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We want sex

Nigel Cole
regia di Nigel Cole
Interpreti: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Geraldine James.
Durata: 114 minuti. - Gran Bretagna, 2010


Aurelio Tagliabue


Inghilterra, 1968. Sotto la guida della battagliera Rita O'Grady, 187 operaie alle macchine da cucire decidono di entrare in sciopero per protestare contro le condizioni di lavoro insostenibili, e le lunghe ore rubate all'equilibrio della vita domestica. Con ironia, buon senso e coraggio, le operaie riusciranno a farsi ascoltare dai sindacati e dalla comunità locale...

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Maggio 1968: nei boulevard parigini si sfila inneggiando alla fantasia, oltremanica i Beatles cominciano a lavorare all'album “bianco”, ma per le strade si sciopera per obiettivi assai concreti. All'interno della fabbrica Ford di Londra, alcune operaie cominciano a rivendicare la parità nei salari con i colleghi maschi. Il 1968 è stato anche questo: mettere in discussione il principio che una donna, in quanto tale, debba essere meno pagata di un uomo. WE WANT SEX racconta proprio questa storia e si inserisce a pieno titolo in quel filone del cinema inglese che con prosaicità e brillantezza narrativa riesce ad appassionare gli spettatori, nonostante l'ambientazione periferica e proletaria, con la conseguente assenza totale di glamour.

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In questo senso Nigel Cole può essere accostato a registi come Ken Loach, Mike Leigh e Stephen Frears, distinguendosi da loro al contempo, perché meno politicizzato del primo, meno profondo del secondo e meno ambizioso del terzo; in più però ha la forza della leggerezza, grazie alla quale stempera nella commedia anche gli elementi drammatici. Ecco infatti uno dei punti di forza del film: una sceneggiatura molto ben congegnata; sarà banale dirlo, ma chi in Italia saprebbe unire il divertimento ad una tematica sociale ricavata da fatti realmente accaduti? A questo si aggiunge la consueta bravura attoriale inglese; se Sally Hawkins (vista di recente in La felicità porta fortuna) funziona perfettamente nel ruolo principale, cosa dire della misurata ed accattivante recitazione di Bob Hoskins? Certo non manca qualche elemento di furbizia.

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Al contrario di certe figure maschili un po' caricaturali, le allegre e rumorose operaie non possono non risultare simpatiche e divertenti, anche se la loro coesione, totalmente priva di ogni forma di invidia e gelosia, risulta poco verisimile. Ma non importa, questo è cinema e più che il fondamento di ciò che si mostra, vale il modo in cui lo si fa. Cole ha scelto uno sguardo dal basso, che non fosse celebrativo, ma neppure riduttivo, come ci svelano le sequenze documentaristiche che ha inserito sui titoli di coda. Un po' come la colonna sonora, rigorosamente del tempo, con qualche autore di fama, ma senza quelle canzoni conosciute che fanno subito atmosfera d'epoca.

Aurelio Tagliabue

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Cineforum PROCULTURA
Cinema Teatro Villoresi
Martedì 15 marzo 2011 ore 15.00 e 21.00

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  11 marzo 2011