prima pagina pagina precedente



ANDREA SALA MAESTRO DI AFFRESCO
Uno strappo e via!
Il settimo anno di attivitą della scuola di via Annoni
di Alex Vidiani


Stesura del colore

Prima fase - stesura del colore sull'intonaco

Definizione dei particolari

Definizione dei particolari

Conclusione del lavoro a fine giornata

Conclusione del lavoro a fine giornata: si possono riconoscere (da sinistra) lo "spolvero", il disegno preparatorio, il bozzetto.
 

L'importante è che non gli diciate che l'affresco è una pittura fatta sul muro. Soprattutto, non nominate mai il cemento. Almeno se volete farvelo amico
Andrea Sala è un pittore monzese, classe 1954, maestro di affresco nella scuola da lui fondata e diretta, originariamente nella sede della terza circoscrizione (San Rocco) ed oggi in via Annoni 14.

"Il cemento è la morte dell'affresco" dichiara con tono pacato, e un'ombra di apprensione nello sguardo. Mi spiega nel dettaglio il come e il qualmente, poi, di fronte al mio frenetico scribacchiare, mi porge una dispensa. In terza pagina trovo la spiegazione per noi profani: seguo il dito del pittore che indica leggendo, e mi sento come quel Renzo con l'avvocato e le sue gride: Moltissime pitture murali sono semplicemente dipinte a secco, ossia a tempera con aggiunta di collanti nei colori, quindi poco durevoli nel tempo. La durata e la stabilità nel tempo, che la pittura a-fresco garantisce, non sta solamente nel dipingere una superficie murale, ma nel preparare un muro composto di sola calce e sabbia ["di fiume" mi raccomanda, alzandomi in viso il dito ammonitore] e dipingere con colori (terre e pigmenti puri) miscelati con acqua e calce spenta.
"Capito?"

Annuisco, quindi lo seguo stupito attraverso le tinozze e i bidoni, le ciotole, i rotoli, i mattoni, i telai… Rimango affascinato dall'aura di antica bottega che promana da tutto ciò in cui inciampo. "Una vera antica bottega" mi conferma, "come ai tempi di Giotto. Del resto, anche la tecnica è la stessa" e mi assicura che, da allora ad oggi, il tempo è passato invano, almeno per quanto riguarda il suo lavoro. Ha un grande entusiasmo, Andrea Sala. Un po' contagioso, anche: vien voglia di iscriversi, a vedere gli armadi traboccanti di colori e la sala addobbata degli affreschi degli allievi, pronti all'esposizione pubblica. Gli affreschi sono tanti: una quarantina, quanti gli studenti.
"Sì, sono all'incirca quaranta, divisi in due turni settimanali di due sere a gruppo. "C'è da esserne orgogliosi, considerato l'inizio avventuroso in via Zara. "Grazie al presidente Rovelli, soprattutto, ma anche al sindaco di allora, Mariani".

Torniamo agli allievi: "Tutti eseguono il loro affresco al primo anno di corso, poi tornano l'anno successivo, lo "strappano" e se lo portano a casa. Se però vogliono conseguire l'attestato di affreschista e, soprattutto, imparare a realizzare affreschi di grandi dimensioni, occorre che frequentino il corso completo, di cinque anni". E mi rivela che l'affresco è complicato perché richiede tempestività e precisione, perché il colore va dato prima che l'intonaco asciughi e che, quindi, per le superfici più vaste occorre operare "tagliate" e aggiunte di intonaco.
Chiedo lumi e mi mostra alcune foto che lo ritraggono all'opera con un affresco di grandi dimensioni: le foto, mostrate in successione, danno l'impressione che l'affresco "coli" dall'alto. "La sera, dove si è arrivati si è arrivati. Occorre togliere quella parte di intonaco fresco che avanza dal pezzo dipinto. Bisogna andare di cazzuola, ma con molta cautela. Il giorno dopo si rimette l'intonaco e allora la precisione deve essere massima, altrimenti le attaccature si vedono e si rovina l'effetto. Senza contare che se la cazzuola tocca il dipinto si rischia un'alterazione del colore, alterazione destinata ad evidenziarsi ancora di più ad ossidazione avvenuta".

Prospettive e speranze?
"Continuare a lavorare come sto facendo ora. Mi hanno proposto di far diventare le mie lezioni parte della programmazione di un istituto d'arte più 'ampio', ma ho rifiutato: ho paura di far perdere di specificità alla mia scuola, che è e vuole rimanere scuola di affresco. L'ideale sarebbe che il Comune le concedesse il riconoscimento di corso civico: sarebbe, tra l'altro, un modo per dimostrare che la ricchezza culturale che questa esperienza rappresenta non è passata inosservata!"
E per chi si vuole iscrivere?
"È sufficiente un colpo di telefono allo 0335.6630862; accetto iscrizioni fino a ottobre, poi si comincia a lavorare, e chi c'è c'è!"

Alex Vidiani

in su pagina precedente

ottobre 2000