.
Ric Il tuo è un ricordo lontano, d'un tempo.
Mem Giusto. Hai fatto bene a ricordarmelo. La memoria a volte fa di questi scherzi.
Ric Ma il fatto è che la notizia era stampata su un foglio che si chiama ancora proprio Gazzetta.
Mem Eh, il ricordo può confondere i tempi, la memoria no, né i modi né i tempi.
Ric Già, perché c'è differenza vero... tra noi.
Mem Sottile, ma c'è. Non però da non renderci partecipi insieme di questa dedica, di questa chiamata. Di fare di noi come una sola cosa.
Ric Come fratelli, allora.
Mem Gemelli anzi. Da confonderci uno con 1' altro.
Ric Uno nell'altro: una sola cosa.
Mem Una: facoltà ed emozioni. Vivi insieme.
(PAUSA)
Ric Eh, poi la memoria non è fatta di tanti ricordi?
Mem Non fatta, Ric. Se mai riempita, meglio ricoperta.
Ric Le gazzette...
Mem I giornali, Ric!
Ric No, proprio le gazzette, allora, ricordo, dicevano, scrivevano ammantata: "memoria ammantata di tanti ricordi". E di una che ti chiamava MNEMÒSINE.
Mem Fai bene a ricordarmelo... Si. Mnemòsine alla greca: la farfalla bianca della montagna, le ali bianche dai margini arrotondati, i bordi trasparenti, solo alcuni punti neri. Mnemosine, per 1' entomologo.
Ric Vive poco e non muore mai, cosi vi si diceva.,
Mem Scompare e ricompare, non muore mai. Hai mai visto, trovato una farfalla morta, la sua spoglia?
Ric Si dissolve e ricompone. Delicata, se la sfiori te ne resta traccia.
Mem D'una polvere bianca, traccia dei ricordi che la ricoprono.
Ric Che l'ammantano.
Mem Che l'ammantano.
(PAUSA)
Ric Dunque tu farfalla ed io fiore: la vita e l'alimento vitale. Nel prato il vessillo, corona di candidi raggi, e il centro...
Mem Il cuscino ornato, trapunto di ricordi. Un cuscinetto punta-ricordi: il capolino dorato, come dice il botanico; e alla latina aggiunge, del fiore, "perennis".
Ric Vivere insieme dunque, per sempre ... .
Mem Che tutti ci vedano, ci sappiano vivi. Io come farfalla a volare, a posarmi ogni poco immancabile instancabile sul capolino trapunto del tuo fiore, cuscino ornato di tante piccole corolle luminose, serrate una all'altra, i ricordi.
Ric I tanti di chi c'è stato, di chi ha potuto raccontare, di chi ha ascoltato, se n'è alimentato.
Mem Di un tempo oscuro, buio e insieme come notte stellata segnata di luminosi esempi di coraggio dignità pietà amore. Oggi noi a dare agli uomini speranza e certezza del domani.
Ric Mi ricordo, si mi ricordo. Ci si diceva sottovoce: ricorda, ricorda per quando...
Mem Quando tornerà luce. Sarà dopo questi incendi, questo fuoco, questi morti insanguinati sulla montagna.
Ric E quelli esangui stremati di sofferenze nelle cittadelle recinte di spini. Ricordo, si mi ricordo. Nel bagliore dell'incendio, davanti al cascinale, nell'abbaiare dei cani.
Mem Quel fuoco che faceva più buia la notte. Quel sangue, quel livido esangue pallore di stenti umiliazioni torture. Tutto non poteva essere stato invano.
Ric Perpetua memoria, perenni ricordi. Anche il gelo di quel compagno addormentato di sfinimento al mio fianco, morto senza sangue nelle vene.
Mem Un orrore che deve dare risveglio, perpetua veglia alle coscienze. Vigili, che non abbia a ripetersi.
Ric Memoria di tempi che hanno oscurato il secolo.
Mem Un empio uso delle facoltà umane. L'indegnità di portare dentro, se pure duro, un cuore pulsante. L'indecenza di ignorare se pure uno straccio di coscienza.
Ric Violenze, stragi d'innocenti inermi. Il genocidio, infernale macchina progettata. in odio a una fede, a diversa fede, a differenti altre origini.
Mem Memoria del male, dei mali. Memoria e ricordo anche di chi si è opposto, di chi ha protetto e salvato. Di chi ha offerto la propria vita sulla bilancia squilibrata del male e del bene.
(PAUSA)
Ric Ma ora dobbiamo andare, sorella. Siamo attesi, chiamati, forse invocati.
Mem Andiamo, fratello Ric. Con le nostre chiacchiere abbiamo tirato giorno. Già schiarisce e devono sapere che siamo vivi.
Ric Per sentirsi più sicuri. Per ricominciare la giornata e andare avanti con certezza.
Mem A testimoniare che i tempi dell'errore contro 1' onore, dell'orrore contro l'amore, sono finiti, sono stati fermati. Che non devono tornare, che non possono ripetersi.
Ric Andiamo dunque, che si fa tardi. A quest'ora ancora di poca luce già si levano, spengono la luce e richiudono piano la porta per chi in casa ancora dorme, vanno al lavoro. Devono vederci vivi, tu come a volare intorno, a succhiare la vita dal capolino, io come a riaprirmi e fiorire sul prato: vita e alimento vitale.
Mem Andiamo, che siamo attesi.
Ric Attesi, anche oggi.


Questo dialogo è stato recitato per la prima volta dalla Libera Accademia del Parnaso al teatro Villoresi il 27 gennaio 2001, giorno della Memoria, in ricordo dello sterminio del popolo ebraico e degli italiani deportati nei lager nazisti.
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31 marzo 2001